Premesso che la vita ha un valore..inestimabile e forse non esiste neanche un termine per dare la giusta definizione, non so se sia giusto tenere presente quello per cui tutti siamo destinati. Lo so che è un discorso difficile e pure scomodo. Tuttavia la morte esiste ed è una delle poche cose certe che fanno parte della nostra…esistenza? Il mio discorso non vuole essere un pensiero negativo verso qualcosa che di per sé, checché se ne dica, spaventa tutti, credenti e non, ma vorrei analizzare un aspetto, riguardo l’idea della morte. L’importanza che diamo alle cose, la priorità, il tempo e la pigrizia. Sì, la pigrizia. Il valore che diamo alla nostra vita, non come un trascorrere, un far passare i giorni, i mesi, gli anni, aspettando che arrivi il “domani”, ma tenendo presente, e nel presente, la ricchezza che abbiamo come vivere. Ci siamo a questo mondo...che vogliamo( non dobbiamo) fare? Quante volte ci è capitato di fare delle riflessioni in merito alla scomparsa prematura, e non solo, di qualcuno….in quel momento prendiamo coscienza di quanto sia effimera la vita, ma basta pochissimo per dimenticare. E’ autodifesa per evitare angosce? Oppure è il valore che manca? L’idea della fine genera paure, ma forse cogliendola come sottile sfumatura, potrebbe essere uno stimolo a vivere pienamente e con maggior coscienza, e non razionalizzando, ma un "ingrediente", che è cresciuto in noi e con noi. Spero di essere stata chiara.
Tengo fuori da questo discorso, per ovvi motivi, la vita vista come sofferenza.