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Autore Topic: dopo il ritorno  (Letto 1452 volte)

Offline Phoebe1987

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dopo il ritorno
« il: 5 Marzo 2010, 18:58:48 pm »
Questo fa parte di un libro che sto scrivendo:è fresco, fresco di oggi: spero vi piaccia. Un abbraccio


Ad attendermi una luce dentro casa. Fuori un cavaliere. Vidi i miei avvicinarsi al galoppo, ma con un cenno li rassicurai e subito tornarono sui propri passi. Non c’era niente di cui preoccuparsi: sebbene fosse buio e gli anni avevano cambiato anche lui, conoscevo perfettamente l’identità di chi mi si era presentato davanti all’uscio di casa.
- Credevamo tutti che oramai fossi troppo lontana per tornare indietro.-
- La sono stata.-
Rimasi qualche istante a guardare attraverso i suoi grandi occhi, specchio di un sentimento che come l’argento sotto l’umiliazione del tempo non perde quasi mai l’antico smalto, se non gli è tolto del tutto il ricordo. Non era cambiato affatto, nonostante il capello più corto e l’accenno di barba ad indurirgli il volto.
- Posso entrare?-
- Certamente.-
Mio padre non era in casa. Il suo cavallo non era al suo posto nella stalla. Probabilmente era troppo sconvolto per affrontare la realtà, ma ci sarebbe stato il momento anche per quello.
Il fuoco ancora scoppiettava e correva il grigio fumo verso l’alto. Doveva essersene andato da poco. Gli feci segno di accomodarsi.
- Posso offrirti qualcosa?-
- Dell’acqua - rispose, tagliando corto. Non era certo venuto per bere - Dell’acqua andrà benissimo.-
Posai due ciotole pulite sulla massiccia tavola di legno, levigata neanche con eccessiva cura. Se osservata attentamente si poteva notare qualche scheggia, sfuggita al falegname, fare capolino dalla superficie. Versai l’acqua, come si conveniva in onore di un primogenito di nobile discendenza. Poi sedetti anch’io, innanzi a lui. Percepii la sofferenza che ci aveva diviso, l’ultima volta che le nostre vite avevano camminato insieme. L'urto dello schiaffo fendeva ancora l’aria della tacita sofferenza di quel sentimento impotente che apparteneva a giorni e luoghi del passato. Lui ancora avvilito per i lontani trascorsi, la cui mano s’avvicinò alla mia, senza però sfiorarla, prima di condividere il motivo di quella visita.
- Mi sei mancata..-
Non mostrai alcuna reazione, nonostante dentro qualcosa fosse scattato.
- In tutto questo tempo - proseguì senza farci caso - non ho fatto altro che pensare a come sarebbe stato se io quel giorno non avessi commesso quell’imperdonabile sciocchezza.-
Allungò anche l’altra mano sul tavolo; dell’acqua sembrava proprio non interessargli granché.
- Non riesco a trovare né il perdono, né la pace; quando penso che forse se io avessi agito diversamente, saresti potuta avvicinarti a me o forse saresti stata ancora con lui.. Non m’importa. Ciò che conta davvero è che ci saresti stata, in un modo o nell’altro.-
Quelle parentesi della mente, venute alla luce del sole dopo anni di prigionia forzata, suonarono come una dolce melodia gettata in pasto al gelido vento che aveva scompigliato le foglie il pomeriggio stesso. Freddo era il mio cuore in proposito, come la grandine che tutto colpisce con forza, non come la soffice neve che soltanto s’adagia. Io, impietosa, che ero così paralizzata da non riuscire nemmeno a mutar espressione; quando dentro invece ero in preda alla tormenta.
- Forse - riuscii infine a farmi uscire qualcosa di senso compiuto, dopo momenti di attesa insostenibili - Forse me ne sarei andata lo stesso.-
- Capisco, ma se io.. Avrei potuto starti vicino e convincerti  a restare, a prescindere dalla sorte di..-
- No, ti dico - fuoriuscì convinzione dal mio tono seccato - Me ne sarei andata.-
- Capisco..- si trovò a ripetere e allora si alzò, ruotando il corpo nella direzione opposta. Mi alzai di scatto, in segno di rispetto. Non era più come quando eravamo bambini. Conoscevo il suo futuro e ciò influenzava notevolmente il mio atteggiamento nei suoi riguardi. Ad un re, non si può certo mancare di rispetto.
- Non mi ami.. Non mi hai mai amato. -
- Non è per questo! - ribattei prontamente, ma probabilmente avrei dovuto dire: “Non è solo per questo”; poiché la frase, uscita in quel modo, non poteva far altro che accendere false speranze.
- Allora? -
Pretendeva una risposta. Quante domande e questa volta non erano le mie a dover essere esaudite e quante risposte che non sapevo come dare.
Restava di spalle; braccia conserte in un modo che mi metteva inquietudine, davvero e la sua figura stagliarsi al chiarore delle fiamme scoppiettanti, mi parve ora come quella di un uomo e non del fanciullo di un tempo. Aveva compreso e tenuto nascosto.. Forse per lealtà, forse per vergogna. Avrebbe potuto comprendere le mie ragioni? Avrebbe potuto sopportare un ulteriore così pesante segreto?

Offline kant.51

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Re: dopo il ritorno
« Risposta #1 il: 6 Marzo 2010, 20:12:56 pm »
wow....intrigante!  W00T! E ben scritto Phoebe...bravissima!
cKappa ^*°^*°^*°^*°^*°^*°^*°^*° Sì che ti voglio bene, bene davvero...

Offline Phoebe1987

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Re: dopo il ritorno
« Risposta #2 il: 8 Marzo 2010, 21:35:06 pm »
Infinitamente grazie, Kant!