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Autore Topic: Iride  (Letto 3571 volte)

Offline scrittore

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Iride
« il: 23 Dicembre 2008, 16:58:12 pm »
Capitolo 1: Passato che stringe il presente

Il campanile segnalava che la sera si immetteva nel vivo, mentre un gelido intirizzimento si posava lungo la staccionata che attorniava il cortile.

Cristopher era ancora calato nel leggere le ultime righe che aveva da poco composto, ma riflettendo si intristiva di come non riuscisse a disporre su foglio quello che serbava dentro di se, ed allora con impeto intinse la punta della penna nell’inchiostro e imbrattò il brandello di carta che gli stava dinanzi cancellando quanto aveva scritto.
Faceva così oramai da molte,troppe sere.

-<< Maestro, venga, ha già provato duramente il suo corpo ultimamente, si avvicini dentro, ho già acceso il caminetto e la pentola con l’alloro è già sul fuoco>> - disse con apprensione il vecchio Rudolf, capo della servitù oramai da cinquant’anni per una delle famiglie più nobili di Londra.
Cristopher,che chiameremo anche scrittore, faceva parte di uno dei più ricchi e famosi ceti della capitale, nel Nord, ma la sua anima dotta lo portò fin da piccolo a dissociarsi dalla vita vellutata intercorsa nella sua giovinezza e subito dopo gli studi universitari decise di vivere da solo, lontano dagli spassosi portamenti nobiliari, dedicandosi esclusivamente alla sua passione: la letteratura.

L’unica cosa che dovette accettare dalle sue radici, e quindi dalla propria famiglia, fu una residenza fatiscente in una zona marginale (quasi a voler essere allontanato, di fatti non poteva esser ritenuto normale un figlio che non accetta tanta ricchezza per poi vivere di ideali fittizi) ed un vecchio maggiordomo, Rudolf appunto, che era indispensabile nella vita quotidiana quale il cucinare, stirare, riordinare etc.

Certo, non si illuda il lettore che il nostro Cristopher abbia gradito con intensità quanto “donatogli” dalla sua famiglia, infatti non passò molto tempo che decise di dislocarsi in una, ancor più cadente residenza comprata con le prime sterline procurate dalle sue pubblicazioni.

Non di alto livello in verità, in fondo le lobby editrici intraprendevano scuse per escludere qualsiasi opera, seppur di eccezionale splendore, dello Scrittore, che comunque aveva sempre voluto immaginare, seppur senza prove alcune, che a mettere in scena tanta viltà fosse proprio la sua famiglia, la quale era sempre speranzosa che messo alle strette economicamente rimpatriasse alle proprie origini.

Le uniche vie di sostentamento che gli permanevano in quegli anni, erano brevi articoli su giornali a tiratura men che locale, lezioni private di letteratura inglese a studenti e seminari in caffè letterari e fu proprio in questo luogo, al caffè più frequentato dai giovani scrittori emergenti, che vide per la prima volta Selene, seduta di fianco al pianoforte ed intenta a non togliere mai lo sguardo dai suoi prospetti. Ragazza sublime: capelli voluminosi, sguardo interessato e dolciastro, occhi grandi color mare riflesso su perle in sabbie dorate, altezza da ballerina e fisico esile.

<<Si entro Mister –assentì Cristopher a Rudolf, lo chiamava mister nei momenti in cui non voleva fargli pesare il fatto che nonostante tutto fosse il suo datore di lavoro-, dammi solo altri cinque minuti per gioirmi dell’ultima luce prima della sera.>>.

In realtà sarebbe passata quasi un’ora, e nelle ombre notturne, adagiato sulla sua sedia di vimini, nel giardino di ciliegie, pensò con ardore come proprio in quell’esatto momento del giorno, anni prima, vide, verosimilmente, per l’ultima volta Selene.

…CONTINUA…
« Ultima modifica: 30 Dicembre 2008, 19:34:03 pm da scrittore »
Ciliegia rosso sangue

Offline selene

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Re: Iride
« Risposta #1 il: 27 Dicembre 2008, 23:37:41 pm »
Capitolo 2: L'incontro

La musica è la mia passione. Sento ogni nota scavare il mio profondo, come fosse un battito d'ali, la sua dolcezza dondolare tra i meandri della mia coscienza, portandomi in una dimensione via via diversa, a seconda dei tasti del piano che scendon giù, di volta in volta. Il mio sguardo fisso tra più universi. E' sempre accaduto così.

Ma oggi no, oggi è un'altra storia: ecco che un silenzioso richiamo mi riporta alla realtà; un'onda di indicibile spessore, un'alta marea sfavillante,un intenso blu, che mi ammalia, mi travolge. Un uomo. Bello. I capelli in uno studiato scompiglio: color dell'oro, sono. Le labbra carnose e vellutate, la carnagione chiara, delicata, perfetta.

<< Il fascino della musica cede al vostro cospetto>> ma i miei occhi erano già persi nei suoi, in uno sconfinato spazio in cui nulla avrebbe potuto permettermi di replicare alcunchè. Il silenzio. Lo guardavo, intensamente.
Il suo sguardo si fa ancor più dolce, e abbassando gli occhi mi porge una rosa.
Mi lascia con una celestiale suono << Un altro tempo giungerà, e noi saremo insieme.>>
Tornata a casa, non riuscivo ad allontanare l'immagine impressa nella mia mente, quegli occhi, quella tenerezza, quelle parole; e la rosa sembrava essere l'unico elemento capace di catturare il mio sguardo,nella stanza. Non riuscivo, non potevo dormire.

Infilo la vestaglia di seta, e mi appresto ad uscire dalla stanza. Apro frettolosamente la porta. Rumore di passi. No,non è il momento. Richiudo. Mi appoggio contro la porta. <<Cos'hai Selene, che il tuo occhio oltre non giunge? Che il tuo orecchio, statico, più non ode?>> Nessuna risposta, solo un lieve tremore alle ginocchia. Riapro la porta, sguscio via.

Mi imbatto nella più profonda notte, mi avvicino alla fontana a cento passi dalla dimora dei miei. Nemmeno lo scrosciare dell'acqua mi distoglie dal pensiero di lui. E allora sarà la sua freschezza a salvarmi? Devo tentare. Immergo tutto il capo nella limpidezza di quella fontana. E' fredda, molto fredda. Un brivido mi attraversa completamente, lasciandomi stordita. Ma sono sempre io, e sempre di quell'uomo è l'immagine che ho dinanzi. Mi piego per terra, mi siedo, alzando le gambe e accostando le ginocchia. Appoggio il capo su di esse, e lente le gocce d'acqua scivolano sulla vestaglia color della neve. E una nuova essenza, caldissima, si ritrova a solcare il mio viso.

Piansi per ore. Poi, accanto al  mormorìo della vecchia fontana, mi addormentai sperando fosse solo un sogno.

...CONTINUA...
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Offline brezza

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Re: Iride
« Risposta #2 il: 28 Dicembre 2008, 01:47:28 am »
Scusa un attimo--a parte che mi è piaciuta molto questa seconda puntata---ma proprio in vestaglia dovevi uscire,potevi buscarti ...un raffreddore... :-d

Offline selene

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Re: Iride
« Risposta #3 il: 28 Dicembre 2008, 11:55:35 am »
Scusa un attimo--a parte che mi è piaciuta molto questa seconda puntata---ma proprio in vestaglia dovevi uscire,potevi buscarti ...un raffreddore... :-d

beh, in preda allo smarrimento che pretendevi? (LOL)
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Offline scrittore

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Re: Iride
« Risposta #4 il: 30 Dicembre 2008, 19:48:05 pm »
CONTINUA CAPITOLO 2

-<< La prego si svegli, signorina, signorina…>>, due attempati gendarmi si accorsero della ragazza accovacciata lungo i fianchi della fontana rappresentante due colombe sull’atto di volare,
-<<Sarà una delle solite donne uscita dal fondaco dietro l’angolo>> disse John.
-<< Ma che dici – ribattè Jeremy- non lo vedi che è in vestaglia?!>>.
I due erano piuttosto sbigottiti dall’aria caotica ed inerme della ragazza, così si fecero ancor più d’animo e provarono a scuoterle una spalla…finché alla fine, Selene si riebbe.
-<< Oh, si si, perdonatemi sono solo uscita di corsa qui, fino a qui e…>>
-<< E cosa?>> Disse John.
-<< No, non so, non saprei dirvi, perdonate vado via, non ho nulla, sto bene, buonasera!>>.
-<<Vuole essere condotta fino a casa? Sa, è tarda come ora.>>.
-<< No,no, grazie, vado via subito da sola, abito qui vicino.>>.
Selene, era quasi sorpresa dal suo stesso comportamento così stravagante, ma forse, dentro di lei, l’ardore provato in quello stesso giorno era fin troppo forte per poterla far ragionare, così le parevano una eternità le ore che mancavano all’indomani, quando sarebbe ricomparsa al caffè letterario sperando di rincontrare lo scrittore che tanto l’aveva turbata.
Appena rincasata, si poggiò sul divano di velluto ma non prese sonno nell’immediato, solo si mise a contemplare il bagliore di luna che oltrepassava la finestra ed a meditare quale sua opera avrebbe deciso di suonare.
Tant’è che tutto quello che aveva in mente le pareva così inutile e privo di originalità, non riusciva a ricordarsi una sua sola creazione artistica che potesse essere all’altezza, quasi si rammaricava di aver perso una intera vita a concepire note senza uno stile appropriato.
Ovvio che si sbagliava, solo per la prima volta in vita sua, si sentiva così povera e gracile e vittima di incaute paure pronte a roderle lo stomaco.
“Farfalle nello stomaco”, pensò, è così che la definiscono una forte infatuazione.
“Ma come può essere?” Si ripeté, brevi attimi, pochi secondi, non possono di certo scardinare una persona così razionale.
“Meglio riposare”, la notte è già inoltrata
Ciliegia rosso sangue

Offline brezza

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Re: Iride
« Risposta #5 il: 30 Dicembre 2008, 21:35:06 pm »
sempre carino--aspetto il resto---comunque la conclusione è stata saggia :-)

Offline scrittore

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Re: Iride
« Risposta #6 il: 31 Dicembre 2008, 18:59:20 pm »
grazie brezza...
certo il resto...
ora la palla ce l'ha selene. ^_^
Ciliegia rosso sangue