Salutammo la direttrice, stavamo per ripartire. Poi salutai Alessia, che mi abbracciò forte. Mi uscì una lacrima e le dissi “tornerò presto”. Lei si limitò ad annuire, come se fosse già rassegnata. Le delusioni portano a questo, la fiducia scompare.
Ci incamminammo verso la fermata del bus, lo prendemmo ed arrivammo in stazione. Ero in silenzio e Miriam si limitava a fissarmi…è una sorella, doveva aver capito che c’era qualcosa che non andava. Poi spezzò il silenzio e mi chiese “cos’è successo?”
“conosce solo quello”
“cosa? Che intendi dire?”
“Alessia, la ragazza con cui ho trascorso la giornata oggi…la tipa che era con noi a cena”
“e cos’è che conosce?”
“solo la droga. Mi ha detto che non ha niente per cui lottare, che appena uscirà tornerà a farsi”
Rimase di sasso almeno quanto me. Mi strinse la mano e me la scaldò…
Giorni dopo, chiamai in comunità per salutare Pasquale e fissare un appuntamento per tornare a visitarlo.
“Direttrice sono Damiano…l’amico di Pasquale ricorda?”
“si certo, dimmi pure, vuoi fissare un incontro?”
“si” dissi “e vorrei salutarlo se è possibile”
“In questo momento non c’è, è al granaio, ma porterò i tuoi saluti”
Fissammo l’appuntamento a un mesetto più in là, la ringraziai e riagganciai. Avevo il giornale sul tavolo, lo aprii e ciò che lessi in quinta pagina mi sconvolse. Alessia. Era stata rinchiusa in carcere.
Chiamai la comunità, chiesi spiegazioni. Mi disse che un’amica era andata da lei, le ha prestato il cellulare e ha permesso che chiamasse uno spacciatore per farlo arrivare lì, in comunità. Fu scoperta e denunciata e l’amica, tossica, salvò la pelle dicendo che Alessia glielo aveva rubato. Riagganciai. Non l’avrei più rivista. Non l’avrei più vista come quella volta. Il carcere cambia le persone, probabilmente sarebbe peggiorata. E ancora una volta, era colpa dell’odio, della gente, del male. Ancora una volta erano riusciti a calpestare una rosa e a nasconderla sotto terra.
Conosce solo quello e l’amica lo sapeva.
Morivano le giornate, morivano i mesi, morivano gli attimi. Morivano i fiori e gli alberi. Gli umani. Era morta una stella questa volta, non aveva visi su cui splendere.