ogni tanto il figliol prodico torna alla poesia
in certe notti ho scritto nel buio con le dita
vedevo la mia mano muoversi sola e senza meta
lo feci per nascondere quelle parole agli occhi della gente
ma le vidi salire su per poi diventare stelle
nei giorni di pioggia ho scritto tra le nuvole
le ho viste tagliare il cielo per far uscire il sole
parole troppo leggere per esistere sulla terra
parole che in testa creavano la loro guerra
ho scritto anche sul mio cuscino
per avere ogni mio sogno sempre vicino
ma vederli svanire al comparire dell'alba
piano piano ha logorato la mia anima
quando ero in viaggio ho sempre scritto su ogni muro
perchè quelle parole abbiano un loro futuro
affinchè il loro seme arrivi nel torace della gente
che dopo averle assorbite se le porti dentro continuamente
scrissi qualcosa anche sui miei banchi di scuola
poichè volevo avere difronte ogni parola
per ricordarmi che il prodotto arriva dopo il lavoro
e che comunque sia davanti alle difficoltà sarai sempre solo
fumando, piano la mia mano si mosse nel mio respiro
delineando così la forma di ogni frase per ciascun tiro
le vidi dissolversi lentamente davanti ai miei occhi
per raggiungere definitivamente il paradiso dei segreti morti
certe volte scrissi anche nella nebbia
poichè nella confusione m'illuminasse almeno una feritoia
ma vidi quelle lettere inghiottite nel nulla
e sprofondae la mia mente nella paura più cupa
cercai di scrivere anche sugli elementi
ma il mio corpo era troppo debole per entrare in tutte le menti
di quelle parole ne scrissi solo la metà
l'altra la finirò quando il momento arriverà
incisi le mie parole sulla cenere
per osservare come si può rinascere
imparai che non esiste una vera fine
e ciò che rimane sarà usato ancora come concime
cresceranno così arbusti sempre più forti
che si porteranno dietro il peso dei nostri ricordi
diventando la bae di una nuova foresta
basata sull'importanza delle nostre gesta
dai attendo anziosamente commenti