Ricordi quando la mattina,
andavamo al mare e tu con i
calzoni rivolti, improvvisavi un pescatore
di telline e io meravigliato, volevo essere come te.
Quando mi insegnavi a nuotare al largo, a cavalcioni
tu sembravi un delfino, volavo sulle onde con te.
A pà, dove sei adesso, forse ad insegnare agli angeli
a volare senza ali come te, a giocare con le nuvole a
forma di pallone.
A pà, quanti giorni mancanti e pensati da grande,
insegnante tu del mio essere uomo.
A pà, le ferite sulle mani che guaristi tu, tenendomi
stretto a dormire accanto a te, e sentivi il lamento
delle mie paure e del dolore, con un dito rimandavi
sù le mie lacrime di bambino.
A pà, ricordo i tuoi capelli bianchi giovani, in quei
pomeriggi di sole, tra le tue piantine che crescevano
fino a sera. A pà, sei ora viaggiatore delle stelle
non hai più dolori da sopportare, tu ora sei un angelo
che stà nel mio cuore.
(a mio padre per sempre)