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Autore Topic: Un milione di anni sotto le stelle  (Letto 2208 volte)

Offline unitadimisura

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Un milione di anni sotto le stelle
« il: 30 Gennaio 2009, 12:23:46 pm »
….Siamo tutt’altro che libri bianchi sui quali scrivere a piacimento. Noi siamo manoscritti antichi, con pagine fitte di appunti di vissuto, dove abbiamo sottolineato più volte tutto quello che ci ha attraversato la strada. Ci illudiamo che tutto questo non traspaia ma non è cosi. La verità è che l’odore “dell’aver nostro malgrado già sofferto” si sente da lontano e questo nuovo “take it easy” ci riesce assolutamente male.
Abbiamo la testa piena di “vecchio” ed il cuore appesantito da brutti ricordi. Come se avessimo paura del nuovo, paura di conoscerlo. Come se fossimo convinti che tutto quel nostro vecchio, per quanto ingrigito, sbiadito, lacero, senza sapore, resti comunque l’unica base solida e protettiva sulla quale fare affidamento. Rimuginare troppo su quel tipo di “vecchio” non sempre porta a buone conclusioni. Elaboriamo utilizzando dati inseriti da troppo tempo, senza immettere niente di nuovo nel nostro “database” emotivo…. Come possiamo sperare che il risultato cambi?
Ogni storia è una nuova storia, con un suo inizio ed una sua fine ma anche se non riusciremo mai a non mettere un po’ di quel nostro passato dentro, non è giusto che quel po’ del nostro passato ci influenzi al punto tale da non cominciarla, quanto meno a non tentare….
È per questo che l’incastro diventa qualcosa di assolutamente casuale, assolutamente  magico ….ma assolutamente raro.
La verità è che dentro di noi pensiamo di sapere. Come se fosse già stato scritto, come se l’avessimo già vissuto e, il problema, è che tendiamo a prevedere già il finale anticipandolo negli eventi.
Sedersi e riflettere, domandarsi e capire, ascoltarsi e  variare sul tema, questo è il segreto. Comporre finalmente il numero giusto, mandare un messaggio originale ad una sola persona perché pensato solo per lei, passare una serata diversa a chiacchierare, avere il sorriso stampato sul viso perché la sua immagine ci sta tenendo compagnia e non capiamo perché…..sono tutte cose legate ad una inevitabile fatalità è vero ma….. proprio per questo proviamo a fidarci un po’ di più del nostro istinto, facciamocelo un regalo del genere una volta che ci fa bene sul serio. Perché le cose vere sono belle,  perché quando ti accorgi che non ti puoi più salvare non hai più paura. Perché noi abbiamo bisogno di sentirci cosi, noi abbiamo bisogno di “provare qualcosa dentro”.
Vogliamo a tutti i costi dimenticare cosa si prova quando nasce “quel famoso sentimento”?
Non c’è questa via di mezzo ma quando lo capiremo? Non c’è questo innamorarsi a metà o questo amare se lui ci ama, lasciarsi andare se lui si lascia andare….. l’amore  vuole tutti questi feriti ma non è una minaccia di morte, è un inevitabile botta e risposta sul nostro cuore. Uno scendere e salire su questa incontrollabile montagna russa. Funziona cosi e l’alternativa è solo quella di non partecipare.
Anche io sono cosi…. Anche io ho fatto dei tentativi, alcuni belli altri meno, ma la conclusione non cambia. Il problema è qui dentro.
Un aspetto contrastante che fa venire i brividi. Sempre nella condizione apparente di poter dare qualcosa e la reale capacità di fermarmi sempre un attimo prima di poter dare tutto. Qualcuno che si occupi di me forse…che mi comprenda, che mi faccia semplicemente appoggiare la testa… Arrivo a non capire più il come ed il  perché e questo girare senza sosta, mi fa perdere l’esatta cognizione del giusto e dello sbagliato.
Al tempo stesso, come fare a modificare la mia immagine di irreprensibile? Di immutabile, di … indisponibile? Mi sono accorto di essere un po’ di tutto ma sono solo gli abiti di scena. Qualcosa che riesco ad indossare con estrema facilità ma che non  lascia trasparire chi realmente sono. Ma è questa la nuova moda, fanno tutti come me. Vetrine dove ci collochiamo fingendo di averle inventate, luoghi dove “nostro malgrado” appariamo per poi dire “cosa facciamo qui”. Ma quanto ci piace questo “non ce la faccio più…….” quando siamo cosi pronti ad incazzarci se non ci avvertono di quell’ultima mondanità?
Nessuno è mai pronto a dirti cosa è disposto a dare, come se tutti fossero in credito di qualcosa che hanno pagato a qualcun altro che non sei tu.
Elaboriamo principi, frasi fatte, grandi verità, tutto basato su un esperienza che solo apparentemente è la partenza di quello che potrà essere un domani ma……. La verità qual é? Qui non vale la massima “la verità è sempre nel mezzo”, qui la verità è che in questa vita vale tutto e il suo esatto contrario. Il bene ed il male, la felicità e la tristezza sono solo gli aspetti opposti di questo vivere in tondo. Come una palla colorata che rotolando ti mostra tutte le sue parti ma nella sua preoccupante velocità non sappiamo distinguerli in modo nitido.
Questa vita è incredibile, incredibile come tutto cambia, incredibile tutto quello al quale dobbiamo adattarci. Incredibile quanto alcune cose siano comunque sempre difficili da attuare, difficili da digerire, difficili da dimenticare. Questa malinconia per tutte quelle immagini, episodi che ci sembrano ogni giorno più lontani e irripetibili nonostante il nostro cuore provi a dirci il contrario.  Siamo portati a ricordare solo tutto quello che ci ha fatto del male, portandoci a questo atteggiamento auto protettivo e tendiamo a dimenticare quanto il triste epilogo di quanto ci è successo sia solo e comunque un epilogo. Ci sono stati momenti meravigliosi prima di quella fine, momenti di amore, di parole, di splendida fisicità. Momenti passati insieme, a cercarci a desiderarci e a trovarci, momenti su momenti che ci hanno portato a qualcosa che diventava ogni giorno più familiare.
Riesco con difficoltà a combattere la mia malinconia. Mi assale quando sono debole, quando arranco nel tentativo di coccolarmi. Adoro prendermi cura di me ma …  mi domando spesso quanto non sarebbe più bello se qualcuno lo facesse al posto mio.
Quel desiderio che ogni tanto si affaccia, di avere qualcuno che mi aspetti, che abbia voglia di starmi a fianco. Ci sono cosi tanti cuori in giro che mi sembra quasi impossibile che il mio non batta per nessuno di loro. A volte penso che mi sto abituando.. a questo mio stare da solo. La parte sinistra del mio letto non è più cosi inviolata come un tempo ma solo perché ho imparato a dormire di traverso e non perché ci sia qualcuno ad occuparla e, si… a volte mi capita di trovare incredibilmente comodo tutto quello spazio.
Questo falso equilibrio……arriva un momento in cui lo sentiamo quasi “reale” questo nostro equilibrio, ci accorgiamo che ci piace tutto quello che siamo riusciti a mettere in piedi e pensiamo che vada bene cosi. La necessità di essere in coppia diventa forte quanto la voglia di stare da soli ed è complicatissimo muoversi da questo presunto “centro”.
Io penso che tutto quello che non comprende la presenza di un altro essere umano nella nostra vita,  non sia vero equilibrio per un milione di motivi primo tra i quali … stare in piedi da soli è spesso un barcollare.
Ho notato che abbiamo diversi modi per esprimere lo stesso concetto. Questa clessidra ha preso un abbrivio preoccupante ma non riusciamo a convincerci di quanto sia peggio fare quello che facciamo.
La vita è come un campo, sul quale noi proviamo a coltivare. Buttiamo semi e raccogliamo quello che produce. A volte nasce qualcosa di valido, altre volte ortica. Il nostro compito sarebbe quello di capire se abbiamo sbagliato terra, oppure il seme ma, non sempre lo facciamo. Capita che lasciamo quel pezzo del nostro campo alle ortiche, convinti che sia capace di produrre solo quello, che quel pezzo del nostro campo non vada bene e, con il passare del tempo, rischiamo di perderlo per sempre.
Arriviamo ad un certo punto della nostra vita nel quale smettiamo di crescere e dobbiamo solo assestarci. È un procedimento molto lungo e difficile da portare avanti ma, osservando con attenzione quel nostro campo, saremo sicuramente capaci di capire dove abbiamo sbagliato soprattutto laddove è nata solo ortica…...
Sono tornato  a guardare le stelle, cosi, per caso. In una di quelle notti dove le domande superavano di gran lunga la mia capacità di rispondere. In una di quelle notti dove un po’ tutto diventa pesante e arrivi a non sapere cosa dire per primo a te stesso figurati agli altri che ti stanno intorno.
In una di quelle notti mi sono sdraiato, ho guardato in alto e… non mi ricordavo che fosse passato tutto quel tempo da quella notte di un milione di anni fa , quando dopo aver “zappato” per rendere più dritto possibile il solco, ci siamo buttati distrutti sull’erba e sui cardi, incuranti delle loro spine, del freddo di quella serata di fine agosto, di tutta la terra che avevamo sui vestiti, di quanto non ci fosse veramente niente di morbido ad accoglierci.  Mi sembra come fosse successo solo ieri, mi ricordo di tutti loro e di tutti i nostri discorsi, di quella splendida superficialità di chi ancora non sa..… nemmeno il primo desiderio da esprimere alla prima stella cadente.
Ma anche di quell’altra notte mi ricordo bene,  dentro quella macchina che non ha mai avuto un tetto, insabbiata su quella spiaggia greca, con quel plaid che non ho mai capito chi ce lo avesse messo, abbracciato a quella che sarebbe diventata da li a poco la persona più importante della mia vita. Il rumore del mare, la musica di quella spettacolare cassetta che suonava it’s only a mistery, le nostre parole che cercavano la strada meno impegnativa per arrivare a quel bacio, che avrebbe dato inizio a tutto, che tutto avrebbe sugellato ……. Solo quelle stelle hanno potuto vedere, solo loro sono state testimoni della mia promessa, della mia serietà.
Una notte sotto le stelle anche con te, amico mio, che ora sei lontano, che sei sparito per la tua strada, che non mi cerchi più, che forse non ti sei mai domandato quanto io possa ancora amarti nonostante tutto questo tempo e, soprattutto quanto il mio cuore ti stia ancora cercando . Mi piacerebbe poterti dire che, il tempo non ha funzionato amico mio se non sul mio aspetto, con me non gli riesce quel suo mettere sabbia tra me e te. Lo stesso cuore dove io ti  ho inciso tanti anni fa e dove sei ancora, indelebile come un nome appena scritto sul cemento ancora fresco …..cosi come quella notte, disegnata apposta per noi, per farci rivivere momenti antichi,  piena delle nostre storiche frasi, dei nostri “maturi” riassunti di un passato che non era ancora tale, delle nostre infallibili verità …… e sopra ogni cosa, piena di noi.
Ho passato tutto il mio milione di anni sotto le stelle e mi sono dimenticato di fermarmi a guardarle, per ringraziarle, per dire loro che non avevo capito e che oggi ho paura di essere in ritardo. Per chiedere scusa, per non sbagliarmi più, per darmi un'altra possibilità. Io non lo avevo capito quel  messaggio, io non sapevo quanto sarebbe passato tutto così in fretta.


Offline brezza

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Re: Un milione di anni sotto le stelle
« Risposta #1 il: 4 Marzo 2009, 19:30:04 pm »
Bello.  Bello se fosse un racconto.  Se non fosse un racconto ma esperienza di vita vissuta si presterebbe a qualche osservazione che ovviamente sarebbe "di parte";nel senso di un modo personale di pensare al proprio trascorso ed eventuale "campo" connesso.   Queste osservazioni porterebbero fatalmente a discussioni metafisiche che probabilmente risulterebbero pesanti su queste pagine infarcite d'amore,di baci e quant'altro.   In tutti i casi l'ho apprezzato sia nella sua stesura che nel contesto.  Per quanto possa valere ti faccio i miei complimenti.

Offline evwryvere

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Re: Un milione di anni sotto le stelle
« Risposta #2 il: 11 Marzo 2009, 22:37:54 pm »
complimenti ,hai reso l'idea è questo il vivere ,questo caos ,queste stelle ,queste emozioni e ricordi ,continua a scrivere mi raccomando e continua a vivere complimenti evry...
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Offline kant.51

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Re: Un milione di anni sotto le stelle
« Risposta #3 il: 17 Marzo 2009, 08:58:06 am »
Solo stamattina ho letto, ho trovato la concentrazione giusta, chissà, forse era scritto da qualche parte che oggi dovessi iniziare così la mia giornata sul forum: ho lacrime di commozione agli occhi.
Ammirazione per la tua intensità, per le tue riflessioni, per la tua anima letteraria, che poi è certamente anche quella reale: quando si scrive non importano i fatti, ma i sentimenti.
Mi hai dato emozione, grazie.
cKappa ^*°^*°^*°^*°^*°^*°^*°^*° Sì che ti voglio bene, bene davvero...