Interessante discussione. Il denaro di per sè è il controvalore di un servizio, qualunque esso sia, che viene prestato, sia a livello personale che pubblico. E' quindi un modo semplice e leggero per gli scambi. Se tutto questo fosse e rimanesse nella sua semplicità nulla vi sarebbe da dire o obiettare. Il fatto è che questo fenomeno è diventato abnorme, sia per la quantità di persone che sono coinvolte sia per il deprecato uso del sistema finanziario ad uso degli speculatori. "Avere senza fare" sfruttando il lavoro altrui in modo da trarne il massimo del beneficio senza costruire nulla con le proprie mani. Questo è il malnato pensiero del sistema capitalistico, e non come si potrebbe pensare del sistema consumistico, che di per sè è ovviamente una necessità, se considerato in senso positivo con l'opportuna eliminazione intelligente delle scorie. Vi è inoltre un fenomeno perverso chiamato pubblicità. Se usata in modo conveniente e onesta nulla sarebbe di negativo. E' ovvio infatti che un prodotto, più viene fatto conoscere a una maggiore quantità di persone più ha possibilità di essere venduto e di conseguenza le persone che lavorano intorno alla sua produzione ne traggono un vantaggio in termine di sicurezza. Dove sta allora l'inghippo? Sta nell'avidità dell'uomo che era presente all'epoca del baratto come è presente nell'attuale sistema economico. Tutti vogliono la Ferrari, tutti vogliono case e "castella", tutti vogliono i pluri "cessi" senza per altro capire che ne usano sempre uno solo. Tutti vogliono essere "migliori degli altri, con un antagonismo " sfrenato" senza assolutamente farsi passare per la "capa" (quando essa esiste) che la società e di per se stessa una struttura piramidale, nella quale ognuno ha una certa posizione basata su quello che insitamente può costruire. E' altresì ovvio che colui che grazie alle sue capacità imprenditoriali da lavoro a un certo numero di persone ne trarrà maggior vantaggio economico, o così dovrebbe essere, ma non per questo deve sciupare, come accade sovente questo suo maggiore profitto. Ci si chiede a questo punto il perchè il sistema non funzioni correttamente. Avidità, senso smodato del potere, non rispetto delle regole e malgoverno del territorio, ignoranza voluta nel riconoscere le necessità di una società dove ognuno dovrebbe vivere dignitosamente senza per questo calpestare l'altrui dignità del vivere. A questo punto si apre un ventaglio di osservazioni che per loro natura scendono nel privato di ognuno di noi ma trattarle una per una, anche volendo restringerne un pò il campo occuperebbero alcune di queste pagine, cosa che non è possibile, ma di fatto vi è da dire che il sistema capitalistico così come è concepito oggi è a un bivio: o ci si rende conto che siamo tutti delle persone con un rateo base di necessità assolutamente irrinunciabili e quindi doverosamente da perseguire oppure esso è destinato fatalmente a implodere nella sua stupidità "di moneta".