E' il tardo pomeriggio di una giornata che pare non avere fine. Uno di quei giorni in cui aspetti la sera come una liberazione. Il caldo molla la presa, il sole cala dietro qualche nuvola con la quale da vita ad un tramonto quasi struggente. In strada i bambini giocano. La calma della sera viene felicemente spezzata da quelle allegre grida di piccoli uomini, intenti nella loro principale attivita', quella di divertirsi. Ogni rumore, riuscirebbe ad essere fuori luogo di fronte a questo tramonto, e a quest'atmosfera che la luce crepuscolare regala. Tranne il loro. Il loro chiassoso divertimento, e' l'unica cosa che si sposa con questa surreale atmosfera, nonostante ne spezzi la magia. L'entusiasmo che un bambino mette in una corsa, in un calcio a un pallone, in un colpo di pedale di quella minuscola bicicletta. Ecco cosa mi manca. Quell'energia, quella voglia negli occhi, di divorarsi un altro giorno. Perche' per quegli occhi domani e' un'occasione, una possibilita' di un'altro giorno felice. E mentre la mia sigaretta sta per finire piano piano, li guardo dal mio terrazzo e penso che vorrei essere su quella strada e riprovare quelle sensazioni. Vorrei risentire la voce della nonna che chiamava per la cena, rispondere che arrivo subito, ma fermarmi a giocare fin quando la luce lo permette. Tiro l'ultima boccata di sigaretta, prima di spegnerla. E mi chiedo se c'e' un giorno preciso in cui tutto questo e' finito. Perche' e' davvero un peccato. Non tanto smettere di giocare, il gioco rimane anche da grandi se si vuole. Quanto aver perso quella voglia di divorarsi un altro giorno.