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Autore Topic: MEMORY-IL RICORDO D'UN AMORE  (Letto 4472 volte)

Offline angelfromthedark

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MEMORY-IL RICORDO D'UN AMORE
« il: 12 Novembre 2006, 15:06:44 pm »
PROLOGO

Aida accese il computer e immediatamente andò a controllare la sua email.Come faceva ogni giorno.Dati i suoi affari online fra acquisti e vendite,consultava costantemente la sua casella sperando che qualcuno l'avesse contattata.Quel giorno però,aprendo la mail,il tempo si fermò.
Era tornato.Ancora una volta era tornato.Come tornava sempre,quando le cose sembravano anadare bene.Lui tornava ogni volta che il cielo sembrava tornare a brillare.Lui tornava per scatenare il temporale nuovamente.Aida era quasi rassegnata a questo.

Si erano lasciati sei anni prima.Lui era stato il suo primo vero ragazzo,il suo primo amore,il suo primo vero bacio,le sue prime vere emozioni dopo due anni di emozioni virtuali,esclusivamente vissute sullo schermo:sul freddo schermo di un monitor,o attraverso freddi schermi di cellulari,o attraverso fredde voci al telefono.
Lui era stato il primo vero tutto.Era arrivato come uno spicchio di sole,proprio come il cavaliere che salva la principessa nelle fiabe.
Aprendo la mail il tempo si fermò e un orologio virtuale cominciò a scandire ogni minuto della sua vita in quegli ultimi sei anni,in un infinito flashback.La sua mente cominciò a viaggiare all'indietro.
 
Perchè soffro?vengo forse io punita per aver amato troppo?amerò dunque io di più.

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MEMORY-IL RICORDO D'UN AMORE
« Risposta #1 il: 12 Novembre 2006, 15:07:27 pm »
CAPITOLO 1 -GIAMPAOLO

Lo aveva conosciuto come tutti gli altri,su una chat.Era come tutti gli altri un freddo rapporto virtuale.Ma con una differenza:lui non era mai stato il suo ragazzo virtuale,era stato sempre il suo magico amico.Inoltre lui non era come gli altri che la chiamavano dieci volte al giorno,consumando il rapporto in telefonate chilometriche:lui la chiamava ogni mattina,alle otto meno un quarto,prima di entrare in classe,sempre dalla stessa cabina,sempre con le solite mille lire che nel giro di 2,3 minuti svanivano.Nulla di più,non un messaggio,non una telefonata di troppo.Solo il buongiorno mattutino e qualche chattata occasionale ogni tanto.

Aida aveva vissuto quei due anni rifugiata nella sua realtà virtuale.Realtà in cui aveva tanti amici e amiche con cui parlare,un ragazzo al mese circa,e emozioni che la vita reale non riusciva a regalarle:le emozioni di un Ti amo,che anche se semplicemente scritto su un monitor,e magari scritto contemporaneamente a dieci persone,era meglio di niente.Forse lei in fondo sapeva che quel mondo era fasullo,ma si convinceva che non era così.Era molto più facile lasciarsi andare e credere che quelle storie che viveva erano reali,che quei sentimenti che provava e che il "ragazzo del mese" diceva di provare per lei erano veri,intensi.Benchè ogni storia non durasse più di un mese,lei non mollava,perennemente alla ricerca dell'amore della sua vita.

Non aveva mai pensato a lui come tale.Non aveva validi presupposti:non la chiamava insistentemente,non le mandava sms dolci,non passava ogni secondo in chat,non la corteggiava.Solo un buongiorno,ogni mattina,alla stessa ora.Breve.Si concludeva sempre con:ciao ciao stellina.
Lo conobbe di persona il 29 Dicembre,in circostanze al quanto imprevedibili.

Il 27 si era recata alla stazione per conoscere finalmente il suo grande amore:Giampy....il mitico Giampy,il favoloso Giampy,che la riempiva di attenzioni,che la corteggiava da settimane.Lei e Giampy stavano insieme da un mese,e finalmente,quel giorno,lei avrebbe potuto incrociare per la prima volta il suo sguardo,e magari chissà,finalmente,dare il suo primo vero bacio.Riscattarsi del primo bacio dato alla persona sbagliata che le aveva riso in faccia dicendole che non sapeva baciare.Dimenticare quella brutta esperienza e lasciare spazio ad un nuovo ricordo,il primo bacio col suo grande amore Giampy.

Arrivò alla stazione puntuale.Nevicava.Si era fatta chilometri sotto la neve per vederlo,non poteva rinunciarci.Lui era Siciliano,e si trovava a Roma per passare il Natale da parenti.Si erano riconosciuti all'istante pur non essendosi mai scambiati le foto.Lui le era corso incontro gridando :"Ciao amore!" e l'aveva abbracciata.A quell'abbraccio,Aida si era sciolta,tutto il suo nervosismo era scomparso,rimpiazzato dal battito accelerato del suo cuore,ma per gioia adesso.Era lì,fra le braccia del suo amore,e il suo amore non era affatto rimasto deluso da lei anzi,l'aveva chiamata amore,l'aveva abbracciata e .....Eh già,pochi istanti dopo lui le aveva preso il viso dolcemente fra le mani,e aveva tentato di baciarla.Tutto in quel momento diventò scuro per Aida,il nervosismo tornò,rammentò di non saper baciare e si divinclò da quell'abbraccio a lei tanto caro.

"Eih ma che ti prende!" aveva detto Giampy.Stavolta il tono era meno dolce,quasi seccato.Il che non faceva altro che aumentare il nervosismo della povera ragazza.Non poteva dirgli la verità,non poteva dirgli che lei non sapeva baciare,non poteva,l'avrebbe perso,avrebbe perso il suo grande amore.
"No sai è che,beh io,cioè è solo che...insomma Giampy io...non mi piace questo posto,voglio andare via" Era tutto ciò che era riuscita a dire.Non riusciva a dargli una spiegazione.

"Vabbè piccoletta,andiamo via,facciamo una passeggiata.Ma ho solo un paio d'ore sappilo."
Il tono era diventato un misto fra seccatura e dolcezza,Aida era confusa,non capiva bene.Ma aveva deciso di non riflettere troppo,si era lasciata prendere per mano,ed erano usciti da quella stazione.

Passeggiavano e chiacchieravano,la situazione sembrava essersi sistemata.Fuori da lì Giampy sembrava essere tornato dolce.La teneva per mano e le parlava con la sua soave voce,le raccontava della sua famiglia,dei suoi sentimenti,dell'ansia che aveva di vederla,di quanto l'amava.
Il sogno era tornato,l'incubo si era dissolto,e Aida ora si sentiva tranquilla.Talmente tranquilla da accettare quando lui le propose di scendere sulle sponde del fiume,sotto,dove non passa nessuno,per stare un po' in pace,chiacchierare,diceva lui,senza avere gli occhi della gente puntati addosso.
E così erano scesi,e li giù,dove non passa nessuno,lui le aveva cinto la vita col suo braccio,delicatamente,l'aveva stretta a se',amorevolmente,e aveva avvicinato le proprie labbra alle sue.Aida,nuovamente presa dal panico si era ritratta una seconda volta.Ma questa volta lui aveva reagito diversamente:
"Insomma piccolè si può sapere che hai!Sei o non sei la mia ragazza!"disse con tono molto scocciato.
"Sì,sì lo sono,lo sono è solo che...."non era riuscita a terminare la frase.Lui l'aveva interrotta:"Lasciati andare..."e così dicendo l'aveva stretta a se',spalle al muro,e l'aveva baciata.Aida avrebbe voluto divincolarsi anche stavolta,ma non ci riusciva,era intrappolata con le spalle al muro,costretta quasi a subire quel bacio.Fortunatamente fu questione di secondi:
"Ma guarda te,sei proprio una ragazzina!Neanche sai baciare!Ti riaccompagno alla stazione...."e così dicendo aveva sputato a terra e si era avviato verso la strada.Aida avrebbe voluto piangere,ma non ci riusciva,avrebbe voluto scusarsi,ma ne era incapace.Era rimasta muta fino alla stazione,dove tutto quello che era riuscita a dire era un "CIAO".
"Ciao,e vedi di crescere prima di ricercarmi!"aveva risposto lui.Secco,gelido come il ghiaccio su cui puoi pattinare.

Lei era tornata a casa,sconsolata.Se sentiva sola,amareggiata,ancora una volta umiliata.Si sentiva morire dentro.Il suo grande amore l'aveva lasciata perchè lei non sapeva baciare,ancora una volta derisa,ancora una volta causa del disgusto di un ragazzo.Le aveva detto di crescere...
Per due giorni aveva riflettuto sul senso di quella parola:crescere.Due giorni interi prima di decidere.Lui sarebbe partito il 31,lei il 29 aveva deciso che sarebbe cresciuta a modo suo,in un modo infallibile,che non poteva deludere un ragazzo.
Si era svegliata prestissimo.Una lunga doccia tonificante con bagnoschiuma profumato ai fiori di pesco e shampoo al miele per renderle i capelli morbidi e soffici.Avev ascelto accuratamente l'abbigliamento:quei pantaloni che tanto adorava,che le fasciavano i fianchi senza marcare le forme un po' abbondanti,e quella magliettina,scollata al punto giusto,aderente ma non troppo,il giusto per renderla sexy ma allo stesso tempo mascherare il troppo.Ed era partita,decisa.
"Lo riconquisterò.Gli farò vedere che sono cresciuta.Alla fine è una cosa giusta.Io ho 14 anni,alcune mie amiche sono cresciute a 12 e con ragazzi che non amavano.Io invece lo amo.E ho 14 anni.Non posso deluderlo,non stavolta,per lui lo faccio,è arrivato il momento di crescere."Continuava a ripetersi queste parole.
Aveva deciso che sarebbe andata alla stazione e lo avrebbe chiamato.Gli avrebbe chiesto dove era il suo albergo,e sarebbe andata lì,a dargli tutto quello che poteva dargli per dimostrare di essere cresciuta.

Ma quel giorno tanti angeli erano intervenuti a salvarla da quello che sarebbe stato un enorme errore,e lei se ne era accorta anni dopo.Infatti quel giorno,arrivata alla stazione lo aveva chiamato,le aveva detto che era lì.Aveva dimenticato il cellulare e non era rintracciabile.Chiamava da una cabina.
"Giampy sono cresciuta,voglio dimostrartelo,ti darò tutto ciò che vuoi!Ti prego vieni,sono alla stazione,vieni!"gli aveva detto al telefono
"Piccola sei cresciuta davvero?allora vengo,ma non deludermi stavolta."
"Non ho il cellulare,ti aspetto davanti al tabaccaio,fai presto ti prego."
Aveva aspettato mezz'ora.Aveva cominciato a scendere la pioggia,leggera e silenziosa dapprima,e trasformatasi in un brusco temporale dopo pochi minuti.I suoi vestiti,scelti con cura,sotto la pioggia si erano ridotti a stracci.Non aveva neanche un ombrello ma imperterrita attendeva l'arrivo del suo amato,lì,riparata da un giornale trovato per caso.

Era passata un'altra ora,la pioggia aumentava:di Giampy neanche l'ombra.Era tornata alla cabina e lo aveva richiamato:
"Aida non vengo,non posso.Ho la febbre."aveva detto lui
"Ma come la febbre,prima potevi venire e ora no?Vabbene dai,dimmi dove sei,vengo io in albergo da te!"aveva risposto lei.Era nil momento della verità,sarebbe andata lì e gli avrebbe dimostrato tutto il suo amore.Anche se ormai i vestiti erano malconci e il trucco le era colato sul viso.Anche se ormai aveva un aspetto terribile.
"No guarda Aida il fatto è che noi ora stiamo partendo,insomma mi dispiace,ci vediamo presto ok?"e aveva riagganciato.

Le ultime speranze di riconquistarlo erano svanite.Aveva provato a richiamarlo,ma le aveva risposto la gelida segreteria.Gelida come quella giornata.Gelida come il suo cuore in quel momento.Era gelida e sola.non poteva tornare a casa,era troppo orgogliosa per tornare sconfitta.Avrebbe aspettato lì ancora qualche ora e poi sarebbe rientrata fingendo di aver trascorso una bella giornata.Ricordava le grida della madre quando era uscita,era assolutamente contraria.Tornare sconfitta significava dimostrarle di avere ragione,e lei non voleva.Avrebbe aspettato.Aspettato.Aspettato.

Ma poi aveva avuto un'idea.Avrebbe chiamato LUI.Lui abitava li vicino,magari sarebbe venuto,magari l'avrebbe conosciuto.Si chiedeva se fosse giusto cercarlo.Non le aveva detto di avere il ragazzo,e nell'ultimo periodo le telefonate,sempre brevi,erano diventate più dolci e il ciao ciao stellina era diventato un ciao ciao mia stellina.Lei aveva cominciato a sospettare che lui provasse altro per lei.Ma lei lo vedeva solo come amico.Magari ora voleva farlo diventare amico reale e non più virtuale,ma comunque solo un amico.Giusto chiamarlo a queste condizioni?Se lo era chiesto,ma aveva deciso di non pensarci,e aveva composto su quella cabina,il suo numero.

 
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MEMORY-IL RICORDO D'UN AMORE
« Risposta #2 il: 12 Novembre 2006, 15:08:03 pm »
CAPITOLO 2-LA TELEFONATA

0 3 3 8 1 2 3 4 5 6 7 8 Le sue dita scorrevano lente sui tasti del telefono.All'idea di chiamarlo aveva cominciato a tremare,ancora ricordava dopo anni quella senzazione.

tuuuuuuuuuuuu tuuuuuuuuuuuuu tuuuuuuuuuuuuu

niente,non rispondeva.Forse il destino aveva voluto punirla per aver disobbedito alla madre?Non aveva voluto pensarci.Ci aveva riprovato.Di nuovo gli stessi numeri,di nuovo lo stesso suono,di nuovo niente voce.Stava per riagganciare quando...
"Pronto?"
Un sorriso le aveva riempito il viso,forse qualcosa di quella giornata si poteva salvare
"Nico!Nico menomale che hai risposto!Sono..."
"Aida!"l'aveva interrotta lui"Stellina mia non mi aspettavo la tua chiamata!Che succede??!!"

La sua voce aveva quel suono strano che lei temeva,quel suono che trasmetteva qualcosa in più.Lo aveva sentito agitato,nervoso e allo stesso vtempo estremamente felice.Continuava a chiedersi se fosse giusto chiedergli di venire senza dirgli che lei era fidanzata.Lei infatti si sentiva ancora fidanzata con Giampy.
Ancora una volta aveva deciso di non pensare alle conseguenze:
"Nico ciao senti,volevo dirti che io sono all'Anagnina,visto che tu abiti qui vicino,se ti va,potremmo vederci..."aveva cercato di avere il tono più naturale possibile.Voleva salvare la propria giornata,ma non voleva ferirlo facendo capire che non era altro,in quel momento,che una ruota di scorta.
"Io,beh sai,sono a casa nuova,il trasloco è stato più rapido del previsto,sono dall'altra parte di Roma"Aveva risposto lui,con quella voce che tremava,quasi impazziva.Quella voce che le stava dando una notizia pessima,notizia che uccideva l'ultima speranza.
"Però dammi un'ora e sono lì ok?dove ci vediamo?"aveva aggiunto con la stessa voce subito dopo.Il cuore di Aida aveva ricominciato a battere,la luce si era riaccesa.E qualcosa,con quell'ultima frase era cambiato.Solo dopo anni aveva capito cosa:quella frase le aveva fatto capire che non contava il sentirsi poco o tanto,non contavano i messaggini dolci:contava il tono della voce,e il senso delle parole,e quelle parole avevano un unico senso.Pur di vederti,mi faccio chilometri in più.Ho voglia di vederti.Non posso non vederti.Questo era il senso di quell'ultima frase,quella frase che le aveva riaperto le speranze.
"Nico io non ho il cellulare,l'ho lasciato a casa,quindi assicurami che vieni altrimenti vado via subito.Ci vediamo davanti al tabbaccaio?"aveva detto lei,con tono freddo.Aveva provato uno strano senso di tenerezza,la voce di lui aveva scalfito in due istanti la sua anima,e lei si era spaventata.Non aveva voluto darlo a vedere,per cui si era finta fredda e distaccata.Subito dopo si era chiesta se questo suo atteggiamento non potesse spingere Nico a non venire.E stavolta,avrebbe voluto averci pensato,ma era troppo tardi.Stava attendendo impaurita la sua risposta.Si sarebbe rifiutato di venire?Avrebbe inventato anche lui una finta febbre improvvisa?
"Ok!davanti al tabaccaio!Dammi un'ora e sono lì.Non ti preoccupare stellì,vengo vengo!"i suoi pensieri erano stati interrotti dalla sua voce.La stessa voce.Dolce,affettuosa,voce che nuovamente le aveva scalfito l'anima.
"allora a dopo."aveva concluso lei.E aveva riagganciato.Di nuovo quella voce fredda,perchè di nuovo era impaurita.E ormai era fatta.Ma se lui non fosse venuto e lei avesse dovurto aspettare ore sotto la pioggia?Di nuovo....

Non voleva pensarci.

Ancora pioveva.I suoi vestiti divenuti stracci e il suo trucco colato,la facevano sembrare un clown,piuttosto che una bambina vestita da donna sexy.Infatti era solo una bambina,e questo però,poteva capirlo solo ora,passati quei sei maledetti anni.Si rifugiata nella galleria per ripararsi dalla pioggia,avrebbe atteso lì l'arrivo di lui.Si era guardata in tutte le vetrine,cercando di sistemarsi i capelli.Poi era andata ad un'edicola a comprare una scheda telefonica.La seconda della giornata.Il nonno per natale le aveva regalato 100mila lire.E ora si ritrovava ad averne solo 80,avendone spese venti in schede."Che stupida che sono!"si era detto.Ma di nuovo,aveva preferito non pensare.

Si era avviata verso la cabina e aveva composto il numero della sua amica del cuore.Una ragazza che aveva conosciuto quell'estate con cui però aveva avuto feeling immediato.Quella volta ci aveva visto bene,era una vera amica,infatti dopo sei anni,erano ancora in contatto nonostante l'impressionante distanmza Roma - Genova.
"Agny!!!Agny non puoi capire!!!Sono venuta qui per vedere Giampy,poi Giampy non è venuto,allora poi ho chiamato <N>ico che sta arrivando e poi mi ha dettop che vuole venire e poi mamma sono brutta conciata malissimo..."aveva cominciato a parlare a raffica non appena l'amica le aveva risposta.Avevano parlato per circa un'ora di Giampy,di Nico,di come era Giampy e di come poteva essere Nico.Giampy era bellissimo,lei ne aveva avuto la prova.Nico invece se lo era immaginato come un secchione dei fumetti.Non sapeva perchè,ma se lo era immaginato così:classici capelli,classici occhiali,classico sguardo...classico tutto:insomma, semplicemente un buon amico. Eppure era in ansia e il suo cuore palpitava mentre ne parlava all'amica.Aveva comprato altre tre schede per parlare con lei,pur di non rimanere sola avrebbe speso tutti i soldi del nonno in telefonate.Ormai quei soldi non erano rilevanti per lei.

Aveva parlato un'ora con Agnese,aveva speso 40 euro in telefonata.E si erano fatte le undici.Lui sarebbe arrivato da un momento all'altro.Lei aveva un nervosismo che si stava accorgendo essere maggiore di quello che aveva avuto prima di vedere Giampy.Le mani le sudavano,non riusciva a stare ferma,continuava a guardarsi nelle vetrine.Perchè così tanto nervosa per un amico?"Ma certo" si diceva ora,sei anni dopo,"non era lui a rendermi nervosa allora.Era l'idea di un'altra buca:due in un giorno erano troppe.La paura era tanta."
11 e 5,11 e 10....ancora di Nico neanche l'ombra.....

Non voleva comprare un'altra scheda:le erano rimaste solo 50,000 lire,non voleva cambiarle e poi non voleva dargli la soddisfazione di cercarlo ancora.O veniva,o non si sarebbero mai più vbisti aveva deciso lei.
11 e 15,11 e 20,11 e 25,11 e 30,11 e 35...niente Nico.
Presa dal nervosismo aveva cambiato le 50,000 lire e aveva preso un'altra scheda telefonica.60,000 lire di telefonate in una giornata!mica male come bolletta!
Ma non aveva chiamato lui.Aveva chiamato Giampy.Voleva sentire se era partito o meno.Nonostante tutti lei si sentiva ancora legata a lui e voleva sentirlo.Poi,a Nico gli stava proprio bene!darle buca così,che infame!!!
Aveva composto il numero di Giampy,ma l'unica voce che aveva udito era quella della segreteria.Completamente.Aveva riprovato una decina di volte.Poi aveva guardato l'orologio:12:00 e niente Nico.

Non voleva andarsene,era ancora troppo presto per tornare a casa.Aveva messo da parte l'orgoglio e aveva fatto il numero di Nico,pronta ad ascoltare una segreteria,o una stupida febbre improvvisa.
"Stellì sei tu?"aveva risposto lui con voce affannata senza neanche darle il tempo di parlare
"Stellina a me non mi ci chiami più!E' un'ora che ti aspetto!Dove diavolo sei!Ti odio!"ormai il suo tentativo di reprimere rabbia,nervosismo,umiliazione,tristezza e tutte le emozioni che aveva dentro,era vanificato.Aveva urlato contro quel telefono con talmente tanta irruenza da far girare tutte le persone che aveva intorno.
"A-Ai-Aida..."aveva balbettato lui"io sto tornando a casa,sono sull'autobus.Ti ho aspettato al tabaccaio per tantissimo tempo e poi ho pensato che avessi cambiato idea."La sua voce era affannata e tremolante,balbettio qua balbettio là.

A quelle parole Aida aveva capito.Si era improvvisamente ricordata dell'esistenza di due tabaccai nella stazione.E loro due si erano aspettati a vicenda a due tabaccai diversi.E ovviamente,non conoscendosi,non se ne erano neanche accorti.
"Aspetta che torno indietro.Mi sa che ho capito cosa è successo."aveva detto lui senza darle il tempo di parlare.
Aida a ogni parola che lui diceva,capiva sempre di più quanto sarebbe stato difficile dirgli la verità.Lui era solo la ruota di scorta della giornata.Eppure il cuore le batteva forte,all'impazzata.La giornata era salva!Non era più sola!

Si era seduta ad una panchina con le spalle rivolte verso le scale d'entrata della stazione.E aveva aspettato guardando dietro dio se' con la coda dell'occhio.E ad un certo punto aveva visto arrivare un ragazzo,uno fra tanti,e non sapeva perchè,ma aveva poensato fosse lui.Non si erano mai visti eppure lei sapeva che era lui.E mentre lei si girava per guardarlo,lui alzava la testa per guardare lei.E quando gli sguardi si erano incorociati,entrambi,contemporaneamente avevano detto il nome dell'altro.
"Nico?"
"Aida?"
Come una sorta di telepatia si erano riconosciuti fra mille persone.
 
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MEMORY-IL RICORDO D'UN AMORE
« Risposta #3 il: 12 Novembre 2006, 15:08:34 pm »
CAPITOLO 3- IL FERMO IMMAGINE D'UN SOGNO

Come in un fermo immagine si erano trovati e,non essendosi mai visti prima,si erano riconosciuti.
Nico non era esattamente come lei lo aveva immaginato.Aveva occhi verdi e boccoli castani sulla testa.Era abbastanza alto e non portava occhiali,a parte quelli da sole che non ndossava sugli occhi ma teneva nel taschino della camicia.Portava una camicia bianca e celeste a righine che spuntava fuori dalla felpa blu con lo stemmino della Nike.Aida ancora la ricordava.Ricordava il suo stile un po' pazzo,il suo modo di sfumare l'eleganza al casual,che aveva mantenuto in tutti quegli anni.Chiudendo gli occhi ricordava ancora quel profumo,lo sentiva ancora nell'aria.Quel profumo che negli anni avrebbe inesorabilmente riportato la sua mente a lui.Roma,di Laura Biagiotti.Avrebbe amato nel tempo quel profumo,perchè sarebbe stata l'unica cosa autentica che le restava di lui.

Aida si alzò e gli andò incontro.Gli occhi di lui brillavano.Lei si sentiva brutta,tutta sgualgita,bagnata,infreddolita.Col trucco colato,un po' per la pioggia,un po' per le lacrime.Aveva lo sguardo basso.Aveva visto gli occhi di lui brillare e sapeva che doveva dirgli immediatamente la verità,prima che fosse troppo tardi.Si alzò per andargli incontro.Poi si fermò,si risedette.Nico le andò incontro ma lei lo fermò:
"Aspetta.Prima di qualunque tua parola devo dirti una cosa importante."
La voce le tremava.Come avrebbe reagito lui?Lei si era sempre comportata da amica,nulla di più,e lui non aveva mai lasciato intendere di provare qualcosa di più forte per lei,non aveva mai mandato un sms in più o una telefonata in più.Ma quel MIA stellina alla fine delle chiamate,le aveva fatto percepire sentimenti diversi.Si sentiva in colpa per aver taciuto.Per non avergli detto da subito che fra loro non poteva esserci nulla perchè lei era legata,innamorata,fidanzata col suo adorato Giampy.
"Non parlare,lo so.Hai il ragazzo vero?"

Lui aveva interrotto i suoi pensieri.Li aveva percepiti e li aveva esternati.L'ìaveva messa a nudo.Era facile omettere questo particolare ma mentire no.Non era capace a mentire.
"SI"
Avva risposto col tono basso,gli occhi bassi,colma di rimorso.Avrebbe voluto aggiungere che le dispiaceva non averlo detto prima,che lo avrebbe capito se lui avesse deciso di odiarla.Avrebbe voluto aggiungere molte cose,ma era uscito solo quel sì,e il resto,si era smorzato in gola.

Gli occhi di Nico mantenevano la stessa lucentezza,anche se era diventata una lucentezza triste e malinconica.Lei aveva alzato lo sguardo per vedere la sua reazione e li aveva visti.Era rimasta pietrificata su quella panchina.Non sapendo cosa fare.Avrebbe voluto abbracciarlo,ma non lo aveva fatto per paura della sua reazione.In realtà anche lui avrebbe voluto abbracciarla,ma non lo aveva fatto per paura della sua reazione.

Erano rimasti qualche istante così,a guardarsi negli occhi,a cercare di percepire l'uno le emozioni dell'altra.Nell'imbarazzo più totale.Lui ormai messo a nudo dai suoi sentimenti.Lei nella sua vergogna.

Poi lui aveva interrotto il fermo immagine:
"Ti va di fare due passi lo stesso?Possiamo essere amici,vuoi?"
Finalmente il cuore di lei aveva ricominciato a battere.
"Certo!" aveva risposto,semplicemente.E senza accorgersene,i due avevano cominciato a camminare.Passeggiare.E senza accorgersene,si tenevano per mano.

Erano usciti dalla stazione e avevano passeggiato per ore lungo la via Tuscolana.Erano arrivati a Cinecittà dove lui le aveva mostrato la scuola che frequentava.Il Liceo scientifico G***.Luogo dove passava tutti i giorni,6 su 7.Arrivava tutte le mattine dall'altro capo della città,due ore di strada prima di entrare a scuola.Le aveva mostrato la cabina telefonica dal quale,tutte le mattine la chioamava.Quella cabina in cui rimanevano sempre 200 lire per un motivo o per l'altro.200 lire erano 30 secondi in più al telefono.Le aveva spiegato come faceva per chiamarla.Un meccanismo contorto per essere certo di avere sempre soldi spicci con cui chiamare.Ogni mattina,allo stesso Bar,faceva colazione con 5000 lire.Conosceva i prezzi a memoria e faceva sempre in modo di spendere 2200 lire in maniera tale da avere come resto 2800 lire.2000 le teneva,800 le spendeva.800+200 che sempre rimanevano nella cabina componevano una chiamata da 1000 lire:2minuti e mezzo più o meno.Quando poi il destino portava un po' di fortuna,il cassiere gli dava tutte le 2800 lire spicce,e allora lui lo prendeva come un segno del destino,e spendeva tutto per chiamarla.Insomma dipendeva dal bar la durata della telefonata.

Si erano spinti anche oltre cinecittà,avevano percorso chilometri e chilometri di Tuscolana.Erano giunti alla via dove lui aveva abitato fino a qualche mese prima.Lui le aveva mostrato la sua casa.Ed erano rimasti lì sotto a parlare per oltre mezz'ora.Parlavano di tutto e di niente.Della scuola, famiglia, amici, vestiti, musica.Tutto.
Poi avevano ricominciato a camminare,tornando indietro.

Arrivati nuovamente di fronte alla scuola,per la prima volta nel corso della giornata avevano guardato l'orologio:erano le 15:30.Avevano camminato per 3 ore e mezza senza sentire nè fame,nè stanchezza.Non si erano accorti che l'ora di pranzo era sfumata da tempo.Lo stomaco non aveva chiamato.O forse loro non l'avevano sentito,coprendo il suo suono con le proprie parole,o forse,con i battiti del cuore.

Erano tornati alla stazione Anagnina,pronti per salutarsi.Era stata una giornata piacevole,in cui il tempo sembra fermarsi e non esistere,in cui tutto intorno scompare.Ma sapevano che quella giornata stava finendo.e Nico sapeva che forse,con quella giornata,finiva anche tutto il suo "sogno Aidiano" come lo chiamava lui.

Erano arrivati alla fermata del pullman.Mancavano 10 minuti.Si erano seduti su una panchina,e c'era stato il silenzio.Aveva cominciato a piovere.Lui si era tolto la sua sciarpa di lana Blu notte e aveva guardato Aida,che aveva gli occhi fissi a terra.Fattosi coraggio le aveva sfiorato il volto,alzandole il mento.L'aveva guardata negli occhi e li aveva visti lucidi.Aida si ricordava del perchè:lei non voleva salutarlo,sapeva che era cambiato qualcosa ma non voleva dirglielo per paurA DELLA sua reazione.Era stata un'infame a mentirgli,come avrebbe potuto ora dirgli che quella giornata era stata la più bella della sua vita.Lui non aveva capito il perchè di quegli occhi,o forse non si era voluto illudere.
"Hai freddo?"
le aveva chiesto.Lei aveva scosso la testa,ma lui non le aveva creduto.Le aveva arrotolato cobn mani tremanti la sciarpa attorno al collo.Nel farlo le aveva sfiorato la pelle e a lei erano venuti i brividi.Avrebbe voluto lasciarsi andare,farsi abbracciare,farsi riparare dal freddo che adesso,come per magia,cominciava a sentire.Ma non si era mossa.

Dopo averla coperta,lui l'aveva guardata negli occhi.Si era avvicinato con le labbra al suo viso e,non capendo il perchè dei propri desideri,lei aveva desiderato che lui la baciasse in quel momento.Lei non si sarebbe sottraqtta a quel bacio.
Lui l'aveva baciata,ma sulla fronte.Lei aveva rabbrividito a quel tocco,aveva voluto sollevare il viso ma non l'aveva fatto.Lui l'aveva poi guardata negli occhi,tenendole il volto ancora fra le mani e le aveva sussurrato,con voce spezzata:
"Questa sciarpa è una promessa.Promettimi che non è un addio."
Lei aveva finalmente alzato lo sguardo,e dagli occhi era uscita una lacrima,che aveva tradito la sua frddezza.
"Promesso"aveva risposto.

Erano rimasti in silenzio,a fissarsi,occhi negli occhi,lo sguardo di uno perso nell'altra,mano nella mano senza rendersene conto.Il freddo era scomparso.La pioggia non esisteva.Era il paradiso idilliaco che lei aveva sempore sognato.Era tutto come un sogno meraviglioso,il sogno di Aida.

Cinque minuti dopo il sogno era stato interrotto dall'arrivo del pullman.Le mani si erano sciolte dall'intreccio.Gli sguardi si erano svincolati.E con un lieve "Ciao",Aida era salita,le porte si erano chiuse,e il pullman era partito.Lei era rimasta appiccicata al finestrino per dieci minuti:il tempo di vederlo restare immobile,poi allontanarsi,sotto la pioggia,senza ombrello,spalancare le braccia e correre come un bambino che finge di essere un aereoplano,col l'acqua che gli bagnava il volto e i suoi boccoli castani.
Poi il pullman si era allontanato.E aida aveva cominciato a vedere solo la strada,le auto,e il ricordo del suo sogno.

 
Perchè soffro?vengo forse io punita per aver amato troppo?amerò dunque io di più.

Offline angelfromthedark

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MEMORY-IL RICORDO D'UN AMORE
« Risposta #4 il: 12 Novembre 2006, 15:09:13 pm »
CAPITOLO 4 - ADDIO GIAMPY

Il tragitto era stato breve.In venti minuti Aida si era ritrovata sotto il portone di casa.
Durante tutto il tragitto non aveva minimamente pensato a cosa dire alla madre per evitare l'ulteriopre litigio.Aveva passato quei venti minuti col naso incollato a quella sciarpa,cercando di immagazzinare nel cervello ogni singola molecola di quel profumo che per anni l'avrebbe riportata col pensiero a quel fantastico giorno. In quel momento ancora non sapeva che quel ragazzo sarebbe stato il suo primo grande amore,ma sapeva già che l'idea di non vederlo più le faceva male.
E' vero,si erano promessi di rivedersi ma,il tutto risultava molto difficile.Lei aveva il ragazzo e Nico,seppur lo nascondeva bene,era innamorato di lei. Non poteva nascere una bella amicizia,il rapporto non poteva tornare quello di prima dopo quel giorno.
Aida era salita a casa,e con suo stupore aveva trovato la madre non arrabbiata,ma infinitamente felice di vederla.Si era preoccupata molto visto il tempo.non l'aveva sentita per tutte quelle ore,e la gioia di rivederla a casa dopo tutta quelòla preoccupazione le si leggeva negli occhi.
Le aveva chiesto spiegazioni della sciarpa,Aida le aveva raccontato di Nico e poi,prima che potessero iniziare le polemiche,si era dileguata in camera.
Era rimasta chiusa in camera,sdraiata sul letto a riflettere,per due ore.Poi aveva preso la sua decisione.
Aveva composto il numero di Giampaolo...
"Pronto Giampy?"
"Ciao piccoletta,come va?"
"A me bene,solo che...ho deciso di lasciarti..."
"E perchè scusami?"
"Perchè non funzionerebbe fra noi,e poi ho conosciuto un altro."
"L'avevo detto che eri solo una bambina..."
Giampaolo non aveva fatto in tempo a finire la frase.Aida gli aveva riattaccato il telefono in faccia.Si era resa conto di quanto erano diversi i due ragazzi...di come si era sentita imbarazzata,spaventata con uno,e invece libera,fresca,gioiosa con l'altro.Certo,Nico restava sempre solo un amico però chissà...magari poteva nascere qualcosa.
Aveva ripreso il cellulare e aveva mandato un messaggio a Nico:

"Grazie della splendida giornata.Giampaolo è un gran bastardo.L'ho lasciato"

A questo messaggio,non ci fu mai risposta.si era chiesta se avesse fatto tutto troppo in fretta,ma come al solito,essendo un tipetto molto istintivo e poco riflessivo,tanto per cambiare,non aveva voluto pensarci.
"Ormai l'ho fatto"si era detta"Meglio farlo ora che non trovare il coraggio di farlo dopo."
Aveva aspettato per tutta la giornata una risposta a quel messaggio.Ma quella risposta non arrivò mai.
Si era torturata per tutta la giornata chiedendosi dove avesse sbagliato,cosa avesse fatto d'errato.Avrebbe potuto chiamarlo,ma non voleva essere stressante e opprimente,la loro amicizia non era mai stata tappezzata di chiamate e messaggi,quindi era lecito non ricevere risposte ad un messaggio.era normale che lui non chiamasse.Del resto,non l'aveva mai fatto prima,si sentivano sempre solo la mattina qualche minuto...perchè quella volta avrebbe dovuto farlo?Perchè non lo faceva lei?No,sarebbe risultata assillante e avrebbe rischiato di rovinare l'amicizia.Magari aveva frainteso tutto e lui non provava nulla per lei.Ma del resto neanche lei provava nulla per lui solo che,dopo aver scoperto che esistevano ragazzi così,aveva capito che non meritava un ragazzo come Giampy.Aveva inviato il messaggio a nico solo per ringraziarlo di averle fatto capire questa cosa.Non sperava certo che lui le chiedesse di mettersi con lui!Però comunque,in realtà,sperava in una risposta che rilevasse la gioia del ragazzo a quella notizia.Ma quella risposta non era arrivata e Aida si era addormetata mille dubbi che le avevano coperto i sogni.
Perchè soffro?vengo forse io punita per aver amato troppo?amerò dunque io di più.

Offline Albert

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MEMORY-IL RICORDO D'UN AMORE
« Risposta #5 il: 13 Novembre 2006, 23:19:49 pm »
Lo stampo e lo leggo.....domani posto il commento!!!  ;)  ;)  

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MEMORY-IL RICORDO D'UN AMORE
« Risposta #6 il: 14 Novembre 2006, 01:02:40 am »
l'ho letto tutto d'un fiato!!!!!
complimenti complimenti complimenti
!
madòòòòòòòòòòòò
cm m piace quello ke scrive sta donna!!!!
 :lol:  :lol:  :lol:  :lol:  :lol:  :lol:  
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MEMORY-IL RICORDO D'UN AMORE
« Risposta #7 il: 14 Novembre 2006, 17:52:12 pm »
Sottoscrivo, ho fatto opera di stampa e lettura. E veramente sei brava, ma proprio brava.

Diciamocelo... è solo invidia perché io non saprei scrivere due H in croce...
Giusva
Quando ti guardi dentro vorrei che vedessi me, perchè io sarò parte di te per sempre.

Offline Istar

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MEMORY-IL RICORDO D'UN AMORE
« Risposta #8 il: 14 Novembre 2006, 21:52:57 pm »
Citazione
Diciamocelo... è solo invidia perché io non saprei scrivere due H in croce...
Cavolo! Come si fa a scrivere due H in croce??? :P  
Possiamo soltanto decidere cosa fare con il tempo che ci viene concesso...
Figli di Gondor, di Rohan, fratelli miei! Vedo nei vostri occhi la stessa paura che potrebbe afferrare il mio cuore! Ci sarà un giorno, in cui il coraggio degli uomini cederà, e abbandoneremo ogni legame di fratellanza, ma non è questo il giorno! Ci sarà l'ora dei lupi, e degli scudi frantumati, quando l'era degli uomini arriverà al crollo, ma non è questo il giorno! Quest'oggi combattiamo! Per tutto ciò che ritenete caro su questa bella terra, vi invito a resistere, uomini dell'Ovest!

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MEMORY-IL RICORDO D'UN AMORE
« Risposta #9 il: 14 Novembre 2006, 21:57:04 pm »
Non riuscivo a staccare il naso dal monitor!E' davvero fantastico,voglio sapere il seguito! :o  :D  :D  
E dopotutto ci sono tante consolazioni! C’è l’alto cielo azzurro, limpido e sereno, in cui fluttuano sempre nuvole imperfette. E la brezza lieve […]
E, alla fine, arrivano sempre i ricordi, con le loro nostalgie e la loro speranza, e un sorriso di magia alla finestra del mondo, quello che vorremmo, bussando alla porta di quello che siamo.
(Fernando Pessoa)       Blog: http://sogna-ragazzo-sogna.blogspot.com/

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« Risposta #10 il: 15 Novembre 2006, 11:04:10 am »
Complimentiiiiii veramente stupendo complimenti anche per le modifiche ed aggiunte!!!
Attendo però il seguitooooooo :D
MANFRY

Non esistono né pregi né difetti, ma solo caratteristiche che ci rendono unici.

Offline Albert

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MEMORY-IL RICORDO D'UN AMORE
« Risposta #11 il: 15 Novembre 2006, 23:31:59 pm »
Angel scusa il ritardo, ieri sono stato chiamato dagli amici perchè gli mancava l'uomo a calcetto!!!!  :lol:  :lol:

Bello il racconto, pure io l'ho letto tutto d'un fiato.....lo stile frase breve-punto-frase breve-punto ha sempre il suo fascino......ti fa leggere sempre più velocemente!!!

Cmq la storia è sicuramente originale, mai scontata, un pò mi fa pena sta ragazzina, un pò mi verrebbe da dirle "ma svegliati ca**o!!!!"....ma si sa....certe cose vanno per gradi....e la storia lo dimostra perfettamente.....c'è un tempo per tutto!  ;)

Grande Angel, hai saputo raccontare una storia d'amore un pò complicata con gli occhi di una ragazzina.....mica facile!!!  :D  :D

 :)  

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