Papi,
chissà cosa stai facendo, adesso..... Mi chiedo se ti capita di pensare a me, di domandarti se sono felice, se sto bene nella mia vita...mi chiedo se ti manco. Mi chiedo perchè, ancora una volta, non mi cerchi; perchè non hai voglia di prendere il telefono e sentire la mia voce, il suono della mia allegria o di un mio malumore; perchè non senti il bisogno di vedermi, di stringermi forte, di parlarmi di te. Di camminare insieme per le vie e discorrere di tutto e niente - perchè sì, non c'è mai stato un vero "contatto" tra le nostre vite -. Siamo sempre stati paralleli, io e te; le tue direzioni non si sono mai incrociate davvero con le nostre, se non nel momento in cui ci hai generato, in cui noi, le tue figlie, siamo state per la prima volta. Penso al tuo viso spento, a quella tristezza che hai scelto di indossare e che vedi come unica possibilità per la tua esistenza. Mi chiedo se sei mai stato felice, se hai mai sentito gioia per qualcosa, se l'insoddisfazione che ti impregna non è ormai un'abitudine cui non sai rinunciare. Non sono stata una figlia perfetta; non sono stata la figlia che avresti voluto. Devo pagare ancora per questo? Per non essere stata bella, per non essere stata particolarmente brillante, per non essere stata la migliore, una figlia di cui essere trionfante d'orgoglio? Non ho un posto, nelle tue nostalgie? E' così facile rinunciare a me?
Per me non lo è, papi, non lo è affatto. Il passato me lo porto ancora dentro, sarà con me per sempre; le parole riecheggiano ancora, in tutta la loro crudezza. Eppure mi ritrovo qui a desiderare una tua telefonata, a non capire come quest'assenza assoluta sia ancora possibile. E anch'io, sì, finisco per non fare un passo, perchè ho paura. Ho paura di sentire il distacco nella tua voce, di sentire le bugie che mi dici per giustificarti; di sentirti dire - ancora!- che non hai tempo. Perchè non senti tutto il peso di queste ridicole scuse? Perchè ti senti in diritto di potermele dire? Perchè ti viene così semplice? Eppure ti sei rifatto una vita - anche lì senza entusiasmo, senza sentirti mosso davvero -. Sei il confidente di figli non tuoi, sei padre e amico per loro. Ma io non ho spazio nel tuo tempo. Non potrò mai volertene, per questo; perchè io ho compreso. Adesso, sì, ho imparato ad accettare. E se prima la rabbia mi inferociva il cuore, e il dolore bruciante lo lacerava, ora la maturità della comprensione trasforma tutto in una nostalgia silente. Ho imparato ad accettare che non puoi essere diverso, che la tua autodistruzione è la forma che disegna la tua vita. Ho imparato ad accettare il tuo distratto ferire, la tua inconsapevole forza annientante, la tua cecità nel leggere le anime. Pensi mai all'odio e al disprezzo che mi scaraventavi addosso? Ti sei mai reso conto degli eventi accaduti? Hai mai visto, allora, la paura afferrarmi la gola e gli occhi al suono della tua chiave nella serratura quando rientravi a casa? Erano solo parole cieche, le tue? O realmente mi vivevi come causa della tua infelicità e del tuo patire? Serviva al tuo benessere rimproverarmi per essere com'ero? Ti sentivi forte? Ti sentivi libero? Non sentivi il rumore della mia Anima che andava in pezzi? Porti addosso anche tu, ancora, il peso di tutto questo? Urlavi come tua unica possibilità di salvezza l'andare via dalla nostra casa, dalle nostre vite, da noi. Lontano. Per sempre. La tua vita, oggi, è quella salvezza che speravi? Cosa ti appesantisce sempre il cuore? Hai scelto di essere infelice, non vedi alternative; pensi sempre che tutto avrebbe potuto essere migliore di com'è stato. Davvero l'amarezza è l'unica veste che vuoi portare? L'unica via che ci è dato percorrere?
In tutta questa comprensione, è ancora difficile per me immaginare i tuoi pensieri; i nessi che dettavano le tue azioni; difficile capire e accettare come si possa distruggere tutto e tutti con una tale furia, come l'incapacità di vivere possa essere talmente devastante. Ancora mi chiedo come possano esistere persone incapaci di Amare. L'Amore è così naturale, così istintivo...........Come può non pervadere ogni animo? Ancora oggi, papi, non so darmi risposte; ancora adesso non mi sembra possibile. In questo attimo, sì, persino in quest'istante, nonostante l'abbia provato sulla pelle, l'assurdità di tutto questo mi sgomenta e disorienta. Ma ci sono i ricordi, a rammentarmi che è stato tutto vero, della realtà degli eventi e dei sentimenti......ci sono i muri di questa casa, impregnati della vita che hanno racchiuso, delle parole che sono state scaraventate, della sofferenza cui assistevano impotenti e muti, del dolore che tutti noi sprigionavamo.......
Le senti anche tu, queste correnti? E' rimasto in qualche angolo di te il ricordo delle risa argentee di due bimbe gioiose, dei loro occhi grandi e sorridenti, delle loro manine che cercavano il tuo abbraccio? E' rimasto un piccolo posto per me? Un posto in cui mi accogli con leggerezza e cura, in cui mi custodisci in un raggio d'affetto? Il tuo sguardo saprà posarsi delicatamente su di me? Un abbraccio ci lascerà sempre graffi addosso?
Riuscirai mai a vedermi davvero?