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Autore Topic: X Agosto  (Letto 5248 volte)

Offline michaelknight

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X Agosto
« il: 10 Agosto 2007, 13:28:59 pm »
Al X agosto è dedicata una delle più drammatiche e sentite poesie di Giovanni Pascoli: l'ho sempre concepita come l'altra faccia del 10 agosto, quella di chi guarda al cielo con rancore e con un mai sopito senso di vendetta, anziché con quell'attesa suggestionata da inutili atmosfere. Secondo voi qual è il tema che la rende davvero unica, la similitudine tragica tra il padre e la rondine, il "pessimismo astronomico" che apre e chiude il componimento, l'immagine delle bambole tristi o il parallelismo straziante tra la sventurata attesa del nido dei "rondinini" (hapax sublime) e quella della "casa romita"?

Offline Joe McFly

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Re: X Agosto
« Risposta #1 il: 11 Agosto 2007, 13:57:38 pm »
Ehi, che tema! Il tuo intervento mi ha subito colpito, tanto da spingermi a rispondere... Leggendo la traccia, però, mi sembra di essere tornato a scuola...  :-d Che incubo!
Cmq, davvero bello e meriti una risposta... Anche due!  ^_^

Se ho ben capito, tu vuoi sapere quale, secondo noi, il tema che rende unica questa poesia, tra quelli enunciati da te... Non credo sia giusto fare una scelta, ma dopo aver letto per ben 7 volte il tuo inervento, risponderei così:
il tema che più colpisce è il parallelismo straziante tra l'attesa dei rondinini e quella della famiglia... Entrambi (rondine e padre) vengono uccisi dagli uomini, ma non è totalmente una denucia contro l'uomo che il poeta intende trasmettere: ha voluto semplicemente far sì che l'omicida delle due vittime fosse lo stesso, o appartenente alla stessa "razza".
Il parallelismo vuole semplicemente trasmettere quanto la sofferenza è propria della Natura e che non colpisce solo l'uomo, ma anche la Natura stessa (certo, in questo caso è nata per colpa umana, ma non per questo estranea alla Natura: l'uomo è anche Natura).
Al tempo stesso, però, tutte e due le vittime (anche se una, l'uomo, fa parte della stessa "razza" colpevole della sua morte) alzano gli occhi al cielo. Questo gesto (si noti anche la posizione della rondine) richiama un pò la fede religiosa, come una richiesta di aiuto o un atto di perdono verso chi ha commesso tale gesto.
Ma visto che parlavamo di parallelismo tra Uomo e Natura, diciamo anche che il poeta ha voluto far sì che entrambe le parti compiessero lo stesso gesto, creando, appunto, una sintonia tra carnefice (uomo) e vittima (rondine) poichè, in questo modo, si annullassero le differenze e si riconcialiassero due entità di "razze" diverse: una (l'uomo) chiede perdono per il gesto compiuto dai suoi simili e la Natura, perdonandolo, lo reinsesce nella "catena naturale delle cose" (detto prosaicamente, "lo eleva al paradiso"); l'altra (la rondine) chiede al cielo il perchè di un gesto simile ma la Natura non sa rispondere e, "elevandola al paradiso", non può fare altro mostrarle la catena naturale delle cose, dove anche la sofferenza, e sopratutto la morte, sono cose naturali...
L'uomo e la rondine si ritrovano a convivere "nel cielo", e si ritrovano esseri simili, accumanti, appunto, dal fattore Natura. Il poeta vuole mostrare come noi facciamo parte della Natura e che le creature naturali non sono estranee a noi ma (da notare!) dopo questo evento (la morte violenta) si ritrovano ancora più legati, ma differenti in un particolare: l'uomo deve cercare di riunirsi alla Natura, trasmettendogli il perdono da parte degli altri uomini; la rondine deve cercare di capire l'insensatezza di un gesto simile ed accettare che la vita è fatta è anche di sofferenza e morte.

Questa è solo una mia interpretazione e forse sono uscito un pò fuori traccia, ma era da tempo che nn scrivevo un tema... Mi ha fatto piacere, anzi molto piacere, perchè i temi sono la mia passione e mi piace svolgere e semplificare tracce che sembrano difficilissime, analizzando i particolari e i caratteri di ognuna, per poi passare al complesso totale...
La mia prof di italiano avrebbe messo un burtto voto a questo mio svolgimento... Mi troncava sempre l'entusiasmo con i suoi giudizi tremendi. Odio la prof.  >:)
Complimenti ancora per la scelta della poesia...
 
Cosa c’è da dire sul bisogno di morire?
Hai detto qualcosina che gironzolava nella testolina
e, in fondo, non sei cambiato quando il mondo se n’è andato.
C’è soltanto da ribadire che non tutto deve finire
e rimane da  scommettere
che la vita è anime da mietere.[

Offline Ariel

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Re: X Agosto
« Risposta #2 il: 11 Agosto 2007, 15:13:50 pm »
Come dice Joe, è difficile scegliere un solo tema tra quelli che hai elencato. Anche perchè sono tutti questi elementi insieme, penso, che la rendono unica.
 
Era parecchio tempo che non la rileggevo e ti ringrazio per avermi dato lo spunto!
 
Penso che ci siano soprattutto due elementi che dominano tutta la poesia e che racchiudono tutti gli altri, non so bene come definirlo, mi viene in mente UNIFICAZIONE e SMARRIMENTO: da un lato Pascoli esprime l' essenza unica di tutte le cose dell universo nel DOLORE (uomo e rondine muoiono, famiglia e rondinini soffrono, e anche il cielo piange con loro) e la morte, essendo la massima espressione del dolore, non può che essere l evento in cui l "essenza comune" si manifesta al meglio.
Dall altro lato, il fatto di sentirsi parte di tutto l unico-dolore porta un senso di smarrimento e di impotenza e a questo penso sia collegato il tema del "nido" che torna ossessivamente in molte sue poesie. Come se cercasse di contrapporre all immensità universale che lo spaventa e lo confonde, un rifugio, un piccolo angolo protetto su "quest atomo opaco del Male" che è la terra.



A questo punto la mia Prof. di Italiano avrebbe detto: "E poi?" o_O, nel senso che ovviamente le considerazioni non finirebbero mai quando si tratta di "mostri sacri" come certe poesie.
Ma mi sono concentrata su quello che maggiormente mi ha suscitato rileggendola. :-d
cmq complimenti per la scelta  ;)

kiss     :-*
Ariel

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Offline michaelknight

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Re: X Agosto
« Risposta #3 il: 12 Agosto 2007, 19:52:12 pm »
Grazie amici, risposte davvero profonde, forse più profonde della traccia stessa. A questo punto mi permetto di proporvi una domanda forse un pò sdrammatizzante: qual è il vostro personale sentimento del X Agosto? Vi lasciate ancora pervadere dalla magia della "notte dei desideri"? O, se preferite, quali le vostre sensazioni il X Agosto ultimo trascorso?
Per quanto abbia forse potuto farmi interpretare, nel post di partenza, come uno che condanna lo stato d'animo di chi si accosta alla tradizione legata a questa data,in realtà per me il X Agosto è ancora la notte a cui chiedere qualcosa, non tanto al cielo, come troppo romanticamente si potrebbe concludere, ma a sé stessi, contemplando e magari anche rabbrividendo per quanto la forza e la megalomania della volontà umana abbiano fatto delle sue speranze e delle sue aspettative quelle di tutto l'universo.
« Ultima modifica: 12 Agosto 2007, 20:14:58 pm da michaelknight »

Offline *Tinkerbell*

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Re: X Agosto
« Risposta #4 il: 14 Agosto 2007, 01:05:31 am »
non mi stancherò mai di ripeterlo: il 10 Agosto è la mia notte preferita...mi piace troppo stare sdraiata a naso in su a guardare quel cielo in attesa di quella piccola scia luminosa che, abbandonando il suo pezzetto di volta celeste, porta con sè desideri e aspettative di molte persone... da piccola volevo essere una stella cadente, per poter fare felici le persone  (wizard)
personalmente durante la notte di san lorenzo rifletto molto, quest'anno in particolare ho pensato a lungo a una situazione ma non sono venuta a capo di nulla! >:o  :'(  ;) e in tre sere di osservazione ho visto 25 stelle cadenti, vale a dire 25 desideri tutti diversi... un po' per me, un po' per gli altri...
ogni scia è per me una magia: sto lì in contemplazione e ad un certo punto la vedo, vedo la stellina passare e automaticamente, come ad una bambina, mi si spalanca la bocca per lo stupore  :-O, ogni tanto pronuncio un "WOW" e formulo il mio desiderio sperando con tutto il cuore che si avveri

 :-*
Per avere qualcosa che non hai mai avuto devi fare qualcosa che non hai mai fatto

*Think Tink and Trink*