Tra ondeggianti cipressi
aghi di bilancia
tra noia e inganno sperato
plana un corvo
paracadutato
da una placenta di cagna,
atterra sui suoi cimeli
ossa ribelli spinte alla luce
da scavo di talpe
Nell'imbuto di valle
raglia un mulo
frusta una litania di vecchia
in cerca di un cranio
magazzino ai lamenti
I fantasmi
scrutano sul liscio selciato
la firma dei passi
di lontani parenti,
gli ultimi fiori posati
piansero le mani al distacco
e fuggirono dalle lapidi
troppo sole a vegliare le salme
in questo paese ove il silenzio
è abbandono e i morti
vanno a caccia di un umano rumore
che li continui al ricordo
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Da:Pietre e Utopie
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