Pensieri, i miei,
annunciati da aerei di carta
e proiettati in cieli di piombo
da mani immature d'infante
che poco esaltano quei voli,
non ghermìti nell'aria dagli altri
e finiti prontamente in stallo,
crollando su incompresi oceani
dopo i succinti viaggi latenti,
perle,
dentro un cuore sprecato,
fatto di fogli stropicciati
e buttati via, nel biasimo,
in cestini di illusioni disciolte,
avvelenate dall'acido intorno,
mi corrodo dentro
e non sana, la bile,
ma m'interrogo ancora irruente,
se meritano il prodigar parole
di queste utopiche menti.
Marco
