Il tempio dei Druidi
Nell'ampia caverna alcune figure alte e spettrali si erano raccolte intorno a un altare circolare, deboli bagliori, provenienti da alcuni bracieri accesi, li illuminavano appena, nell'aria si spandevano vapori fumosi.
I loro volti erano severi, gli occhi avevano sguardo profondo, rivolto all'altare, i corpi, snelli, ma vigorosi, erano ricoperti da tuniche verdi, fluttuanti, che sembravano tessute di nebbia: tenevano le mani unite e cantavano una litania monotona e incomprensibile, ondeggiando leggermente, secondo un ritmo regolare.
Sull'altare, un piccolo libro di pergamena, fittamente vergato in caratteri runici: le sue pagine si muovevano da sole, come se un vento delicato le sfogliasse, effondendo suoni dolci e ipnotici in un armonioso balenio di tenui colori, ogni pagina emanava una sfumatura di colore differente.
A un tratto la nenia cambiò tono, divenne incalzante, dura, culminò in un grido finale: allora il libro si sollevò dall'altare, le pagine tese e sfolgoranti, si compì una trasformazione e il piccolo libro di pergamena diventò di pietra.
In quel momento un fragore cupo percosse la caverna, il libro di pietra cadde di schianto sull'altare e un intero angolo si spezzò: la scheggia nera e aguzza, schizzando via, colpì il cuore di uno dei druidi che pregavano, Rabbyth.
Egli rimase steso a terra, rigido, bianco come marmo, con la tunica bruciata e annerita all'altezza del cuore, dove la scheggia, cupa e lucente, si era conficcata.
Sull'altare, muto e freddo, il libro, ormai di pietra, mancante di un intero angolo.
Gli altri druidi si guardavano sgomenti, stringendosi fra loro con i volti pieni di angoscia.
Essi erano i discepoli di Anthor, il primo Druido, colui che aveva racchiuso nel Sacro Libro il sapere della Magia, solo al suono delle parole della sacra formula il libro si animava e poteva essere letto e studiato dai discepoli prescelti che Anthor, il maestro, aveva preposto ai mondi: il biondo Joseth alle Acque, la delicata Feji all'Aria, Aleth, materna e dolce, alla natura e Rabbyth, l'impetuoso, al Fuoco.
I druidi erano sconvolti.
" Non dovevamo, dunque! " mormorò Feji." Volevamo isolare la magia del Male e fissarla per sempre nella pietra, così che nessuno fosse tentato di attingerne il potere, ma abbiamo causato una rottura grave. L'armonia dei Mondi nasce dalla convivenza del Bene e del Male, non possiamo separarli!
Solo non usando il male per libera scelta si mantiene l'equilibrio."
" Sì. E' così- assentì Joseth, chinando il capo- Lo abbiamo capito solo ora. E nostro fratello Rabbyth, dunque, pagherà per tutti noi? "
Aleth li guardò con tristezza: " Non credo che solo Rabbyth pagherà la nostra stoltezza...è stato turbato l'equilibrio di tutti i Mondi e le Razze, credo che vi siano conseguenze a catena..."
Rimasero silenziosi, le braccia lungo i fianchi, gli occhi colmi di angoscia, chini sul druido steso a terra, immobile, la nera scheggia lucente conficcata nel cuore....