Silvio sarebbe stato l'unico amore della mia vita, lui non mi avrebbe mai tradito, lui non mi avrebbe mai lasciata, mi adorava, non aveva bisogno di parlare, glielo leggevo negli occhi.
Era stato lui che mi aveva dato la forza di superare quella brutta storia, era ormai parte di me, senza lui forse,non sarei sopravvissuta.
Lo andai a trovare quel giorno, e non ebbi bisogno di vederlo per rendermi conto che qualcosa non andava, lo sentivo nell'aria. Lo chiamai. Non ebbi risposta. Lo cercai. Non lo trovai.
Cosa era successo?
Mi guardavo intorno e le facce che vedevo non erano più amiche ma amare nemiche. Silvestro non c'era ed ero sicura che era colpa loro. Silvestro se ne era andato... L'unico che mi sarebbe stato vicino per sempre se n'era andato.
"Lula!" gridai a quella che credevo un'amica: "Hai visto Silvio? Sono venuta qui per lui ma non c'è!"
"Lo sai com'è fatto Flavio, se lo sarà portato da qualche parte" mi rispose lei, fredda, senza un minimo di preoccupazione, senza un minimo di comprensione per il mio stato d'ansia.
Perchè solo io capivo che qualcosa non andava? Perchè solo io ero agitata? Perchè intorno a me tutto girava tranquillamente, la gente fischiettava, la vita andava avanti... tranquilla.
Provai a calmarmi, a convincermi che andava tutto bene e che fra poco Flavio sarebbe arrivato insieme a lui, e mi avrebbe detto che sono proprio una sciocca ad agitarmi così tanto.
Andai al bar, presi una coca e mi misi a chiacchierare con le altre.
"Allora Gaia,che ci racconti? Che fine ha fatto Carlo? Non me ne hai più parlato"
Fingo un sorriso:
"Carlo? Acqua passata ormai, non ne voglio più sentir parlare di quell'infame."
Già, non ne volevo veramente più sentir parlare, ormai nel mio cuore c'era posto solo per lui, per Silvio, e non mi davo pace che lui in quel momento non fosse con me.
"Sai invece, fra me e Anthony va tutto assolutamente a gonfie vele, fra un po' mi viene a trovare. E' veramente cotto, chi l'avrebbe mai detto! Grazie Ga, sei stata grande!"
Continuava Lula, continuava a parlarmi, ma la mia mente vagava a lui, in continuazione a lui. Perchè non era lì. Per un'ora finsi di essere tranquilla sorseggiando la mia cola e rispondendo alle continue domande di Lula. Poi scoppiai. Sì,scoppiai.
Non ce la feci più e uscii da lì.
Cercai e gridai il suo nome lungo tutto il lungomare. Correvo a piangevo. L'ansia saliva. Anche lui mi aveva abbandonato. Flavio me lo aveva strappato. Ma com'era possibile, Silvestro mi adorava, io lo sapevo, non me lo aveva mai detto ma, io lo sapevo, non mi avrebbe mai abbandonata. E invece ero lì, sola, senza lui.
Erano passate ormai ben tre ore. Avevo cercato ovunque. Sapevo i posti dove andavano sempre lui e Flavio, ma erano risultati assolutamente deserti. Ero lì seduta, sul bagnasciuga. Non avevo neanche più lacrime da versare. Ero triste e sconsolata. Non avevo trovato nessuno, non avevo ricevuto alcuna telefonata.
Decisi di tornare lì al circolo nella speranza di trovarlo lì, nella speranza che fossero tornati e si fossero dimenticati di avvertirmi.
Quando varcai la soglia del circolo, intravidi Flavio di spalle. Era solo. Sì,era solo. Non c'era più traccia di Silvio.
Fu allora che capii. Corsi verso Flavio con le mani che tiravano colpi all'aria, avrei voluto ucciderlo, avrei voluto disintegrarlo.
"Che gli hai fatto! Che gli hai fatto! Dov'è!" gridai: "Che è successo? Dov'è Silvio? Dove lo hai portato? Dove lo hai lasciato? Dov'è?"
La rabbia si era rapidamente trasformata in dolore e crollai a terra, con lacrime e gemiti. Avevo capito tutto. Non c'era bisogno che parlasse.
Eppure parlò:
"Sai Gaia, Silvio non stava bene qui, aveva bisogno di più aria, più riposo... L'ho portato in un bel prato verde. Starà bene,vedrai."
Nei suoi occhi non c'era un briciolo di dolore o di compassione. Nei suoi occhi leggevo il colore della menzogna. Era una bella favola quella che aveva appena raccontato, ma si era dimenticato che l'avevo sentita raccontare tante volte ai bambini che frequentavano il circolo. Silvio non era al prato. Silvio non è che non stesse bene lì, sì che stava bene, anzi, benissimo. Semplicemente, Silvio lì non serviva più. E Silvio non era in un bel prato verde, dove poteva riposarsi: Silvio era morto. Silvio era stato venduto al chilo.Pochi spiccioli era valsa la sua vita.Era questa la verità.
Il mio unico vero amore, il mio unico vero amico, l'unico che non mi avrebbe mai abbandonato: era morto. Il mio cavallo,era morto.
Ma Silvio non era solo un cavallo per me, era molto di più.
Tornai a casa piangendo. Non mangiai per giorni. Piansi e basta.
Non misi mai più piede in quel circolo.
Non volli più vedere nessuno che avessi visto quel maledetto giorno. Perchè oltre al dolore avevo anche dovuto subire la beffa, la bugia. Come se avessi avuto due anni... Come se non avessi capito comunque quale sarebbe stato il suo destino....
Sono passati ormai tre anni da quel giorno...
Non ho ancora dimenticato il dolce Silvio....
Ho avuto altri amori, ho amato altri cavalli, ma lui era qualcosa in più.
Ieri sono uscita da sola, ho fatto quattro passi a Valle Giulia. C'era Lula. Non l'ho degnata di uno sguardo. Lei mi ha visto, lo so, ma credo si sia vergognata a salutarmi. Ha fatto bene, non avrei voluto il suo saluto. Sarebbe stato falso quanto le sue parole di quel famoso giorno che non dimenticherò mai.
Sì, me ne sono convinta, la vita è come un film, e come tutti i film, non tutto può avere un lieto fine... Ma da quel giorno ho promesso che avrei lottato. Ecco cosa faccio oggi, lotto, lotto per un mondo migliore. Perchè vi siano sempre meno bambine costrette a soffrire come ho sofferto io quel giorno, e sempre meno cavalli costretti a morire come è morto io, quel giorno.
Silvio, ti amo e ti amerò per sempre.
