Quel canto di donne
su acque di sacro respiro,
nel vivo colore
di vesti dell'iride...
Su visi di giada
con sguardi di miele,
ti perdi nell' onde
di spuma e di grida...
Ricordi la vergine
violentata da un dio...
riporti alla mente
antichi racconti,
che narrano gesta
di giovani uomini,
su gusci di legno
a combattere correnti
di un triste destino...
Con fiori sul capo
e gemme da poco,
impreziosisci conchiglie
portate dal fato...
Sussurri miserie e ricchezze
e nobili gesta, di
schiavi e padroni...
imporpori albe,
con petali e giunchi,
che sembrano vite
rubate alla luce...
Nel tempo che passa,
tra altari ed incenso,
come candela,
ti spegni nel lutto.
T'innalzi come onda che
cerca una casa...
negli uomini giusti tu chiedi conforto...
Se piangi dimessa,
la forza di oceani
che tutto cancellano come fosse
deciso...
ti chiedi raccolta dentro gusci di
perle,
se dentro al tramonto
ritrovi il cammino...