Notte d’estate come tante,la mia
anni appesi al lampadario
sotto il portico
osservatorio auspicante
a piogge purificatrici
Profumo di cero Indiano
allucinogeno a zanzare profughe
rifornite di sangue stanco
Voci strozzate d’esseri indefiniti
srotolate al domani incerto
tra alberi assopiti che puzzano di tavole
mendici a brezze a ravvivarli
Lessa sogni a fronte corrugata
la calura e sprona mani incerte
ad argininare argenteo olio di nostalgie
Da qualche rudere canta un civetta
media tra il regno del non senso
e quello d’intrusi a cottimo
che masticano rinvii vidimati
Cade una stella sovraccarica
di speranze impacchettate,
gli occhi tentano d’afferrarla
e schiacciati cadono nel sonno
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Da:Destini E Presagi
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