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PensieriParole: Cosa ne pensi su... => ...un artista => Topic aperto da: kant.51 - 14 Marzo 2008, 23:43:44 pm

Titolo: LEOPARDI
Inserito da: kant.51 - 14 Marzo 2008, 23:43:44 pm
Canto notturno di un pastore errante...

Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai,
silenziosa luna?
Sorgi la sera, e vai,
contemplando i deserti; indi ti posi.
Ancor non sei tu paga
di riandare i sempiterni calli?
Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga
di mirar queste valli?
Somiglia alla tua vita
la vita del pastore.
Sorge in sul primo albore
move la greggia oltre pel campo, e vede
greggi, fontane ed erbe;
poi stanco si riposa in su la sera:
altro mai non ispera.
Dimmi, o luna: a che vale
al pastor la sua vita,
la vostra vita a voi? dimmi: ove tende
questo vagar mio breve,
il tuo corso immortale?
Vecchierel bianco, infermo,
mezzo vestito e scalzo,
con gravissimo fascio in su le spalle,
per montagna e per valle,
per sassi acuti, ed alta rena, e fratte,
al vento, alla tempesta, e quando avvampa
l'ora, e quando poi gela,
corre via, corre, anela,
varca torrenti e stagni,
cade, risorge, e piú e piú s'affretta,
senza posa o ristoro,
lacero, sanguinoso; infin ch'arriva
colà dove la via
e dove il tanto affaticar fu vòlto:
abisso orrido, immenso,
ov'ei precipitando, il tutto obblia.
Vergine luna, tale
è la vita mortale.
Nasce l'uomo a fatica,
ed è rischio di morte il nascimento.
Prova pena e tormento
per prima cosa; e in sul principio stesso
la madre e il genitore
il prende a consolar dell'esser nato.
Poi che crescendo viene,
l'uno e l'altro il sostiene, e via pur sempre
con atti e con parole
studiasi fargli core,
e consolarlo dell'umano stato:
altro ufficio piú grato
non si fa da parenti alla lor prole.
Ma perché dare al sole,
perché reggere in vita
chi poi di quella consolar convenga?
Se la vita è sventura,
perché da noi si dura?
Intatta luna, tale
è lo stato mortale.
Ma tu mortal non sei,
e forse del mio dir poco ti cale.
Pur tu, solinga, eterna peregrina,
che sí pensosa sei, tu forse intendi,
questo viver terreno,
il patir nostro, il sospirar, che sia;
che sia questo morir, questo supremo
scolorar del sembiante,
e perir dalla terra, e venir meno
ad ogni usata, amante compagnia.
E tu certo comprendi
il perché delle cose, e vedi il frutto
del mattin, della sera,
del tacito, infinito andar del tempo.
Tu sai, tu certo, a qual suo dolce amore
rida la primavera,
a chi giovi l'ardore, e che procacci
il verno co' suoi ghiacci.
Mille cose sai tu, mille discopri,
che son celate al semplice pastore.
spesso quand'io ti miro
star cosí muta in sul deserto piano,
che, in suo giro lontano, al ciel confina;
ovver con la mia greggia
seguirmi viaggiando a mano a mano;
e quando miro in cielo arder le stelle;
dico fra me pensando:
a che tante facelle?
che fa l'aria infinita, e quel profondo
infinito seren? che vuol dir questa
solitudine immensa? ed io che sono?
Cosí meco ragiono: e della stanza
smisurata e superba,
e dell'innumerabile famiglia;
poi di tanto adoprar, di tanti moti
d'ogni celeste, ogni terrena cosa,
girando senza posa,
per tornar sempre là donde son mosse;
uso alcuno, alcun frutto
indovinar non so. Ma tu per certo,
giovinetta immortal, conosci il tutto.
Questo io conosco e sento,
che degli eterni giri,
che dell'esser mio frale,
qualche bene o contento
avrà fors'altri; a me la vita è male.
O greggia mia che posi, oh te beata,
che la miseria tua, credo, non sai!
Quanta invidia ti porto!
Non sol perché d'affanno
quasi libera vai;
ch'ogni stento, ogni danno,
ogni estremo timor subito scordi;
ma piú perché giammai tedio non provi.
Quando tu siedi all'ombra, sovra l'erbe,
tu se' queta e contenta;
e gran parte dell'anno
senza noia consumi in quello stato.
Ed io pur seggo sovra l'erbe, all'ombra,
e un fastidio m'ingombra
la mente, ed uno spron quasi mi punge
sí che, sedendo, piú che mai son lunge
da trovar pace o loco.
E pur nulla non bramo,
e non ho fino a qui cagion di pianto.
Quel che tu goda o quanto,
non so già dir; ma fortunata sei.
Ed io godo ancor poco,
o greggia mia, né di ciò sol mi lagno.
se tu parlar sapessi, io chiederei:
- Dimmi: perché giacendo
a bell'agio, ozioso,
s'appaga ogni animale;
me, s'io giaccio in riposo, il tedio assale? -
Forse s'avess'io l'ale
da volar su le nubi,
e noverar le stelle ad una ad una,
o come il tuono errar di giogo in giogo,
piú felice sarei, dolce mia greggia,
piú felice sarei, candida luna.
O forse erra dal vero,
mirando all'altrui sorte, il mio pensiero:
forse in qual forma, in quale
stato che sia, dentro covile o cuna,
è funesto a chi nasce il dí natale.

Titolo: Re: LEOPARDI
Inserito da: Young dreamer - 15 Marzo 2008, 15:17:39 pm
c'è una sensibilità...e delle domande...il tempo passa ma le sensazioni restano nel tempo... :-X
(http://www.photogalaxy.com/pic/marbo-48/blue_moon.jpg)
Titolo: Re: LEOPARDI
Inserito da: *Tinkerbell* - 15 Marzo 2008, 17:55:13 pm
Troooooooooooooppo bello!!!!
(http://img526.imageshack.us/img526/6217/ca1wv9nt4.gif) (http://imageshack.us)



-95
Titolo: Re: LEOPARDI
Inserito da: Silly93 - 16 Marzo 2008, 15:32:48 pm
 :'( :'( :'( :'( :'( :-X :-X :-X
Titolo: Re: LEOPARDI
Inserito da: Stregatralefate - 17 Marzo 2008, 18:06:13 pm
Ecco... questo è stato uno dei miei mariti  :-X :-X :-X amoooo Leopardi  :-*
Titolo: Re: LEOPARDI
Inserito da: Silly93 - 17 Marzo 2008, 20:00:33 pm
Ecco... questo è stato uno dei miei mariti  :-X :-X :-X amoooo Leopardi  :-*
Ed è stato anche un mio amante!  (LOL) :-X :-X :-X
Titolo: Re: LEOPARDI
Inserito da: Young dreamer - 17 Marzo 2008, 20:03:09 pm
tanto quando scriveva le sue poesie pensava a me... :-" :-" :-" ( (LOL) )
Titolo: Re: LEOPARDI
Inserito da: kant.51 - 18 Marzo 2008, 00:03:33 am
Mi fa piacere che Giacomo riscuota tanto amore tra noi...se solo avesse saputo in vita quanto poteva affascinare una donna con la sua anima...!
Secondo voi, sarebbe stato meno pessimista? O:)
Titolo: Re: LEOPARDI
Inserito da: Stregatralefate - 18 Marzo 2008, 15:43:18 pm

Secondo voi, sarebbe stato meno pessimista? O:)

direi proprio di si. ^_^  Aaaahhh potesse vivere ora!!!  <3
Titolo: Re: LEOPARDI
Inserito da: brezza - 11 Ottobre 2008, 17:39:21 pm
più che una poesia è una sinfonia in parole,e non vado oltre.
Titolo: Re: LEOPARDI
Inserito da: kant.51 - 12 Ottobre 2008, 21:36:44 pm
 Una definizione che non avevo mai sentito e che trovo davvero adatta alla poesia...
Titolo: Re: LEOPARDI
Inserito da: brezza - 6 Novembre 2008, 23:25:49 pm
Mettine un'altra che la leggiamo insieme...vuoi?
Titolo: Re: LEOPARDI
Inserito da: kant.51 - 7 Novembre 2008, 00:23:04 am
Con molto piacere, Brezza:

La sera del dì di festa

Giacomo Leopardi
Dolce e chiara è la notte e senza vento,
E queta sovra i tetti e in mezzo agli orti
Posa la luna, e di lontan rivela
Serena ogni montagna. O donna mia,
Già tace ogni sentiero, e pei balconi
Rara traluce la notturna lampa:
Tu dormi, che t'accolse agevol sonno
Nelle tue chete stanze; e non ti morde
Cura nessuna; e già non sai né pensi
Quanta piaga m'apristi in mezzo al petto.
Tu dormi: io questo ciel, che sì benigno
Appare in vista, a salutar m'affaccio,
E l'antica natura onnipossente,
Che mi fece all'affanno. A te la speme
Nego, mi disse, anche la speme; e d'altro
Non brillin gli occhi tuoi se non di pianto.
Questo dì fu solenne: or da' trastulli
Prendi riposo; e forse ti rimembra
In sogno a quanti oggi piacesti, e quanti
Piacquero a te: non io, non già ch'io speri,
Al pensier ti ricorro. Intanto io chieggo
Quanto a viver mi resti, e qui per terra
Mi getto, e grido, e fremo. Oh giorni orrendi
In così verde etate! Ahi, per la via
Odo non lunge il solitario canto
Dell'artigian, che riede a tarda notte,
Dopo i sollazzi, al suo povero ostello;
E fieramente mi si stringe il core,
A pensar come tutto al mondo passa,
E quasi orma non lascia. Ecco è fuggito
Il dì festivo, ed al festivo il giorno
Volgar succede, e se ne porta il tempo
Ogni umano accidente. Or dov'è il suono
Di que' popoli antichi? or dov'è il grido
De' nostri avi famosi, e il grande impero
Di quella Roma, e l'armi, e il fragorio
Che n'andò per la terra e l'oceano?
Tutto è pace e silenzio, e tutto posa
Il mondo, e più di lor non si ragiona.
Nella mia prima età, quando s'aspetta
Bramosamente il dì festivo, or poscia
Ch'egli era spento, io doloroso, in veglia,
Premea le piume; ed alla tarda notte
Un canto che s'udia per li sentieri
Lontanando morire a poco a poco,
Già similmente mi stringeva il core.

Questa malinconia insinuante, che dilaga dentro come un 'acqua cheta ma inarrestabile,questo tormento contenuto che tutto colora del suo grigiore e del sentore della caducità, questo tempo che trascorre inesorabile portando con sè la vita, questo spegnersi dei sogni e delle speranze ogni giorno un po' di più...
Titolo: Re: LEOPARDI
Inserito da: brezza - 8 Novembre 2008, 15:27:10 pm
E' un'onda lunga,sotto un cielo plumbeo ma non corrucciato a scrosci.  Lento,riflessivo va questo pensiero alle perdute cose ma non con affanno o rabbia,solo constatazione del percorrere sua vita e dei rari momenti delle persone che passavano nel suo cielo.  E' un gigante dolente in mezzo a un piattume nel quale si levava una luce che fatalmente ricadeva spegnendosi.  Il mio pensiero va al poema sinfonico "La Mer",in esso esiste questa maestosità,che nulla chiede se non di essere guardata,sentita,impressa nei nostri sensi.
Titolo: Re: LEOPARDI
Inserito da: kant.51 - 9 Novembre 2008, 03:45:42 am
Brezza questo tuo legare musica e poesia è davvero bello, se potessi darmi delle indicazioni in più sul brano che citi ( non lo conosco ) proverei ad ascoltarlo...grazie!
Titolo: Re: LEOPARDI
Inserito da: brezza - 9 Novembre 2008, 14:51:46 pm
Debussy--"la Mer"
Titolo: Re: LEOPARDI
Inserito da: kant.51 - 9 Novembre 2008, 15:57:29 pm
grazie! sperimenterò ascolto-lettura, probabilmente la sintonia accentua la bellezza e, del resto, non può che essere così..
Titolo: Re: LEOPARDI
Inserito da: Qualquna - 22 Aprile 2010, 18:59:57 pm
straordinariamente bella!!!