Forum leParole
PensieriParole: Cosa ne pensi su... => ...una poesia => Topic aperto da: kant.51 - 23 Maggio 2009, 08:20:12 am
-
Proposta da F B poetico:
SE TU MI DOMANDASSI (se me perguntares)
Se tu mi domandassi
chi mai io sia
con questa faccia
scavata nella cattiveria
tagliata da un sinistro sorriso
non ti direi nulla
nulla io ti direi
ti mostrerei le cicatrici secolari
che solcano la mia schiena da nero
ti guarderei con gli occhi dell’odio
iniettati dal sangue versato per secoli
ti mostrerei la mia capanna di paglia
che cade in rovina
ti porterei nelle piantagioni
dove alla vampa implacabile del sole
mi schianto di lavoro piegandomi alla terra
mentre fatica atroce
divora il tempo mio.
Ti porterei nei campi brulicanti di gente
dove la gente respira miseria ad ogni istante.
Nulla io ti direi
ti mostrerei soltanto questo
e poi
ti mostrerei i corpi del mio popolo
abbattuti dal tradimento dei mitra
capanne che la tua gente ci ha bruciato
non ti dirò niente
e saprai il perché della mia lotta.
Armando Guebuza (in Antologia Tematica de Poesia Africana)
--------------------
-
Vera e tragicamente pesante per coloro che li hanno e continuano a sfruttarli deturpando anche la loro terra.
-
Proposta da M Santoro di fb poetico
Ndjock Ngana - Poeta camerunense che vive a Roma,
autore della raccolta di poesie Nhindo nero.
AFRICA
Africa, Africa mia
Africa fiera di guerrieri nelle ancestrali savane
Africa che la mia ava canta
In riva al fiume lontano
Mai t’ho veduta
Ma del sangue tuo colmo ho lo sguardo
Il tuo bel sangue nero sui campi versato
Sangue del tuo sudore
Sudore del tuo lavoro
Lavoro di schiavi
Schiavitù dei tuoi figli
Africa dimmi Africa
Sei dunque tu quel dorso che si piega
E si prostra al peso dell’umiltà
Dorso tremante striato di rosso
Che acconsente alla frusta sulle vie del Sud
Allora mi rispose grave una voce
Figlio impetuoso il forte giovane albero
Quell’albero laggiù
Splendidamente solo fra i bianchi fiori appassiti
E’ l’Africa l’Africa tua che di nuovo germoglia
Pazientemente ostinatamente
E i cui frutti a poco a poco acquistano
L’amaro sapore della libertà.