Per strada
Si avvitano fantasie a sospetti
Mentre alterno passi e pedate
All’asfalto bagnato
Con i pugni in tasca
E le dita che grattano il fondo
E tormentano cuciture
Come bocche serrate.
Abbaiano i cani
Al passaggio dei miei dubbi
Fiutando lacerazioni
Da cui sgorgano umori pungenti
Fibre tese come fionde
Pronte a scavare crateri
Ossa inarcate a respingere
Il grumo che addensa
Il centro della mia ombra.
Conto i passi che mi separano
Dalla tana e spero di non trovare
Il Diavolo ad attendermi
Alla prossima panchina.
G.S. 21/04/2010