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Autore Topic: il barbone  (Letto 2210 volte)

Offline kant.51

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il barbone
« il: 29 Marzo 2007, 16:50:04 pm »
IL  BARBONE

L’uomo è lì, riverso a terra sul marciapiede sporco, prono lungo le colonnine del sottopassaggio della metro. Nemmeno il braccio gli protegge il viso dal contatto con l’asfalto. La guancia, con la barba lunga e a chiazze, tocca i mattoni grigi; gli occhi sono chiusi, i capelli ispidi e sporchi sono scuri.                                                                                                                                                     L’uomo è giovane.
Un braccio è allungato a terra, l’altro è accanto al corpo e anche le gambe hanno la stessa posizione asimmetrica. Dagli abiti vecchi e senza colore sporgono una mano e un piede: hanno dita fini, delicate , luride, con le unghie spezzate e orlate di nero, un po’ rattrappite, forse per il freddo. Due piccoli pezzi di cartone sono malamente appoggiati sulle spalle e sulle gambe, in parte a terra e in parte sul corpo, ondeggiano alle folate di vento. I reni sono scoperti, bordi di biancheria nerastra fuoriescono sotto la giacca e i calzoni, si scorge la fessura delle natiche magre,
Quel corpo ha un abbandono innaturale, potrebbe essere di un ubriaco, di un morto, di un drogato, comunque di uno fuori di sé, è solo un corpo, privato dello spirito, dell’identità.
Dignità e respiro sono andati via.
E’ lì, offerto al ludibrio di chiunque, senza più speranza, resistenza, ragione. Si è arreso. E’ materia primordiale, ma suggerisce la corruzione della carne, non la prepotenza della vita.
Intorno altri barboni: eppure nella loro condizione di barboni ci sono ancora barlumi di istinto di conservazione, gli abiti, indossati a strati, sono calzati bene, stretti da spaghi e sciarpe, i berretti sono in testa, i pezzi di cartone sono ben tirati addosso come coperte, hanno cercato un riparo fra due colonne o in una rientranza del muro o su una panchina, danno le spalle alla gente e alla luce.
Quella creatura no, giace lì nella sua nudità, come un guscio vuoto e inutile, da buttare via, come immondizia.
Immondizia un uomo, la sua vita,i suoi sogni, il suo dolore.
Immondizia la sua anima.
Inutili lacrime mi rigano il viso.
Vigliaccamente proseguo per la mia strada.


 
 
cKappa ^*°^*°^*°^*°^*°^*°^*°^*° Sì che ti voglio bene, bene davvero...

Offline Young dreamer

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il barbone
« Risposta #1 il: 29 Marzo 2007, 17:11:41 pm »
:(  :(  :(  :(  :(  :( E' la tristissima descrizione di una realtà che purtroppo ci circonda....
Citazione
Vigliaccamente proseguo per la mia strada.
Questa frase è fin troppo vera,stato d'animo che spesso provo anch'io...
E dopotutto ci sono tante consolazioni! C’è l’alto cielo azzurro, limpido e sereno, in cui fluttuano sempre nuvole imperfette. E la brezza lieve […]
E, alla fine, arrivano sempre i ricordi, con le loro nostalgie e la loro speranza, e un sorriso di magia alla finestra del mondo, quello che vorremmo, bussando alla porta di quello che siamo.
(Fernando Pessoa)       Blog: http://sogna-ragazzo-sogna.blogspot.com/

Offline Joe McFly

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il barbone
« Risposta #2 il: 29 Marzo 2007, 17:12:14 pm »
Adesso finisci sul sociale! Nemmeno io mi spingo tanto... Si, talvolta mi interesso di problemi sociali, però so che letture del genere colpiscono solo persone dal dolce animo, come sono di dolce animo le persone che le scrivono!
Se desideri far colpo sul pubblico, devi portarli a pensare non presentado il problema in modo chiaro, ma con allusioni e con fascino... (E così che vado contro al mio stile chiaro e semplice!)
No... Forse ho detto delle sciochezze: il tuo lavoro rimane comunque stupendo e denota una dolcezza d'animo. Come tutti, rimani colpita da tali situazioni e vorresti fare di più, come lo vorrei io. Così ti ritrovi a scrivere e ti chiedi: "Che altro posso fare"?
Lo penso spesso pure io, ma se iniziamo a considerarci vigliacchi non serve: forse dobbiamo piangere e odiarci in principio, ma poi faremo cose che ci differenziano dagli altri, coloro che non vengono assolutamente colpiti da ciò che vedono.
Scrivere è già un modo per differenziarci dalla massa... se poi ci colpevolizziamo per colpe non nostre, allora abbiamo fatto alcuni passi verso la strada degli eroi.

Siamo tutti un pò eroi e lo sei anche tu... un pò di più per ogni parola che scrivi!  :star:  
Cosa c’è da dire sul bisogno di morire?
Hai detto qualcosina che gironzolava nella testolina
e, in fondo, non sei cambiato quando il mondo se n’è andato.
C’è soltanto da ribadire che non tutto deve finire
e rimane da  scommettere
che la vita è anime da mietere.[

Offline kant.51

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il barbone
« Risposta #3 il: 29 Marzo 2007, 17:23:09 pm »
ancora grazie young- e grazie a joe.
Sinceramente, non ho pensato a niente quando ho scritto: è pari pari quello che ho visto e sentito.
Contrariamente al solito( mi piace scrivere fiabe, ne ho molte, e racconti di fantasia) questa volta ho buttato giù un'emozione autentica...
cKappa ^*°^*°^*°^*°^*°^*°^*°^*° Sì che ti voglio bene, bene davvero...

Offline Young dreamer

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il barbone
« Risposta #4 il: 29 Marzo 2007, 17:29:30 pm »
Ogni volta che scriviamo è un'emozione autentica...che sia qualcosa di fantasia o della realtà...perchè ci mettiamo comunque qualcosa di noi,sogni,idee,valori... :)
Spero di leggere altre tue storie,anche di fantasia! ;)  
E dopotutto ci sono tante consolazioni! C’è l’alto cielo azzurro, limpido e sereno, in cui fluttuano sempre nuvole imperfette. E la brezza lieve […]
E, alla fine, arrivano sempre i ricordi, con le loro nostalgie e la loro speranza, e un sorriso di magia alla finestra del mondo, quello che vorremmo, bussando alla porta di quello che siamo.
(Fernando Pessoa)       Blog: http://sogna-ragazzo-sogna.blogspot.com/