All'aperto,in un giorno di giugno
che aveva licenziato ogni nuvola,
il prete con osso bucato,in artificio
spruzzò e oliò la cerimonia del matrimonio
allungata da sermoni
miccia d'irrequietudini e sbadigli a raffica
tagliole per insetti subito sputati
ma proprio nel mentre la mistificazione
prendeva liscio e discesa,un corvo
fulmineo strappò la parrucca allo sposo
tra lo sgomento degli invitati
e l'ilarità di bimbi che subito ripresero
l'efferata guerra dei confetti,
un burlone fece una battuta...
un corvo che ruba alle cavie del suo capo,
sembrò sorridere anche il sole
per un cranio da arrostire,liscio
e sudato rifletteva le venature
sovraccariche di sangue arrabbiato
-I nasi erano ormai matite appuntite
rivolte all'azzurro cielo a disegnare le bizzarre
traiettorie di dispetto dell'uccellaccio che a un certo
punto esausto approdò su un cipresso
intanto un berretto venne posizionato
dalla suocera sulla testa d'uovo lesso
ormai monumento allo sconforto
-Il servo di Dio richiamò al contegno i presenti
e mitragliò frasi per lo sbuffo finale al concedo
in sintonia di mano a indicar via di fuga
subito intesa al ristorante
ove fuori all'ingresso un cameriere
s'era tolta la cinghia e la ruotava
a parare sciami di mosche
avventate,annegate nel dolce di aperitivi
-Con balli,canti,rutti,urla e sproloqui
la festa proseguì fino al mattino
tra vetrate frantumate,costole rotte sullo scivolar
sopra ossa giocate a calci da monelli
-Il batterista servo del vino si lasciò sfuggire
il percussore che finì a rompere in dente
alla sposa, miglior sorte al fisarmonicista,esagitato
colse un pizzo di gonna nel mantice dello strumento
e una ragazza si trovò nuda tra applausi
e occhi sbarrati
-Nonostante tanto trambusto alcuni invitati
giochicchiavano a frustarsi con le cravatte
licenziate da cappio
e lamentavano rigidità comportamentali,
uno spergiurò mai più a un matrimonio d'elite
a morire di noia
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Da:Pietre e Utopie
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