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Autore Topic: Se questo è un uomo - Primo Levi  (Letto 3257 volte)

Offline Silly93

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Se questo è un uomo - Primo Levi
« il: 5 Luglio 2008, 14:46:59 pm »
Buongiorno a tutti!  (wizard)
Non ho aperto molti topic da quando sono iscritta a questo Forum, ma questa volta è mia intenzione introdurre una discussione su un argomento che mi è piaciuto molto... o meglio, su un LIBRO che m'è piaciuto molto.  <3 Si tratta di Se questo è un uomo, di Primo Levi.
Diverse sono le parti che mi hanno colpito... In primis la poesia introduttiva, che mi ha molto commossa e soprattutto m'ha fatto riflettere molto... Eccola qua.

Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.


Citazione
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno.
Questi due versi mi hanno colpita particolarmente, della poesia. Paragonare una donna, la cui gioia maggiore è sicuramente la maternità, ad una rana d'inverno... che simboleggia, a mio parere, la sterilità.

O anche la conclusione della poesia, gli ultimi versi:
Citazione
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.

Personalmente l'ho considerato come una sorta di "malaugurio"...  o_O sono rimasta davvero sconvolta, a leggere la durezza, la freddezza di queste parole, e l'amarezza con la quale sono state scritte. Si potrebbe facilmente biasimare l'autore per averci lanciato questa sorta di maledizione, ma riflettendoci... come posso farlo? Chi sono io per giudicare delle parole attraverso la cui durezza traspare una così palese VERITA'?

Queste sono solo alcune delle riflessioni fatte e dei quesiti che mi sono posta... I vostri?!  ;) ;) :-*
<< Prima di te, Bella, la mia vita era una notte senza luna. Molto buia, ma con qualche stella: punti di luce e razionalità... Poi hai attraversato il cielo come una meteora. All'improvviso, tutto ha preso fuoco: c'era luce, c'era bellezza. Quando sei sparita, la meteora è scomparsa dietro l'orizzonte e il buio è tornato. Non era cambiato nulla, ma i miei occhi erano rimasti accecati. Non vedevo più le stelle. Niente aveva più senso >>.
Desideravo credergli. Ma stava descrivendo la mia vita senza di lui, non il contrario. [Stephenie Meyer, New Moon]

Offline *Tinkerbell*

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Re: Se questo è un uomo - Primo Levi
« Risposta #1 il: 5 Luglio 2008, 15:56:00 pm »
Che bello che è Se questo è un uomo! Così triste, così crudo, così duro e così reale. E' spaventoso pensare che tutto quello scritto sul libro è successo davvero, che migliaia e migliaia di uomini hanno vissuto quello che ha vissuto Primo Levi e che un numero ancora più grande di uomini ha vissuto in condizioni peggiori di quelle...
Sai Silly, anche a me ha colpito molte la poesia in apertura del libro. L'ultima parte, è così dura. Quasi a voler dire: se non rinnoverete la memoria di queste brutalità, le vostre vite non avranno senso di essere, non avrà significato vivere se non si riesce a tramandare il racconto dell'orrore così che non accada di nuovo. E questo si deve fare, parlare, raccontare, testimoniare così che tutti conoscano, tutti sappiano di modo che questo schifo animalesco non degno neanche di passare per l'anticamera di una mente umana, non accada mai più. Perchè è questo che è stato Auschwitz, un aborto partorito da qualche mente malata, traviata e non degna di essere definita "umana".

Ma quello che mi ha colpita di più è stato questo passo della poesia
Citazione
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno.
Può essere considerato uomo quello che "abitava" Auschwitz e tutti i campi di concentramento?

Citazione
Meditate che questo è stato
purtroppo.
Per avere qualcosa che non hai mai avuto devi fare qualcosa che non hai mai fatto

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Offline kant.51

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Re: Se questo è un uomo - Primo Levi
« Risposta #2 il: 5 Luglio 2008, 19:32:03 pm »
Sì Tink, era un uomo quello che lavorava nel fango, era un uomo quello abbrutito dal dolore e dal freddo, dalla certezza di una morte che vedeva ormai come amica liberatrice, era una donna quella che si prostituiva per un pezzo di pane, quella che non aveva più latte da offrire alla sua creatura, quella che nemmeno ricordava che cosa fosse l'aspetto di una donna nel suo scheletrico corpo di trenta chili..
Ed era un UOMO capace ancora di cantare, di restituire volto alla dignità, all'amore, capace di perdonare e ricostruire, capace di chiudere quel libro orrendo e andare avanti, come ha fatto milioni di volte nella storia e come continua a fare ancora oggi, 2008 dopo Cristo, quando esce dagli orrori attuali, non occorre che li nomini, li conosciamo tutti.
E' questo l'Uomo davanti al quale mi inchino, mi genufletto, l'Uomo nel quale vedo la scintilla divina dell'anima o, per chi non crede, dell'Intelletto..l'Uomo per cui mi dico orgogliosa di appartenere all'umanità.
Primo Levi ci dà un monito: raccogliamolo.
cKappa ^*°^*°^*°^*°^*°^*°^*°^*° Sì che ti voglio bene, bene davvero...

Offline *Tinkerbell*

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Re: Se questo è un uomo - Primo Levi
« Risposta #3 il: 6 Luglio 2008, 15:01:55 pm »
E' si Kant, erano proprio uomini e donne, donne e uomini reali, donne e uomini forti nella loro fragile precarietà, uomini e donne che cercavano di sopravvivere a tutti i costi, uomini e donne che si aggrappavano alla loro vita con le unghie e con i denti, donne e uomini che volevano a tutti i costi continuare a vivere la propria vita, che poteva apparire priva di senso ai più, a chi li guardava dall'esterno, a chi cercava di renderli ancor meno delle bestie, che li rendeva schiavi e schiave in nome di un'ideologia, di un valore scellerato. Erano uomini e donne che tra lo sporco e il fango, tra il freddo e le condizioni inumane, avevano compreso la loro umanità, il senso della propria vita. Donne e uomini che aveva compreso che l'unico modo per continuare a vivere era non fermarsi, piegare il capo al volere superiore senza però spezzarsi, era continuare ad essere sè stessi, ad esprimere la propria essenza. Che avevano capito che l'unico modo per andare avanti era restare aggrappati alla propia umanità smostrata, era non dimenticare la propria condizione di uomini e donne in quanto esseri umani contrariamente a quanto volevano fargli credere.
Citazione
Ricevemmo i primi colpi: e la cosa fu così nuova e insensata che non provammo dolore, nel corpo nè nell'anima. Soltanto uno stupore profondo: come si può percuotere un uomo senza collera?
[...]

Noi siamo gli schiavi degli schiavi, a cui tutti possono comandare, e il nostro nome è il numero che portiamo tatuato sul braccio e cucito sul petto.

[...]

Se fossimo ragionevoli, dovremmo rassegnarci a questa evidenza, che il nostro destino è perfettamente inconoscibile, che ogni congettura è arbitraria ed esattamente priva di fondamento reale. Ma ragionevoli gli uomini sono assai raramente, quando è in gioco il loro proprio destino.

[...]

Spinto dalla sete, ho adocchiato, fuori dalla finestra, un bel ghiacciolo a portata di mano. Ho aperto la inestra, ho staccato il ghiacciolo, ma subito si è fatto avanti uno grande e grosso che si aggirava là fuori e me lo ha strappato brutalmente. -Warum?- gli ho chiesto nel mio povero tedesco. -Hier ist keine warum!- (quì non c'è perchè), mi ha risposto, ricacciandomi dentro con uno spintone.
La spiegazione è ripugnante ma semplice: in questo luogo è proibito tutto, non già per riposte ragioni, ma perchè a tale scopo è stato creato il campo. Se vorremo viverci, bisognerà capirlo presto e bene.
Chi si ferma(va) è(era) perduto.
E' questo l'Uomo davanti al quale mi inchino, mi genufletto, l'Uomo nel quale vedo la scintilla divina dell'anima o, per chi non crede, dell'Intelletto..l'Uomo per cui mi dico orgogliosa di appartenere all'umanità.
E quello davanti a cui dovremmo genufletterci tutti
Per avere qualcosa che non hai mai avuto devi fare qualcosa che non hai mai fatto

*Think Tink and Trink*