Si strinse forte nel mantello e scese le scale in fretta.
Avrebbe slegato il cavallo dalla pastoia e sarebbe andato via al galoppo.
Non voleva più saperne, non voleva più soffrire, non voleva più vederla.
I suoi capelli, i suoi occhi, le sue labbra...basta.
Era un tormento, averla a fianco e saperla irraggiungibile, sentirla ridere e non potere far tacere quella risata premendole le labbra con un bacio, ascoltare le sue parole, che avrebbe accarezzato una ad una, e fingere indifferenza...
Avrebbe sofferto una volta, enormemente, ma poi avrebbe chiuso: un'altra vita, un altro lavoro, altra gente, altri luoghi.
Uscì, nevicava.
Nevicava fitto e si lasciava alle spalle calore, riparo, affetti, amore.
Una storia sbagliata, da chiudere, pensò che poteva anche morirne, anzi, il pensiero gli dette pace, gli sembrò finalmente di vedere uno spiraglio.
Con una sola mossa agile salì a cavallo, lo spronò e via.
NELLA NOTTE.