Sono tornata a incontrarti.
E non hai mai un volto disteso, un pensiero gentile.
Il massimo del bene che si può avere da te è la rapidità, che il tuo apparire sia veloce e veloce scompaia, come un bisturi lucente.
Non ti senti mai sola? Non ti atterrisce l'essere non amata, l'essere vista come ultima speranza d'incontro, l'essere considerata inesorabile e dura?
Quando hai trovato il tuo spazio nella Creazione, ti sei ribellata come Lucifero? Hai gridato e pianto e strappato le tue vesti nere, o hai sorriso beffarda, consapevole del tuo immenso potere, pronta a usare la tua giusta severità, la tua indifferente armonia?
Non so, osservo il tuo volto scavato e immobile, quello che di volta in volta dai a coloro che incontri e mi domando se almeno, dopo, essi stiano meglio, su campi che ancora non conosco, con suoni e luci di gioia.
Tu non li conoscerai mai, a te toccano le onde buie al di qua del confine.
E pianto.
E stridore di denti.
Ti incontrerò anche io, signora Morte, so che abbiamo un appuntamento, anche se non so nè dove, nè quando.
Forse allora ti vedrò sorridere e sarai accabadora, mi prenderai per mano, come ultima madre.