Il fiato gli mancava.
Si fermò piegandosi su se stesso e cercando di raccogliere le forze e il respiro.
Non credeva di riuscirci: invece l'aveva fatto, aveva rubato nei grandi magazzini, una intera serie di cd, ed era riuscito a passare velocissimo dalle barre rivelatrici, scattava l'allarme e lui era già fuori, con i piedi che volavano e nessuno che lo potesse inseguire, aveva buttato via giubbotto e cappello, era irriconoscibile, sembrava uno dei tanti che facevano footing sul lungomare, certo un footing veloce.
Aveva vinto la sfida con se stesso: nessuno più lo avrebbe potuto chiamare vigliacco.
Si raddrizzò e ripartì, senza fretta ormai, respirando con gusto l'aria di mare.
Al primo cassonetto buttò via la raccolta di cd.
La nausea gli attanagliava lo stomaco.
Lacrime cominciarono a bagnargli il viso, ogni tanto lo scuoteva un singhiozzo.
La verità era una: non era contento, non era soddisfatto di se stesso, credeva di sentirsi forte, coraggioso, invece si sentiva svuotato, distrutto, come prima: solo un ragazzino smarrito e senza l'affetto e la stima di nessuno.
Desiderò morire e pensò" ecco, sono davvero un vigliacco "...
Il sole tramontava sul lungomare, un gabbiano affamato beccava furiosamente una cartaccia incrostata di pizza, la città continuava la sua vita, indifferente ai mille piccoli o immensi drammi che si dipanavano per le sue strade...
