...lentamente il gruppo si snodava nella savana,le matriarche all'esterno i cuccioli all'interno,era una bella giornata,da poco la stagione delle piogge era finita e a perdita d'occhio si vedeva il verde dell'erba e le acacie piene di tenere foglie. Lui,il grande vecchio,sentiva qualcosa di strano,il passo si stava facendo pesante,stanco. Annusò l'aria tiepida del primo sole sollevando la grande proboscide,le grandi zanne si sollevarono anch'esse,poi lentamente le abbassò,le grandi orecchie frustarono l'aria e un certo nervosismo percorse il suo grande corpo. Si fermò,il gruppo intanto procedeva,solo la matriarca a un tratto si voltò arrestando il passo. Si guardarono,lei emise un sordo brontolio poi un barrito,più lungo del normale,lui capì,era un addio. Lentamente li vide inoltrarsi nella boscaglia e sparire alla sua vista. Albe e tramonti,lunghi trasferimenti delle desolate pianure riarse,le nascite dei piccoli,le lotte dei primi amori,la pazzia che ottenebrava il cervello nei momenti delle spinte ormonali,tutto questo e altro si presentò alla sua mente e anche lui capì che la Natura lo voleva ancora, un'ultima volta,questa volta per sè. Adagio riprese il passo cercando un posto che ancora non conosceva,salì con difficoltà una piccola altura dalla quale la savana dispiegava davanti a se la sua immensità. Tentò di restare in piedi ma a poco a poco le ginocchia gli si piegarono,poi un lungo impressionante barrito uscì dalla sua gola,e i suoi occhi videro l'ultimo tramonto di un giorno al mezzodì.