La calura,mantello invisibile
trafitto da lame frescure e
pezze calde bagnate soffiate
da spifferi freddi sulla pelle
a Settembre aeroporto
ove declini a partire,profughi a tornare
foglie in addii e ruscelli al rimpatrio
applausi a vagiti,sermoni saracinesche
a respiri che lasciano per sempre
carni per il vento
-Elisir inebrianti,grappoli pillole
per vapori d’alcool,ragnatele al gelo
prenotate trappole ai dolori
-Terso il cielo,invaso a macchie
da nuvole clandestine,regolarizzate a terra
con timbri d’ombrelli Cinesi
-Viaggiano ancora cartoline estive
ma le scritte paiono franare
l’inchiostro di baci,slavine
portano effusioni al tonfo,fuori rettangolo
-Le onde dei messaggi telefonici,
vanno prima a leggere le facce
barricate nel silenzio e in ritardo
a scusarsi d’intrusioni planano alle antenne
ormai accantonate dai cuori dietro scudi
e tornano retoriche metalliche le voci
affidate a numeri,ora matematica dei giorni
ieri tasti accordati a pianoforti d’anima
-E’ questa una poesia pretenziosa
a sostituirsi al treno perso di speranza
degli zoppi illusi
--A volte basta essere capiti nella sconfitta
e convincersi che non è stato tempo perso,
la vita nel ricordo si può trasferire ad altri
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Da:Avanguardie Irriverenti
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