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Autore Topic: Sometimes they come back..  (Letto 1438 volte)

Offline martola

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Sometimes they come back..
« il: 3 Agosto 2009, 16:27:18 pm »
Si alzava ogni mattina con la stessa sensazione.
Si alzava ogni mattina con quel presentimento di aver lasciato indietro troppe cose, troppo importanti, di aver rinunciato a troppi sogni e di aver avuto paura in troppe occasioni.
Era una ragazza come tante altre, tanti sogni nel cassetto lasciati lì a marcire, a ventitrè anni si trovava a seguire un corso di laurea che non le piaceva, scelto per fare felici i suoi genitori, a uscire con persone che non era capace di stimare ma che aveva incontrato sulla sua strada e aveva scelto come “amici” per non rimanere più sola.
Viveva una vita di rimorsi da ormai tre anni, quando si era fatta scappare la sua unica occasione per essere davvero felice. E questa occasione aveva un nome. Un nome e cognome.
Si ricordava bene di quel suo compagno di classe, l’aveva stampato nel cuore e nella testa, si ricordava bene di quel bacio improvviso che le aveva fatto tremare l’anima ma che non aveva avuto il coraggio di ricambiare. Si ricordava bene anche di come aveva troncato il loro rapporto, di come non si era più fatta sentire e vedere nonostante lui continuasse a cercarla con messaggi, chiamate, mail… Ora tutte le volte che pensava a Paolo stava solo male e iniziava la cascata di insulti che il suo ricordo provocava.
Quella mattina non si era alzata con la solita sensazione…o meglio: la sensazione c’era, era lì palpabile, ma c’era un qualcosa di nuovo, uno spiraglio di luce che la faceva stare bene. Quella notte lo aveva sognato.
Non era stato uno dei soliti incubi in cui lui compariva, no, era una semplice chiacchierata tra due amici che si volevano bene…e basta. Era stato solo un sogno, ma questo cambio di prospettiva aveva migliorato notevolmente il suo umore, lo considerava un segno, un monito a sperare che qualcosa di buono stava per accadere.
Erano le 7:30 di una giornata primaverile, la prima di tante. Aprì la finestra della camera che fu pervasa dai profumi della natura, respirò a pieni polmoni quell’aria frizzantina con gli occhi semichiusi, poi si voltò e si diresse verso la cucina. Preparò la caffettiera e la mise sul fuoco, accese la radio e, mentre canticchiava quello che passava, prese i biscotti e preparò il panino per l’università.
Si sedette al tavolo della sua cucinetta e si mise a pensare a Paolo, a quante ne avevano combinate in quei cinque anni di scuola, alle risate ma anche alle discussioni che ogni tanto c’erano state. Si mise a ridere perché erano tutti bei ricordi, ma dietro a quella risata c’era tanto rimorso e lei lo sapeva bene.
L’aroma del caffé si diffuse per tutta la stanza, si alzò e se ne versò una bella tazza, aggiungendo come sempre del latte freddo. Buttò giù la colazione in poco tempo e andò a prepararsi.
Una lavata alla faccia e ai denti e poi di corsa a scegliere i vestiti! Puntò su una gonna larga e colorata con una maglietta bianca, mise ai piedi le scarpe da ginnastica bianche, buttò lo zaino sulle spalle e uscì di casa.
Fuori si trovò nel bel mezzo di quell’aria che tanto le piaceva, sotto un sole tiepido che scaldava quel tanto che bastava, tra gli uccellini che cantavano e le voci del paese che iniziava ad attivarsi.
Camminò fino ad arrivare alla stazione, aspettò il treno e salì. Trovò il posto di fianco al finestrino, il posto che lei preferiva. Amava osservare il paesaggio intorno a lei, amava immaginare cosa poteva succedere in quelle scene che lei poteva scorgere per un solo attimo fuori dal vagone…
Quel giorno era talmente pervasa da quella sensazione che tutto le sembrava più lucente, tutto più bello, che il sole brillasse di più, che anche tutti gli altri fossero più felici. Si sentiva una bambina e sorrideva di quell’attimo di armonia, stupita che, finalmente, anche lei avesse trovato un accordo per vivere in sintonia con il resto del mondo.
Quel giorno era talmente persa nei suoi – bei – pensieri da non rendersi neanche conto che qualcuno si era seduto di fronte a lei e la osservava. Quando se ne accorse, iniziò a guardarlo con la coda dell’occhio: era una ragazzo più o meno della sua età, alto, con degli occhi scuri e profondi, capelli corti anche quelli scuri e uno sguardo che lo rendeva interessante. Un buon fisico, probabilmente uno sportivo, le linee dei muscoli evidenti quel tanto che bastava. Continuò ancora un poco a esaminarlo senza guardarlo direttamente, sentendo che i suoi occhi erano sul suo viso e lo percorrevano in cerca di non si sa quale segno.
Il treno si fermò, lei si alzò e dopo aver guardato per un istante quel ragazzo negli occhi scese.
Scese e il suo cuore iniziò a battere all’impazzata. Non sapeva perché stesse succedendo, non era il primo ragazzo che in treno si fermava a fissarla e a guardarla, ma il suo cuore aveva avuto un sobbalzo quando aveva guardato dritto in quegli occhi. Arrivò in università e andò alla lezione del giorno, della quale perse i tre quarti della spiegazione, troppo impegnata a pensare a quell’improvvisa vita del suo cuore.
Quando il docente finì mise lo zaino in spalla, andò in stazione e prese il treno. Arrivata a casa decise che sarebbe andata a nuotare, ne aveva bisogno, doveva schiarirsi le idee, allora preparò il borsone con costume, ciabatte, cuffia, occhialini, accappatoio e bagnoschiuma, prese la bicicletta e andò alla piscina del paese.
Iniziò a nuotare, avanti indietro, avanti indietro, avanti indietro, finché il suo corpo non fu esausto e dolorante. Si gustò la bella doccia e tornò a casa.
Si ritrovò senza forze e decise che, per quella sera, sarebbe andata a letto presto. Clic, “buonanotte a me” e si addormentò.
Lui si riaffacciò ancora nei suoi sogni, bello da far paura come sempre, a chiacchierare con lei che lo aveva abbandonato all’improvviso senza dire niente. E con quello sguardo, quello sguardo che le metteva i brividi.

Quando si svegliò si sentì rigenerata da quel sonno, come non accadeva da tempo. Percepiva che quell’accordo con il mondo non era andato perso ma restava sempre lì a rallegrare la sua anima.
Fece colazione e dopo essersi vestita si recò in stazione, salì sul treno e trovò di nuovo il suo bel posto libero. Mente osservava le campagne si sorprese a pensare al ragazzo del giorno prima e a desiderare di incontrarlo di nuovo, di guardare ancora in quegli occhi.
Come se qualcuno avesse ascoltato la sua preghiera, ecco che lui comparve. Indossava una maglietta nera e dei jeans, aveva il viso sereno e sembrò non stupirsi di vedere lì quella ragazza. Si sedette di nuovo di fronte a lei e iniziò a guardarla. Quanto era bella, non era cambiata per niente, sempre con quell’aria da bambina e quel sorriso che lo faceva diventare matto…quel sorriso che era finalmente comparso il giorno prima, dopo tanto tempo di buio. Era stato strano rincontrarla, su quel treno, quella mattina di un mese prima. Gli era bastato un attimo per riconoscerla, un attimo perché il suo cuore gli ricordasse cosa aveva significato per lui. Aveva continuato a osservarla da lontano per tanto, lei sempre intenta a guardare fuori da quel finestrino con l’aria di chi non vorrebbe essere lì in quel momento.
Aveva scoperto che frequentava Giurisprudenza, lei che amava l’arte e che voleva girare il mondo per vedere tutte le più belle opere dei più grandi artisti… Aveva anche saputo da amici che viveva ancora con i suoi, lei che avrebbe voluto andarsene di casa appena finito il liceo e che odiava a morte sua madre per aver tradito il padre e il padre per aver tradito la madre e il loro modo di fingere che andasse tutto bene.
La guardò e sorrise a un battito più veloce del suo cuore.

Fu un attimo. Quel sorriso, oddio quel sorriso! Era lui, ne era sicura, era Paolo e questa volta ne era certa! Sorrise anche lei a quel ragazzo che non era più uno sconosciuto, sorrise e capì che poteva ricominciare a vivere, che poteva, forse, riprendersi dallo scivolone fatto quel giorno sotto casa sua. Sapeva cosa doveva dire, aveva aspettato quel momento per tanto tempo e non poteva farselo scappare.
Prese fiato e proprio quando stava per parlare lui si mise a ridere e disse “Era tanto che ti osservavo, finalmente sei tornata! Non hai idea di quanto mi sia mancato parlare con te.”.
L’aveva fregata, come sempre, non era neanche riuscita a parlare per prima… Non ci furono riunioni, niente complotti tra cervello e cuore: fece quello che doveva. Si alzò e abbracciò quel ragazzo che ormai era diventato un uomo, e tra una lacrima e l’altra gli disse “Sono un’idiota, una grandissima idiota”. Lui rise, rise di contentezza. Poi le prese il viso, la guardò fisso negli occhi e disse “Ti voglio bene anche io.”.
Un bacio, un bacio da cui lei non scappò, non questa volta. Si perse in quel bacio semplice. Poi appoggiando la testa sulla sua spalla “Sapevo che mi avresti trovata, prima o poi. Ora dove andiamo?” “Dove tutto è cominciato”.
Per mano scesero dal treno e dopo vari cambi arrivarono sotto casa di lei.
Il sole splendeva alto nel cielo, un cielo azzurro e senza nuvole. La brezza soffiava leggera e accarezzava i visi di quei due ragazzi che finalmente avevano trovato la loro strada. Niente più delusioni, niente più rimpianti, niente sbagli e niente paure. Ora erano lì, il mondo era completo.
Giulia sorrise, lo baciò e poi disse “Che ne dici di un gelato in piazza? Credo che la signora Lia sia ancora lì ad aspettare i suoi due clienti preferiti!” facendo l’occhiolino. Lui rise di quella sua espressione buffa, rise insieme a lei, poi la prese in braccio. E iniziò a correre verso la loro nuova vita.
« Ultima modifica: 3 Agosto 2009, 16:37:05 pm da martola »
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(Fabio Volo, "Il Giorno In Più")

Offline kant.51

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Re: Sometimes they come back..
« Risposta #1 il: 4 Agosto 2009, 10:47:45 am »
Una sorsata di freschezza, Marta...mi fa iniziare bene la giornata, ritrovare chi si ama è una delle cose più belle della vita....
brava!
Fluida, la giusta attenzione ai particolari, sai coinvolgere chi legge...BRAVA! ;)
cKappa ^*°^*°^*°^*°^*°^*°^*°^*° Sì che ti voglio bene, bene davvero...

Offline martola

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Re: Sometimes they come back..
« Risposta #2 il: 4 Agosto 2009, 10:57:42 am »
Grazie mille!!! :-X Mi sembrava un pò scontata come storia, in realtà!!!
Ancora super grazie! ^_^
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