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Il cammino era faticoso, l'andatura lenta.
Hashmir proseguiva sul terreno coperto di radici affioranti che facevano dolere piedi e gambe; a volte affondavano fino al ginocchio tra foglie marce e maleodoranti, strani funghi bluastri nascevano sparsi sotto gli alberi millenari, emanavano una leggera fosforescenza e un acre odore di muffa.
"Naturalmente sono velenosi, vero? " chiese Hemmaus al vecchio.
Hashmir si voltò verso il giovane
"Dipende" rispose
" Come, dipende? "
" Sì, dipende dalla persona che se ne ciba-riprese Hashmir- Non sappiamo quale sia il motivo, manon fanno a tutti lo stesso effetto, so di gente che ne è morta o è rimasta pazza per sempre. Altri hanno avuto visioni del futuro, hanno parlato con gli dei...io certo non ne mangerei!-
" E se ci dessero la soluzione per penetrare nelle Terre di cenere?-chiese a un tratto Hastrid
Hemmaus la prese per le spalle: " E se tu impazzissi o morissi? Lo sai bene che succederebbe anche a me, vero? "
La giovane donna sorrise, scuotendo la testa e riprese il cammino.
Ben presto furono tutti bagnati e, nonostante il freddo, l'umidità li faceva sudare e il sudore si raggelava addosso.
Il senso di disagio aumentava.
Infine si fermarono sotto un grande albero cavo che offriva un po' di riparo.
Hastrid colse un fungo blu e lo pose nella bisaccia.
Mangiarono il foibeaux, il pan di via, bevvero un sorso d'acqua e socchiusero gli occhi per riposarsi un po'.
Hastrid cominciò a sognare di essere avviluppata da un mantello bianco e freddo.
Spalancò di colpo gli occhi e si trovò davanti il magnifico falco bianco in posizione d'attacco, le ali spalancate, il becco aperto, le zampe divaricate.
Questione di attimi e le avrebbe artigliato gli occhi.
Le vennero in mente parole dal suono sconosciuto, cominciò a pronunciarle, intrecciò le dita davanti a sè intonando una nenia lamentosa e monotona.
L'imponente falco barcollò e prese a sbattere gli occhi ritmicamente.
Hashmir ed Hemmaus si erano svegliati, ma erano altrettanto scossi e ipnotizzati, guardavano sbigottiti la scena, Hastrid intanto si era levata in piedi e proseguiva nel suo incantesimo.
Piano piano la bestia chiuse gli occhi, rattrappì le ali e si adagiò a terra immobile, in posizione di resa.
Hastrid si avvicinò, lo raccolse con un brivido e cominciò a carezzarla, mormorando dolcemente. Infine la depose nel cavo dell'albero e fece cenno ai due uopmini di proseguire in silenzio.
Quando furono lontani parlò: "Dormirà per molte ore, non so se svegliandosi, tornerà ad essere una creatura di Rabbyth o meno...io ho cercato di cancellarle dalla memoria tutto! Forse tornerà ad essere un normale falco che volteggia nel cielo...lo spero!-
Erano intanto giunti al limitare della foresta.
- SSSShhhtt...! - biascicò Hashmir, accennando a un pianoro al di là degli alberi, in lontananza il paesaggio diventava sempre più arido e brullo con erbe secche e giallastre, rocce affioranti e sabbia fine , perdendosi poi nella nebbia.
-Lì cominciano le Terre di cenere, i territori dei MUgs, che qualche volta si spingono fin qui nei loro giri di controllo.-
" Hashmir!-intervenne Hastrid- dobbiamo lasciarci ora! Non devi venire oltre, hai già fatto anche troppo per noi!
Il vecchio Panethop, l'uomo con la coda, assentì gravemente, era commosso e non riusciva a parlare. Abbracciò i due giovani con affetto e li benedisse secondo il rito antico della sua gente, segnando piccoli cerchi con le mani sulle loro gote.
Quindi si voltò e a lunghi passi, la coda ondeggiante, sparì nella Foresta Oscura.
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