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PensieriParole: Cosa ne pensi su... => ...una poesia => Topic aperto da: michael santhers - 21 Ottobre 2008, 06:11:03 am
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A questo punto
cercate di non rompermi i coglioni
anche da morto.
È un innato modo di fare
questo mio non accettare
di esistere.
Non state a riesumarmi dunque
con la forza delle vostre certezze
o piuttosto a giustificarvi
che chi s’ammazza è un vigliacco
a creare progettare ed approvare
la propria morte ci vuole coraggio!
Ci vuole il tempo
che a voi fa paura.
Farsi fuori è un modo di vivere
finalmente a modo proprio
a modo vero.
Perciò non state ad inventarvi
fandonie psicologiche
sul mio conto
o crisi esistenziali
da manie di persecuzione
per motivi di comodo
e di non colpevolezza.
Ci rivedremo
ci rivedremo senz’altro
e ne riparleremo...
Addio bastardi maledetti
vermi immondi
addio noiosi assassini.
Salvatore Toma
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Biografia Salvatore Toma nasce a Maglie, nel Salento, l’undici maggio del 1951. Prende il diploma di maturità classica, ma rinuncia ad intraprendere carriere e a costruirsi una vita cosiddetta borghese, e prosegue la sua esistenza in una vita appartata, tanto più libera e consona al suo carattere quanto più distante dai suoi concittadini e dal mondo moderno, ed è qui che ha la possibilità di dispiegare la sua poetica. Il giovane visse per lo più nell’appezzamento di terra della famiglia, nei dintorni di Maglie, dove allevava cani di razza inglese, e in un querceto, detto "delle Ciàncole", dove trascorreva ore su un certo albero. Il suo vivere stravagante e solitario era un riflesso del suo carattere votato a una naturalità selvaggia e pura. Cominciò precocemente l’uso dell’alcol che lo accompagnò per tutto l’arco della sua breve vita, e che esasperò in lui la sua carica di passionalità e di desolazione. Si suicidò il diciassette marzo 1987, a trentacinque anni. Tre sono i temi fondamentali della poetica di Toma: il senso della morte e l’atto del suicidio, l’amore verso gli animali e i sogni. Essi sono animati da convinzioni profonde: per Toma il sogno è in grado di trasformare il mondo intero nella sua favola; il vivere a contatto con la natura gli diede la possibilità di scoprire "nell’ingenuità " misteriosa degli animali una superiore purezza, un senso di definitivo, una superiorità profonda nei confronti dello stretto mondo degli uomini. E poi c’è il tema della morte e della vita, e del suicidio, tema più ampio e che, bene o male, riveste tutta la poetica dell’autore. Ciò che rende potente la scrittura di Toma sull’argomento del suicidio, è la validità sicura e alta che egli dà a quest’atto da tutti ritenuto vile e orrendo. Egli è dalla parte di chi si suicida, e non vi vede alcunché di vile nel "farsi fuori"; e se il mondo impone che "suicidarsi" non è cosa buona, è perché il mondo non vede quanto poco buono sia esso stesso.
-Da:Poetilandia.it
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Non posso che leggervi dolore.
Dignitoso, orgoglioso, anche troppo. Ma DOLORE.
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Forte risposta a un mondo bigotto e pauroso di se stesso. Anatema ai pecoroni che nell'assistenzialismo crogiolano la loro vita,ai buonisti a tutti costi,ai sorrisi pelosi. Così può anche morire un uomo che ha preso coscienza della sua scelta sbagliata. Personalmente non vi vedo dolore ma determinazione seppure con una precisazione. Chissà se in questo mondo pieno di tenebra ha mai visto la perfezione di un fiore,il sorriso di un viso,la speranza di un'alba diversa o lo splendore di un tramonto. Forse si ma forse non è stato sufficiente per la sua anima esasperata.
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E non è questo dolore? Non avere scorto altro che il brutto, il male, l'indifferenza...Personalmente, ed è solo un'opinione, questa è una ferita profonda, non sanabile perchè in quest'anima manca la speranza, c'è invece coraggio, dignità , orgoglio. Ma anche disperazione .
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Disperazione per una scelta sbagliata ,quella indubbiamente si,e si potrebbe continuare per una analisi più approfondita ma credo non sia il caso