"L'albatro"
Sovente, per diletto, i marinai catturano degli albatri,
grandi uccelli marini che seguono,
indolenti compagni di viaggio,
il bastimento scivolante sopra gli abissi amari.
Appena li hanno deposti sulle tavole,
questi re dell'azzurro, goffi e vergognosi,
miseramente trascinano ai loro fianchi le grandi,
candide ali, quasi fossero remi.
Com'è intrigato, incapace, questo viaggiatore alato!
Lui, poco addietro così bello, com'è brutto e ridicolo.
Qualcuno irrita il suo becco con una pipa mentre un altro,
zoppicando, mima l'infermo che prima volava.
E il Poeta, che è avvezzo alle tempeste e ride dell'arciere,
assomiglia in tutto al principe delle nubi:
esiliato in Terra, fra gli scherni,
non può per le sue ali di gigante avanzare di un passo.
A me piace molto anche questa ...
<3 SJB <3
[...]
E il Poeta, che è avvezzo alle tempeste e ride dell'arciere,
assomiglia in tutto al principe delle nubi:
esiliato in Terra, fra gli scherni,
non può per le sue ali di gigante avanzare di un passo.
Adoro questo finale ... <3