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Piccoli Scrittori... => ... scrivono poesie... => Topic aperto da: Roy Batty - 26 Giugno 2011, 19:58:22 pm
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Quel che posso :
è di non ingerire
ciò che entra in me a darmi vita
Questa poca saliva ora urli
e di suoni riecheggi in richiamo.
Impotente davanti alle armi
innalzo a mio scudo la fame
quale ultima condanna al mio mondo
di vili e corvidi umani.
E possano questi reni svuotati
questo lieve pulsar delle vene
aggiungersi all’indignazione per l’uomo
che si adopra a sopraffar altro uomo.
Non muore la fame e la sete
e Il corpo si spegne per sempre
sigillo il mio urlo alla vita
risuoni la mia libertà
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Nota:Quest'uomo era un giornalista Iranaiano morto settimana scorsa a seguito di un infarto durante lo sciopero della fame,in carcere,potete leggere di lui nel web.
Forse è un astoria come tante altre,e sicuramente la prima volta ,per me,in cui provo a scrivere su un tema sociale.
Ma una sera ho sentito arrivare a me l'urlo di quest'uomo...
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Ti fa onore il non restare indifferente e questa poesia è tale perchè riporta le tue emozioni e riflessioni creando condivisione ed empatia in chi ti legge, Roy!
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Grazie Kant! :-)