Giusto qualche tempo fa, conobbi una ragazza e ci mettemmo a parlare proprio di quanto la società moderna spinga all'individualismo. Io le "amicizie" (parolone per me) cerco di viverle fino in fondo, magari cercando di superare il limite (nietzsche docet) che spesso e volentieri non trovo perchè sbaglio dove lo cerco. Il limite che si incontra è la diffidenza e il pregiudizio della gente. In questo modo quell'ostico valico da sorpassare per la terra promessa, non si trova verso "più infinito" ma si trova a 0. Se è così, ahimè non ci può essere altro che un rapporto (come lo chiamo io) di reciproca necessità: dove la persona che sa fare e che ha meno bisogno di aiuto, tende solo ad aiutare e in nessuna circostanza mai essere aiutata. Riporto qui un bellissimo passo di "Così parlò Zarathustra". Se Nietzsche dice veramente quello che dice, allora io lo rispecchio fino all'ultima virgola.
Amo quelli che non sanno vivere che per sparire, poiché son coloro appunto che vanno al di là.
Io amo i grandi disprezzatori perché sono i grandi veneratori, e frecce del desiderio verso l'opposta riva.
Amo coloro che non cercano dietro alle stelle una ragione per tramontare ed offrirsi in sacrificio: ma coloro che si sacrificano sulla terra.
Amo colui che vive per conoscere.
[...] Amo colui che ama la sua virtù: poiché la virtù è volontà di tramontare e una freccia del desiderio.
Amo colui che non trattiene per sè una sola goccia del suo spirito, ma che vuol essere unicamente lo spirito della sua virtù: come spirito, varcherà il ponte.
[...] Amo colui l'anima del quale si prodiga, che non vuole ringraziamento e non restituisce: giacché egli dona sempre e non si vuol conservare.
[...] Amo colui che è libero spirito e libero cuore: così la sua testa non sarà che un viscere del suo cuore.
[TRATTO DA PP
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