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Autore Topic: hy  (Letto 4969 volte)

Offline martola

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Re: hy
« Risposta #15 il: 17 Luglio 2009, 18:03:01 pm »
Benvenuto! Devo direi che sei parecchio..arduo da capire per il mio neurone!!! O:) O:) :-d
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(Fabio Volo, "Il Giorno In Più")

Offline Juliet

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Re: hy
« Risposta #16 il: 17 Luglio 2009, 19:41:39 pm »
ciao!benvenutoooo
"L'effetto trigger" esiste,ma nessuno può dimostrarlo.Perchè nessuno è immune da esso.Tutti abbiamo rimosso dalla nostra mente una brutta esperienza.E allora come sappiamo che esiste davvero?Provate a chiedere alla vittima di una guerra,di un abuso,di una violenza e scoprirete che non sto mentendo.Perchè un viaggio nella mente umana è come un viaggio all'inferno,nel più profondo degli incubi..Anzi, peggio!

Offline gpdimonderose

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Re: hy
« Risposta #17 il: 20 Luglio 2009, 23:26:13 pm »
 O:)sublyme quale bellezza-sublime plotiniana o sublime-nella-bellezza heideggeriana, già assentemente compresenti nella prima ermeneutica del sublime longiniana o burkeiana. Si offrirà preliminarmente una panoramica delle contemplanze del sublime nella classicità, quale sublime della mathesis o pitagorico o platonico svelatenza di anassimandro sia nell'apeiron sia nell'archè, quale sublime dei quanta infiniti o del senza-fine e del senza-limiti o transapeiron: presente assentemente nell'analitica kantiana quale sublime matematico o gegenstand sublime, ovvero quale transentità sublime in transcendenza, presente solo nell'evidenza ideale della transpurezza sublime quale eccelsa e nobile magnanimità o magnitudine kolossale , sempre al di là del sensibile e del percepibile quasi fosse l'alterezza proustiana. L'apeiron dei quanta però non è mai irreversibile: c'è sempre un senza fine infinitesimo o una abissalità senza fondale ove si dà diafanè la transvedenza del sublime quale klinamen o ab-scissa dell'archè o dell'evento in svelatenza o della transingolarità o transereignis o transvedenza della splendenza sublime. A quella transvisione quantica si aggiunse nel corso del tempo una dinamica del sublime interpretata dal pensiero della dynamis aristotelica, quale concentranza o enucleanza o coniuganza kategorica del dynon o phyon eraklitiano, quale essere abissale che si transevidenzi in svelatenza senza fine, quale risplendenza sublime o transplendenza sublime o tramontanza o splendenza sublime o splendezza: qui la transpurezza è transkatarsi e la sua transfenomenica o transmorfia suscita quel sentimento o quella transtensione o quella intermittenza che tanta fortuna avrà nel pensiero di Burke e di Kant, tanto da transevidenziare in diafanè il transfenomeno del sublime o il noumeno del sublime, ovvero il sublime fenomenico e il sublime noumenico. Ma nessuno si è mai chiesto del perchè esista una musa della bellezza e non ci sia una transmusa del sublime. Forse il pensiero di Plotino viene in svelatenza: già Sul sublime-nella-bellezza o sublime-in-svelatezza Plotino inizia con il rifiutare la tradizionale classicità della bellezza come armonia e proporzione, sostenendo che quella pare riferirsi esclusivamente alla simmetria. Al contrario, la bellezza risiede innanzi tutto negli oggetti e nelle qualità , in quanto ogni allontanamento dalla transmonade verso la molteplicità equivale a una perdita di perfezione. Epigenesi della bellezza-sublime è l’imprimersi di una forma dell’idea pervasa da una luce spirituale soprasensibile o svelatenza del sublime-nella-bellezza. In quel primo trattato Plotino riprende la tematica dell' anagogica della bellezza Platonica ove il progressivo ritorno dell’anima verso la transfera delle idee avviene tramite la contemplanza rivolta a forme di bellezza spirituali e immateriali. Platone situa la contemplanza della bellezza in sé, divina e uniforme quale forma della bellezza transvisibile l'ideale della bellezza transvisibile dalla transmente quale armonia invisibile o transonanza musicale o musica della natura stessa o svelatenza della physis.