…a piedi nudi, prendo il bicchiere con l’acqua e mi appoggio allo stipide della porta. Le luci sono spente e tutto tace. Il silenzio è fuori, e dentro di me. Accarezzo, come faccio sempre, le mie labbra con il pollice destro. Mi rilassa. Guardo le ombre nella casa, tutto sembra immobile, fisso, ma un leggero scricchiolio mi ricorda che qualcosa si muove, vive. Arrivo in camera, e poggio un ginocchio sul letto, mi fermo un momento a pensare all’ultima cosa che ho fatto prima di lasciare tutto fuori. Ora mi stendo e lascio il bicchiere sul tavolino, accanto. Chiudo gli occhi e improvvisamente prende vita l’altra me stessa. Sorrido, allargo le braccia e mi lascio andare, e la lascio andare, l’altra me stessa. Sono in un giardino, seduta su una panchina, c’è ancora il sole, ma è solo un piccolo raggio, prima di andarsene. C’è un laghetto davanti a me. Piego le gambe e le stringo tra le mie braccia. Il mento è appoggiato, e guardo i colori. Un vento leggero mi accarezza leggermente i capelli, è una sensazione piacevole. L’aria è appena tiepida. Il cielo ha un colore che il pittore potrebbe riportare su tela….sì, lacca di garanza e blu oltremare, insieme, amalgamati, mescolati secondo la giusta proporzione. Dove predomina il rosso, e dove il blu, che non sono più né blu, né rosso, ma uniti insieme danno altre sfumature, nuove, con dosaggi di mano. Il lago è ora argento, ora nero, verde, azzurro, bianco, pieno di colori, specchiati, infiniti se li vai a cercare. I suoni, sono improvvisi, e non sai da dove provengono e cosa li crea. Foglie che cadono, insetti, rami,uccelli, formiche? Il vento leggero è il direttore d’orchestra. Non riesco a chiudere gli occhi, ma prendo respiro, profondamente, e poi lo libero. Sono seduta, ma non lo sono. Sono attenta, ma non lo sono. Sono una creatura mortale, ma, ora, qui, in questo momento non lo sono…..e sono sola, ma non lo sono. Sento una mano calda, sicura, ma leggera, poggiarsi sulla mia spalla. Non mi volto, so già chi è. La mano si sposta sui capelli, mette una ciocca dietro l’orecchio. E continua lentamente. Ora le sue mani sono sulle mie spalle, si china e mi sussurra ….”…ti stavo aspettando…”.