Sì Tink, era un uomo quello che lavorava nel fango, era un uomo quello abbrutito dal dolore e dal freddo, dalla certezza di una morte che vedeva ormai come amica liberatrice, era una donna quella che si prostituiva per un pezzo di pane, quella che non aveva più latte da offrire alla sua creatura, quella che nemmeno ricordava che cosa fosse l'aspetto di una donna nel suo scheletrico corpo di trenta chili..
Ed era un UOMO capace ancora di cantare, di restituire volto alla dignità, all'amore, capace di perdonare e ricostruire, capace di chiudere quel libro orrendo e andare avanti, come ha fatto milioni di volte nella storia e come continua a fare ancora oggi, 2008 dopo Cristo, quando esce dagli orrori attuali, non occorre che li nomini, li conosciamo tutti.
E' questo l'Uomo davanti al quale mi inchino, mi genufletto, l'Uomo nel quale vedo la scintilla divina dell'anima o, per chi non crede, dell'Intelletto..l'Uomo per cui mi dico orgogliosa di appartenere all'umanità.
Primo Levi ci dà un monito: raccogliamolo.