Non so cosa pensare di te. Sei apparso all’improvviso, reduce da infiniti errori e da una storia senza fine. Ti sei intrufolato di fretta, con mani calde ed un sorriso che ancora non conosco. La tua voce mi parla, ma è te che non so chi sei. Fin dal primo istante hai saputo che cosa fosse meglio per te, mentre io ancora brancolo nel buio. E’ la troppa confusione, il troppo dolore accumulato e la voglia di vivere in altre cose che mi porta a guardare lontano, in una direzione che tu non conosci. Qualche volta il mio pensiero vola a te, ma subito sbatte contro un muro invisibile e cade a terra, poiché strettissime catene lo tengono legato. Ho amato e me lo ricordo bene. Questo non è amore, non è la stessa cosa e lo so per certo. Ora desidero altro. Ci dev’esser certo anche spazio per l’amore, ma non solo per quello. Le farfalle sono durate un giorno, forse due. Sono già volate via, quelle magiche farfalle, che l’arrivo dell’inverno ha voluto scacciare lontano. E se anche l’amore c’è, non durerà per sempre. Passerà ogni cosa, come è già successo. Non sono ancora pronta, non trovo le parole. Il mio sorriso lascia il segno, ma i miei pensieri sono ancora là, nella bella e placida Puglia, ultimo miraggio di un sogno d’amore che si è infranto poco dopo, scomparendo nel più remoto degli abissi. Vedo ancora quel cielo terso, dalla bianca terrazza, e sento, ad ogni mio primo respiro dopo il sonno, il profumo del mare e l’inceder delle onde sulla spiaggia, lente, alle prime luci del mattino. Poi la dolcezza dei fichi, quella che non sento ormai da tempo nel mio cuore; quando, con l’avvicinarsi dell’inverno, l’unica emozione a resistere è il vuoto.
