CAPITOLO 1 -GIAMPAOLO
Lo aveva conosciuto come tutti gli altri,su una chat.Era come tutti gli altri un freddo rapporto virtuale.Ma con una differenza:lui non era mai stato il suo ragazzo virtuale,era stato sempre il suo magico amico.Inoltre lui non era come gli altri che la chiamavano dieci volte al giorno,consumando il rapporto in telefonate chilometriche:lui la chiamava ogni mattina,alle otto meno un quarto,prima di entrare in classe,sempre dalla stessa cabina,sempre con le solite mille lire che nel giro di 2,3 minuti svanivano.Nulla di più,non un messaggio,non una telefonata di troppo.Solo il buongiorno mattutino e qualche chattata occasionale ogni tanto.
Aida aveva vissuto quei due anni rifugiata nella sua realtà virtuale.Realtà in cui aveva tanti amici e amiche con cui parlare,un ragazzo al mese circa,e emozioni che la vita reale non riusciva a regalarle:le emozioni di un Ti amo,che anche se semplicemente scritto su un monitor,e magari scritto contemporaneamente a dieci persone,era meglio di niente.Forse lei in fondo sapeva che quel mondo era fasullo,ma si convinceva che non era così.Era molto più facile lasciarsi andare e credere che quelle storie che viveva erano reali,che quei sentimenti che provava e che il "ragazzo del mese" diceva di provare per lei erano veri,intensi.Benchè ogni storia non durasse più di un mese,lei non mollava,perennemente alla ricerca dell'amore della sua vita.
Non aveva mai pensato a lui come tale.Non aveva validi presupposti:non la chiamava insistentemente,non le mandava sms dolci,non passava ogni secondo in chat,non la corteggiava.Solo un buongiorno,ogni mattina,alla stessa ora.Breve.Si concludeva sempre con:ciao ciao stellina.
Lo conobbe di persona il 29 Dicembre,in circostanze al quanto imprevedibili.
Il 27 si era recata alla stazione per conoscere finalmente il suo grande amore:Giampy....il mitico Giampy,il favoloso Giampy,che la riempiva di attenzioni,che la corteggiava da settimane.Lei e Giampy stavano insieme da un mese,e finalmente,quel giorno,lei avrebbe potuto incrociare per la prima volta il suo sguardo,e magari chissà,finalmente,dare il suo primo vero bacio.Riscattarsi del primo bacio dato alla persona sbagliata che le aveva riso in faccia dicendole che non sapeva baciare.Dimenticare quella brutta esperienza e lasciare spazio ad un nuovo ricordo,il primo bacio col suo grande amore Giampy.
Arrivò alla stazione puntuale.Nevicava.Si era fatta chilometri sotto la neve per vederlo,non poteva rinunciarci.Lui era Siciliano,e si trovava a Roma per passare il Natale da parenti.Si erano riconosciuti all'istante pur non essendosi mai scambiati le foto.Lui le era corso incontro gridando :"Ciao amore!" e l'aveva abbracciata.A quell'abbraccio,Aida si era sciolta,tutto il suo nervosismo era scomparso,rimpiazzato dal battito accelerato del suo cuore,ma per gioia adesso.Era lì,fra le braccia del suo amore,e il suo amore non era affatto rimasto deluso da lei anzi,l'aveva chiamata amore,l'aveva abbracciata e .....Eh già,pochi istanti dopo lui le aveva preso il viso dolcemente fra le mani,e aveva tentato di baciarla.Tutto in quel momento diventò scuro per Aida,il nervosismo tornò,rammentò di non saper baciare e si divinclò da quell'abbraccio a lei tanto caro.
"Eih ma che ti prende!" aveva detto Giampy.Stavolta il tono era meno dolce,quasi seccato.Il che non faceva altro che aumentare il nervosismo della povera ragazza.Non poteva dirgli la verità,non poteva dirgli che lei non sapeva baciare,non poteva,l'avrebbe perso,avrebbe perso il suo grande amore.
"No sai è che,beh io,cioè è solo che...insomma Giampy io...non mi piace questo posto,voglio andare via" Era tutto ciò che era riuscita a dire.Non riusciva a dargli una spiegazione.
"Vabbè piccoletta,andiamo via,facciamo una passeggiata.Ma ho solo un paio d'ore sappilo."
Il tono era diventato un misto fra seccatura e dolcezza,Aida era confusa,non capiva bene.Ma aveva deciso di non riflettere troppo,si era lasciata prendere per mano,ed erano usciti da quella stazione.
Passeggiavano e chiacchieravano,la situazione sembrava essersi sistemata.Fuori da lì Giampy sembrava essere tornato dolce.La teneva per mano e le parlava con la sua soave voce,le raccontava della sua famiglia,dei suoi sentimenti,dell'ansia che aveva di vederla,di quanto l'amava.
Il sogno era tornato,l'incubo si era dissolto,e Aida ora si sentiva tranquilla.Talmente tranquilla da accettare quando lui le propose di scendere sulle sponde del fiume,sotto,dove non passa nessuno,per stare un po' in pace,chiacchierare,diceva lui,senza avere gli occhi della gente puntati addosso.
E così erano scesi,e li giù,dove non passa nessuno,lui le aveva cinto la vita col suo braccio,delicatamente,l'aveva stretta a se',amorevolmente,e aveva avvicinato le proprie labbra alle sue.Aida,nuovamente presa dal panico si era ritratta una seconda volta.Ma questa volta lui aveva reagito diversamente:
"Insomma piccolè si può sapere che hai!Sei o non sei la mia ragazza!"disse con tono molto scocciato.
"Sì,sì lo sono,lo sono è solo che...."non era riuscita a terminare la frase.Lui l'aveva interrotta:"Lasciati andare..."e così dicendo l'aveva stretta a se',spalle al muro,e l'aveva baciata.Aida avrebbe voluto divincolarsi anche stavolta,ma non ci riusciva,era intrappolata con le spalle al muro,costretta quasi a subire quel bacio.Fortunatamente fu questione di secondi:
"Ma guarda te,sei proprio una ragazzina!Neanche sai baciare!Ti riaccompagno alla stazione...."e così dicendo aveva sputato a terra e si era avviato verso la strada.Aida avrebbe voluto piangere,ma non ci riusciva,avrebbe voluto scusarsi,ma ne era incapace.Era rimasta muta fino alla stazione,dove tutto quello che era riuscita a dire era un "CIAO".
"Ciao,e vedi di crescere prima di ricercarmi!"aveva risposto lui.Secco,gelido come il ghiaccio su cui puoi pattinare.
Lei era tornata a casa,sconsolata.Se sentiva sola,amareggiata,ancora una volta umiliata.Si sentiva morire dentro.Il suo grande amore l'aveva lasciata perchè lei non sapeva baciare,ancora una volta derisa,ancora una volta causa del disgusto di un ragazzo.Le aveva detto di crescere...
Per due giorni aveva riflettuto sul senso di quella parola:crescere.Due giorni interi prima di decidere.Lui sarebbe partito il 31,lei il 29 aveva deciso che sarebbe cresciuta a modo suo,in un modo infallibile,che non poteva deludere un ragazzo.
Si era svegliata prestissimo.Una lunga doccia tonificante con bagnoschiuma profumato ai fiori di pesco e shampoo al miele per renderle i capelli morbidi e soffici.Avev ascelto accuratamente l'abbigliamento:quei pantaloni che tanto adorava,che le fasciavano i fianchi senza marcare le forme un po' abbondanti,e quella magliettina,scollata al punto giusto,aderente ma non troppo,il giusto per renderla sexy ma allo stesso tempo mascherare il troppo.Ed era partita,decisa.
"Lo riconquisterò.Gli farò vedere che sono cresciuta.Alla fine è una cosa giusta.Io ho 14 anni,alcune mie amiche sono cresciute a 12 e con ragazzi che non amavano.Io invece lo amo.E ho 14 anni.Non posso deluderlo,non stavolta,per lui lo faccio,è arrivato il momento di crescere."Continuava a ripetersi queste parole.
Aveva deciso che sarebbe andata alla stazione e lo avrebbe chiamato.Gli avrebbe chiesto dove era il suo albergo,e sarebbe andata lì,a dargli tutto quello che poteva dargli per dimostrare di essere cresciuta.
Ma quel giorno tanti angeli erano intervenuti a salvarla da quello che sarebbe stato un enorme errore,e lei se ne era accorta anni dopo.Infatti quel giorno,arrivata alla stazione lo aveva chiamato,le aveva detto che era lì.Aveva dimenticato il cellulare e non era rintracciabile.Chiamava da una cabina.
"Giampy sono cresciuta,voglio dimostrartelo,ti darò tutto ciò che vuoi!Ti prego vieni,sono alla stazione,vieni!"gli aveva detto al telefono
"Piccola sei cresciuta davvero?allora vengo,ma non deludermi stavolta."
"Non ho il cellulare,ti aspetto davanti al tabaccaio,fai presto ti prego."
Aveva aspettato mezz'ora.Aveva cominciato a scendere la pioggia,leggera e silenziosa dapprima,e trasformatasi in un brusco temporale dopo pochi minuti.I suoi vestiti,scelti con cura,sotto la pioggia si erano ridotti a stracci.Non aveva neanche un ombrello ma imperterrita attendeva l'arrivo del suo amato,lì,riparata da un giornale trovato per caso.
Era passata un'altra ora,la pioggia aumentava:di Giampy neanche l'ombra.Era tornata alla cabina e lo aveva richiamato:
"Aida non vengo,non posso.Ho la febbre."aveva detto lui
"Ma come la febbre,prima potevi venire e ora no?Vabbene dai,dimmi dove sei,vengo io in albergo da te!"aveva risposto lei.Era nil momento della verità,sarebbe andata lì e gli avrebbe dimostrato tutto il suo amore.Anche se ormai i vestiti erano malconci e il trucco le era colato sul viso.Anche se ormai aveva un aspetto terribile.
"No guarda Aida il fatto è che noi ora stiamo partendo,insomma mi dispiace,ci vediamo presto ok?"e aveva riagganciato.
Le ultime speranze di riconquistarlo erano svanite.Aveva provato a richiamarlo,ma le aveva risposto la gelida segreteria.Gelida come quella giornata.Gelida come il suo cuore in quel momento.Era gelida e sola.non poteva tornare a casa,era troppo orgogliosa per tornare sconfitta.Avrebbe aspettato lì ancora qualche ora e poi sarebbe rientrata fingendo di aver trascorso una bella giornata.Ricordava le grida della madre quando era uscita,era assolutamente contraria.Tornare sconfitta significava dimostrarle di avere ragione,e lei non voleva.Avrebbe aspettato.Aspettato.Aspettato.
Ma poi aveva avuto un'idea.Avrebbe chiamato LUI.Lui abitava li vicino,magari sarebbe venuto,magari l'avrebbe conosciuto.Si chiedeva se fosse giusto cercarlo.Non le aveva detto di avere il ragazzo,e nell'ultimo periodo le telefonate,sempre brevi,erano diventate più dolci e il ciao ciao stellina era diventato un ciao ciao mia stellina.Lei aveva cominciato a sospettare che lui provasse altro per lei.Ma lei lo vedeva solo come amico.Magari ora voleva farlo diventare amico reale e non più virtuale,ma comunque solo un amico.Giusto chiamarlo a queste condizioni?Se lo era chiesto,ma aveva deciso di non pensarci,e aveva composto su quella cabina,il suo numero.