Nel silenzio di casa mia scrivo: la luce dello schermo del pc mi fa compagnia, musica in sottofondo, quiete, silenzio: sono sola. Tutti fuori, ciascuno per i suoi motivi, la giornata è stata intensa e sto bene qui, mi rilasso, penso a domani, domenica, il mio piccolo nucleo familiare si riunisce qui a casa.
" Beh...che prepariamo per domani? "
" Ah...facciamo il ragù! "
Sì, l'ho preparato e ora è sul fuoco, in cucina, sta sobbollendo piano piano, dopo il rito di...iniziazione...Sorrido. Non posso cucinare ragù senza pensare a Eduardo e alla sua bellissima commedia, quella in cui il sugo diventa il simbolo di tutta una vita familiare, dell'amore tra i protagonisti, del valore e della stima che la "padrona di casa" riscuote nel suo ruolo...
Un profumo antico, una ricetta di famiglia, con i suoi piccoli segreti, la scelta dei pezzi di carne, gli aromi, la pentola di coccio, il fuoco tenue e costante...
Il sugo rosso acquista nelle ore una tonalità via via più scura, più violacea.
In questo piccolo lago, simile alla lava di un vulcano, affiorano gli involtini di carne: piccoli fiori gonfi, che galleggiano e si voltolano piano piano in quel mare di effluvi, aromi antichi, semplici, da gustare col naso prima, con gli occhi poi, quando il sugo vellutato si appoggerà morbido sulle orecchiette gialle di semola o scure di farina integrale, e le colorerà, accarezzandole, come un innamorato intraprendente che tutto abbraccia con voluttà...
E davanti ai miei occhi scorrono le scene domenicali di tanti anni: i bambini "imbavagliati" nei tovaglioloni bianchi e i volti dei nonni vicini a loro, sorridenti, mentre i maccheroni passano attraverso le bocche aperte sui dentini mancanti ( il topolino li ha portati via! ) lasciando dei deliziosi baffi rossi intorno...e il parlottio, e lo scambio di importantissime verità assolute: " Come, non metti l'olio santo? E quello ci vuole! Senza peperoncino che ragù è? " e la formaggera che gira per la tavola, imbiancando generosamente i piatti dei commensali ...
E intanto il profumo del ragù, mischiato ai ricordi, si spande per casa e accoglierà i ragazzi, che ormai sono grandi e rientrano tardi e magari entreranno in cucina, alle tre di notte, e un pezzetto di pane bagnato in quel sugo tiepido e morbido gli farà da accompagnamento della buona notte, quasi fosse un bacio della mamma e una carezza...[/i][