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Autore Topic: Marguerite  (Letto 1975 volte)

Offline Juliet

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Marguerite
« il: 25 Giugno 2010, 21:24:22 pm »
“Vi amo”, gli disse Marguerite osservando il sole che scompariva nel lago. Alla tacita risposta di Ariel, Marguerite si voltò a guardarlo dolcemente: l’uomo sembrò risvegliarsi improvvisamente da un lungo sonno, guardò incredulo la donna che aveva davanti e gli parve che con quei meravigliosi occhi blu cercasse di penetrare i suoi pensieri. Tentò di sostenere il suo sguardo per un poco, poi, fingendo di non aver sentito le chiese:
“Come scusate? Avete detto qualcosa?”
Lei sorrise, facendosi rossa in viso e tornando a guardare il lago ripeté: “Vi amo”. Lui rimase ancora in silenzio per un attimo, soppesando le parole per poi dire un povero: “Anche io”. Marguerite sorrise nuovamente, si sentiva al sicuro tra le braccia di quell’uomo così misterioso che era arrivato da chissà dove in una notte di luna piena. Si erano incontrati sulla riva di quel lago: lui l’aveva subito stretta a sé. Inizialmente Marguerite aveva cercato di ribellarsi, ma quando lui l’aveva baciata, non aveva potuto fare a meno che sciogliersi nel suo abbraccio e nelle sue carezze. In seguito lei gli aveva chiesto molte volte da dove venisse, ma Ariel non le aveva mai risposto: diceva semplicemente che quella notte era arrivato seguendo il corso del fiume che gli aveva portato la voce di una bella e dolce fanciulla. Quando parlava così, Marguerite sentiva quel fuoco che le bruciava dentro alimentarsi a tal punto da non poterlo contenere. E cantava, ringraziando Dio di averle donato quella voce che li aveva fatti incontrare. In quei momenti non le importava più conoscere il passato di Ariel, le bastava sapere che nel presente lui era lì con lei; ed era sicura che sarebbe stato così anche in futuro.
Marguerite sentì Ariel alzarsi: lo seguì un poco con lo sguardo, mentre si avvicinava al lago e poi, preoccupata, si alzò e gli si fece accanto.
“Cosa vi succede? Cosa vi preoccupa, amore mio? Parlatemene, vi prego”, lo supplicò dopo averlo abbracciato.
Lui le circondò le spalle con un braccio e seguitando ad osservare la riva opposta, le rispose:
“Nulla, non vi preoccupate. Non è nulla. Solo.. credevo di aver visto una persona al di là del lago.”
“Chi, se posso sapere”, lo interrogò sospettosa Marguerite.
“Una donna che ho conosciuto durante uno dei miei tanti viaggi, ma che certo non può eguagliare la vostra bellezza”, disse Ariel, posando una mano sotto il mento di Marguerite e alzandole il viso in modo da poterlo contemplare con tutta calma.
Imbarazzata, Marguerite volse gli occhi verso la casa che avevano costruito poco prima di sposarsi, proprio lì, sulle rive di quel lago che li aveva fatti incontrare.
“Siete forse gelosa, mia cara?”, chiese Ariel in tono scherzoso.
“No, assolutamente no”, mentì Marguerite tornando a guardarlo.
Stettero abbracciati in riva al lago, osservando silenziosamente l’acqua increspata dalla leggera brezza della sera, fino a quando il cielo fu completamente pieno di stelle. Dopo essersi scambiati un bacio rientrarono in casa.
Il mattino dopo, svegliandosi, Marguerite si preoccupò non vedendo Ariel nel letto. Si vestì in tutta fretta e discese correndo le scale, cercando l’uomo in tutte le stanze. Quando lo vide fuori, ancora in riva al lago, fece un sospiro di sollievo, si impose di calmarsi e lo raggiunse. Era vestito di tutto punto, teneva in mano la tazza di caffè e solo quando gli fu davanti, Marguerite vide che aveva con sé la borsa che usava per i lunghi viaggi. Ariel aveva nuovamente gli occhi rivolti alla riva opposta del lago, ma questa volta sembrava fissare il nulla. Marguerite rivide in lui lo sguardo che aveva notato quando si erano incontrati la prima volta: quello sguardo misto di speranza e di paura che gli aveva visto solo durante quella fredda notte e che poi era sparito. Ariel sembrava non essersi nemmeno accorto che lei era lì: a Marguerite parve che Ariel fosse intento ad ascoltare qualcosa. Tese l’orecchio anche lei, per tentare di captare ciò che aveva paralizzato il marito, ma non colse nulla di diverso nella natura che li circondava. C’era il solito cinguettio dei pettirossi e degli usignoli, il vento che soffiava tra le fronde degli alberi, i guizzi dei pesci nel lago. L’unica cosa che sentì di differente fu l’atmosfera: ogni suono sembrava voler nascondere un addio imminente. Persino il canto degli uccellini era spento, quasi dettato solo dall’istinto e dall’abitudine. Mentre pensava a ciò, Marguerite si rese conto che suo marito la stava guardando:
“State partendo?”, gli chiese.
Lui sospirò e abbassando lo sguardo ripose un debole Sì.
“Perché non me l’avete detto prima?”, domandò Marguerite, sentendo rinascere l’agitazione.
“Perché.. perché prima non lo sapevo. Ho rivisto quella donna, questa mattina, quando mi sono svegliato. La stessa donna che credevo di aver visto ieri sera. E ho sentito la sua voce, che mi chiamava. Ho sentito il suo canto portato a me dal vento.”
Marguerite era immobile, stupita per quelle parole.
“State forse dicendo che avete un’altra donna?”, domandò nuovamente Marguerite, con la voce rotta dal pianto.
Ariel tornò a guardare quegli occhi blu che credeva l’avessero fatto innamorare: si chiese come avesse potuto essere così ingenuo.
“No, Marguerite, no.. Non ho nessun’altra donna al di fuori di te”, rispose Ariel in tono dolce, quasi rassicurante.
“E allora cosa significa che avete visto quella donna e sentito la sua voce? Nelle vostre parole non era forse implicito il fatto che siete deciso a seguirla?”
“Non è così semplice da spiegare, Marguerite. Avrei voluto raccontarvi tutto prima, quando ne avevo il tempo. Ma ora è troppo tardi. Devo partire. Lei mi sta aspettando.”
Marguerite lo fissò incredula mentre si chinava a raccogliere la sua borsa e posava la tazza ancora piena sull’erba verde.
“Dove.. dove state andando?”, urlò Marguerite dopo aver raccolto la tazza che lei stessa aveva dipinto.
“Credo sia meglio per voi lasciarmi, ora, in queste luogo, finchè potete, fintanto che siete in tempo. Non seguitemi, non cercatemi. Mai più.”
Disubbidendo al comando, Marguerite iniziò a camminare dietro di lui, cercando di tenere il suo passo e trascinandosi dietro il pesante vestito.
“Aspettate, non potete abbandonarmi così! Io vi amo!”
Ariel si voltò: un barlume di speranza nacque negli occhi di Marguerite.
“Questa mattina, svegliandomi, ho sentito la voce di quella donna, la stessa voce che sentii cinque anni fa, quando giunsi qui, guidato dal fiume e incontrai voi. Vedendovi sulla riva di questo lago, intenta a cantare alla luna, pensai subito di aver trovato ciò che credevo perduto. Ma mi resi poi conto che non era così. Ho mentito per tutti questi anni: non siete voi la donna che amo. Portandomi la sua voce il fiume mi ha risvegliato, ha disturbato la pace che finalmente avevo ricostruito in me; questo fu cinque anni fa e lo è tutt’ora. Ora so che finchè non avrò trovato l’anima di Helena, l’anima che mi è così cara, non potrò più avere pace. In qualche modo e in qualche luogo la ritroverò per non lasciarla andare mai più. Helena è morta: di lei ora non c’è altro che uno spirito e ancora mi chiedo come abbia potuto essere tanto stupido da credere che voi foste lei, che la mia Helena fosse ancora viva. Nulla può riportarla in vita. Vi prego di non pretendere che io vi ami. Il mio cuore appartiene solo a Helena. E la ritroverò in qualche luogo nel tempo. Seguirò le tracce come un cacciatore segue la sua preda. E continuerò a cacciare finchè non l’avrò ritrovata.”
Ariel ricominciò a camminare. Marguerite lo osservò un attimo, mentre si allontanava piano. Poi prese nuovamente a seguirlo, piangendo come mai aveva fatto in vita sua.
“Vi ho detto di non seguirmi, Marguerite. Sto andando troppo lontano perché possiate venire con me.”
“Nessun luogo è troppo lontano”, ribattè Marguerite avvicinandosi ad Ariel, che si era fermato ai piedi di una grossa quercia.
“Sto andando in un luogo sconosciuto che non si trova nello spazio, ma nel tempo. Sto andando troppo lontano perché sia possibile per me ricominciare una nuova vita con voi.”
“E io vi posso dire che posso cancellare le vostre sofferenze, guidandovi attraverso una nuova vita con me e coprendo il vostro dolore come il ghiaccio su un lago di lacrime.”
“È inutile, Marguerite. Io non vi amo. Non seguitemi. Fatelo per il vostro bene e anche per il mio, se davvero mi amate così tanto come dite. Fa freddo qui, tornate a casa a scaldarvi.”
“Come mi scalderò se non ci sarete voi al mio fianco?”
“Avete un bel caminetto in casa, Marguerite. Quello vi scalderà più di quanto possa fare io con un amore inesistente.”
Marguerite si arrese, guardando il marito scomparire sul sentiero. Lasciò la presa sulla tazza che teneva in mano: la vide cadere e infrangersi in mille pezzi. Si chinò per cercare di raccoglierli e rimetterli assieme, come avrebbe voluto fare con la sua vita, ma le risultava impossibile. Osservò tutti i cocci dipinti mentre si riempivano delle sue lacrime e della neve che cominciava a cadere.

“Dai nonna, vieni! Corri!”, urla Alessia.
“Non posso correre, tesoro, non ho la tua energia.”
“Uffa!”
Nonna Giulia si preoccupa quando non sente più la voce della nipotina che la chiama:
“Alessia, dove sei?”
“Sono qui nonna, sotto la quercia. Guarda nonna, guarda cosa ho trovato!”
“Cosa?”
“Una margherita! Non è bellissima, nonna?”
“Sì, lo è!”
“Ma nonna, ma le margherite non crescono in primavera? Perché questa è cresciuta in mezzo alla neve?”
“Non lo so, Alessia. Magari è una margherita speciale.”
“Sì, può essere. Guarda i suoi petali nonna, sono strani. Non sono tutti bianchi: ci sono dei disegni sopra.”
“Già, vedo”, rispose la nonna inforcando gli occhiali. “Sembrano quasi.. dipinti da qualcuno.”

"L'effetto trigger" esiste,ma nessuno può dimostrarlo.Perchè nessuno è immune da esso.Tutti abbiamo rimosso dalla nostra mente una brutta esperienza.E allora come sappiamo che esiste davvero?Provate a chiedere alla vittima di una guerra,di un abuso,di una violenza e scoprirete che non sto mentendo.Perchè un viaggio nella mente umana è come un viaggio all'inferno,nel più profondo degli incubi..Anzi, peggio!

Offline Alamuna

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Re: Marguerite
« Risposta #1 il: 25 Giugno 2010, 22:17:29 pm »
 :-) Molto carino! E'stato piacevole leggerlo... e la fine è inaspettata ^_^
Go as far as you can see, when you get there, you'll be able to see further. (T. Carlyle)

Offline Juliet

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Re: Marguerite
« Risposta #2 il: 25 Giugno 2010, 22:21:04 pm »
Grazie Alamuna!molto gentile! ^_^
"L'effetto trigger" esiste,ma nessuno può dimostrarlo.Perchè nessuno è immune da esso.Tutti abbiamo rimosso dalla nostra mente una brutta esperienza.E allora come sappiamo che esiste davvero?Provate a chiedere alla vittima di una guerra,di un abuso,di una violenza e scoprirete che non sto mentendo.Perchè un viaggio nella mente umana è come un viaggio all'inferno,nel più profondo degli incubi..Anzi, peggio!

Offline kant.51

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Re: Marguerite
« Risposta #3 il: 25 Giugno 2010, 23:43:40 pm »
Questa dimensione sospesa....intrigante direi... :-)
Brava Juliet! W00T!
cKappa ^*°^*°^*°^*°^*°^*°^*°^*° Sì che ti voglio bene, bene davvero...

Offline Juliet

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Re: Marguerite
« Risposta #4 il: 26 Giugno 2010, 13:31:57 pm »
Graaaazie mille, Kant! :-*
"L'effetto trigger" esiste,ma nessuno può dimostrarlo.Perchè nessuno è immune da esso.Tutti abbiamo rimosso dalla nostra mente una brutta esperienza.E allora come sappiamo che esiste davvero?Provate a chiedere alla vittima di una guerra,di un abuso,di una violenza e scoprirete che non sto mentendo.Perchè un viaggio nella mente umana è come un viaggio all'inferno,nel più profondo degli incubi..Anzi, peggio!