.....Quella mattina, giunta al colmo della disperazione per le condizioni ormai gravissime della lattante, Baline prese i Sacri Sigilli e, sfidando il freddo già intenso, si recò alla Caverna dei Riti per pregare.
Appena ebbe inserito i sigilli di pietra nelle fessure della roccia e fu entrata allo spalancarsi della lastra , ebbe un sussulto e un grido di spavento: maestosa e bellissima, eretta sulla grande pietra circolare centrale, una magnifica bestia la salutò ruggendo.
Era una Hubbyth.
Baline la guardò con stupore e ammirazione, era splendida, molto più di come l'aveva sempre vista raffigurata sulle antiche incisioni, si credeva che le Hubbyth fossero estinte...invece una era lì e si avvicinava cautamente a lei...
Baline si accorse di tremare, ma la bestia, con dolcezza, si accostò fino a strofinare il muso sulle sue mani, poi, mugolando, tornò alla pietra circolare e vi si accasciò, guardando ogni tanto indietro, come per invitarla ad accostarsi...
Baline non osava, si sentiva pietrificata, quella era la magica, mitica Hubbyth, che a quanto si sapeva, mai mano umana aveva toccato...
La magnifica bestia aveva le dimensioni di un cavallo, il suo corpo maestoso ricordava una pantera, ma era maculato e fornito di marsupio. Le leggende dicevano che fosse forte e veloce come il vento e di intelligenza quasi umana.
La creatura sembrava in preda a una viva sofferenza, come testimoniavano gli occhi umidi stretti a fessura e gli uggiolii intensi.
La donna si sentiva combattuta tra la paura e un senso di pietà...ma non ebbe più cuore di tenersi lontana e cautamente cominciò ad avvicinarsi.
Si rese conto che potenti spasmi scuotevano la bestia a intervalli più o meno regolari e sempre più ravvicinati...d'un tratto comprese: stava partorendo! Quelle erano doglie e contrazioni...ma qualcosa non andava...
Baline non perse tempo, si levò il pesante mantello, si rimboccò le maniche e unse
il braccio destro con grasso destinato alle lanterne, poi si accostò all'animale e con delicatezza immerse il braccio nella sua natura, finchè trovò il feto. Lo sforzo era grande, Baline sudava copiosamente e i reni quasi le scoppiavano per mantenere la posizione giusta praticamente quasi sotto il pesante corpo della Hubbyth. Certo, quell'animale era speciale, ma soffriva come qualunque altra femmina al momento del parto, e lei aveva una buona pratica, aveva aiutato molti vitelli e puledrini a nascere. Finalmente trovò le zampe del piccolo e cominciò a tirare con forza, ma lentamente e senza strappi, in sintonia con gli spasmi della madre. Ma a un tratto qualunque spasmo o movimento si bloccò, la bestia aveva perso conoscenza, i suoi fianchi poderosi non spingevano più, il piccolo era inerte e il suo cuoricino era lento e irregolare sotto l'orecchio esperto e attento di Baline, posto sul ventre della Hubbyth.
La donna lanciò un urlo di rabbia e di impotenza...poi, singhiozzando, pronunciando parole sconnesse, i capelli fradici di sudore, gli occhi pieni di lacrime, il braccio indolenzito " LOTTIAMO! NON ARRENDERTI HUBBYTH! IO SONO QUI! " urlò e prese a manovrare a lungo, con delicatezza e attenzione, finchè trovò il cordone ombelicale, tesissimo...piano piano riuscì a liberare il collo del piccolo e madre e figlio, con l'ultimo sforzo disperato e l'aiuto di Baline compirono il miracolo: il piccolo venne alla luce.
Baline recise il cordone ombelicale e poggiò sul marsupio della bestia il piccolo, lei cominciò a ripulirlo dolcemente...
" credo sia maschio, Hubbyth! " mormorò Baline sfinita, tra le lacrime, la bestia le appoggiò il muso su una mano e la lambì.....