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Piccoli Scrittori... => ... scrivono racconti... => Topic aperto da: Deleo91 - 29 Dicembre 2007, 14:28:24 pm
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ragazzi ho in testa una storia per un romanzo...
o_O
in pratica si parla di un ragazzo figlio unico, che a 18 anni mantiene facendo il muratore il padre, ormai anziano e con una pensione minima...
la madre morì in una rapina nella sua casa cercando di fermare i ladri che stavano aprendo la stanza dell' allora piccolo protagonista...
il protagonista prova un affetto profondo per la madre...
al ragazzo si affiancano 2 amici che lo seguiranno nella storia...
questo ragazzo per "arrotondare" spaccia nei vicoli erba e fumo... e lui stesso ne fa uso..
vede una ragazza su un balcone che accudisce i fiori e se ne innamora sul colpo...
in un modo fortuito (ancora da trovare) riesce ad avere il numero e le chiede un appuntamento a cui lei accetta...
la famiglia di lei è apparentemente benestante ma in realtà il fratello di lei è un mini-boss che lo "infiltra" nei gruppi "mafiosi" locali.. facendolo entrare nella malavita..
quando si trova al compleanno di lei le va a grafitare davanti alla sua scuola un ti amo.. e poi nasce la vera storia d'amore..
compie 18 anni e riesce a prendere la patente.. intanto 1 dei suoi amici parte per cercare lavoro e 1 rimane ucciso in una sparatoria in un vicolo...
il protagonista cerca una vendetta e scopre che è stato il fratello della sua lei a farlo uccidere...
cambia fazione e intanto conosce un altra ragazza che gli ruba il cuore...
riesce a uccidere il fratello della sua lei che tradiva con un altra e con cui rimane sempre incerto se lasciare amore per passione...
la sua lei scopre l'assassinio sul fatto e lo perdona sapendo cosa è successo davvero..
la sua ragazza rimane incinta...
lui va a fare una rapina per "trovare i soldi" per il suo matrimonio..
rimane ucciso con un colpo alla nuca...
com'è? :-d
second voi può andare come storia?
qualcuno ha suggerimenti da darmi? :">
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Non ci vedo un romanzo, ma è perfetto per una sceneggiatura secondo me W00T! ...ho già pensato a tutti gli attori etc. .... ^_^
in un modo fortuito (ancora da trovare) riesce ad avere il numero e le chiede un appuntamento a cui lei accetta...
Lei cura i fiori sul balcone, malauguratamente le sfugge qualcosa dalle mani ( vaso o paletta o cesoie..) e, per poco, non colpisce il ragazzo per strada...da questo fatto si parlano e...
che te ne pare?
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l'idea è bella... però vorrei che sia il ragazzo ad avvicinarsi... in modo che la ragazza si faccia attendere e che da qui nasca la sua bellezza...
del tipo... non so... vedendo il teatro di Eduardo c'era 1a scena simile... in cui lui si doveva avvicinare a lei per farsi cucire 1 bottone... (gli esami non finiscono mai è solo citata la scena) solo che è troppo in stile retrò.... >_<
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Andrò a rileggermi il pezzo di cui parli...
Però tu cerca di cominciare a scrivere! W00T!
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mi vergogno quasi a dirlo ma mi scoccio :P
non ho manco la stampante funzionante o_O e mi scoccio di ricopiare il pezzo qui sopra o_O o_O
ho tutto il romanzo in testa, compresi luoghi e personaggi e metodo di narrazione ma mi scoccio di scrivere o_O o_O o_O
sto male lo so :-d :P
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...e un aiutino da qualcuno?
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Capitolo 1
“sveglia scemo!”
Leo si rivolto nel letto e si mise una mano tra i suoi capelli neri, come se volesse riprendersi il sogno che aveva lasciato.
“oh! Ti muovi o no?!?” urlò ancora il padre “18 anni persi…”
“mmm… che ca**o vuoi ora?”
“sbrigati che sono le otto e mezza… dovevi essere a lavoro già da un pezzo..”
“crist…”
Si catapultò dal letto e si infilò in fretta e furia i suoi jeans da carpentiere e la maglietta, ormai sporchi fino all’esasperazione, cercò di lavarsi i denti alla meglio e poi corse davanti casa dove la sua panda 750 l’aspettava. L’aveva presa usata grazie al suo primo stipendio, anche se non stava comodo essendo molto alto e robusto per la sua età, ma l’amava come se fosse sua sorella perchè era il frutto dei suoi primi due stipendi; non era un granchè come auto, ma l’unica cosa che aveva di decente era l’impianto audio, unico lusso che Leo volle permettersi.
“meno male che ci sono le chiavi attaccate”
Mise in moto e partì senza pensarci due volte.
Lo stereo partì sulle note degli articolo31 - a pugni con il mondo.
Gli ricordava troppo quella canzone, sembrava la sua vita… Era un po’ di tempo che le cose gli andavano male.
La tipa lo aveva mollato senza spiegargli il motivo dopo che la sua storia è durata per ben due anni e il lavoro era diventato sempre più difficile da seguire in quanto il capomastro che lo aveva assunto, quasi sicuramente per pietà, era andato in pensione e quando ne arrivò un altro molto più esigente, gli si aggiunsero i tagli alle spese del personale, dunque doveva sacrificarsi se voleva continuare a mantenere lui e suo padre, che viveva grazie ad pensione minima.
Erano rimasti solo due nella loro casa da quando sua madre morì cercando di salvare il suo “piccolo” durante la rapina che avvenne nella sua casa nove anni addietro, gettandosi contro i ladri che stavano aprendo la porta della cameretta di Leo quando incontrò il coltello di uno di loro.
Si perse in quei attimi.
Rivide per un secondo tra le sue mani il viso di sua madre e la sua ferita, e per un attimo stava quasi per tornare a piangere.
Quei occhi… Quel sangue…
“we Leo!”
Si voltò verso la voce che lo chiamava, erano Ciccio e Franco dal bar dove perdevano il loro tempo ogni giorno.
In realtà i due si chiamavano entrambi Francesco ma visto che stavano sempre vicini fin da bambini, si è cercato un espediente per distinguerli.
Era solo una questione di nome in quanto i due erano completamente diversi.
Ciccio aveva i capelli neri e gli occhi azzurri, molto spesso accompagnate da lenti spesse e gel, era abbastanza basso ma molto muscoloso, un classico “tipo da spiaggia”, mentre franco aveva i rasta e gli occhi marroni, spesso e volentieri rossi a causa del fumo che gli andava negli occhi, era uno di quelli che si definiscono “bacchettone”, alto e magro…
Leo tirò il freno a mano mettendo a dura prova gli pneumatici di quel rudere chiamato panda e si ritrovò parcheggiato alla perfezione davanti al bar, che si trovava dall’altra parte della strada.
Abbassò il finestrino con molta calma, mise lo stereo in “att on” e tirò fuori la sigaretta.
“che ti fumi?”
“non ti preoccupare franco… è una sigaretta” disse Leo sogghignando
“allora oggi ci si vede qui…” confermò Ciccio
“bene, porti il fumo che la dividiamo?”
“ok… fatti trovare qui alle 4… poi ne parliamo”
“va bene… adesso devo scappare, non sono come certi io” si aprì un sorriso sulla bocca di Leo
“vai vai”
Schiacciò sull’acceleratore e partì per fare manovra…
Normalmente non si sarebbe mai fidato di un appuntamento da uno sconosciuto, ma loro tre si conoscevano da una vita.
Fin dalle elementari, fin dove la memoria di Leo poteva spingersi, erano stati sempre uniti.
Ciccio e Franco soprattutto, erano come due fratelli, si spalleggiavano continuamente e si dividevano tutto, donne, motorini, erba…
Era quasi invidioso della loro amicizia, ma sapeva che comunque andasse non l’avrebbero tradito mai.
Parcheggiò l’auto e scese.
Era arrivato a lavoro, un'altra giornata cominciava…
EDIT: l'ho rivisto un pò :P
ecco il primo capitolo...
com'è? :-O
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Bravo ! lo stile è vivace, moderno ( come io non riuscirei mai ad essere per esempio... O:) ! ) e rivedendo qualche ripetizione, REGGE!
Non ti fermare, mi raccomando, faccio il tifo per te-scrittore! W00T!
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Si si, la trama per un bel romanzo c'è tutta. Anche se, come dice Kant, io la vedrei perfetta per una sceneggiatura!
Fresco, allegro, veloce, frizzante... E' bello, solo da rivedere un po' nella forma :)
Piccolo scrittore, continua a scrivere però!
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sono d'accordo con gli altri,la trama è coinvolgente ;) rivedi solo un po' i verbi, in modo che i tempi concordino...e continua!Vedrai che pian piano la scocciatura per lo scrivere ti passerà... :-d ;)
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Coinvolge, coinvolge! :) Vai avanti, e non riuscirai a smettere di scrivere! ;)
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Vietato scocciarsi, c'è un forum che aspetta di leggere il resto della storia. Ci so rimasta male :"> :">, non pensavo che finisse li, scrivi come hai in testa, a correggere e stilizzare ci pensi dopo, non ti fermare (:) (:) (:)
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Vero,pensa dopo a correggere altrimenti ti blocchi per manie di perfezione!!! :'(
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grazie a tutti.. :"> mi emozionate così però o_O :-"
(LOL)
comunque lo so che il mio italiano non è dei migliori... se avete correzioni da sottolineare ditemelo direttamente ^_^
ad esemp si dice "quei occhi" o "quegli occhi"? :s
comunque oggi scrivo il secondo capitolo ;)
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Scrivi, deleo ( so che è il tuo nick, ma mi riesce difficile! posso chiamarti Leo?)
Alla fine mi impegno a farti una rilettura, levando tutte le sviste se vuoi!
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grazie kant... te ne sarei grato.. :">
ecco una kikka :P
Capitolo 2
Appena uscito dal cantiere si diresse dritto verso casa, era già tardi.
Il capomastro lo aveva fatto lavorare come un ossesso, aveva la testa che gli scoppiava “vai lì” “fai quello” “aiuta quell’altro”… quasi ce l’avesse con lui. Qui ci voleva qualcosa per riprendersi. Per fortuna nel pomeriggio doveva vedersi con i suoi amici.
Scese dall’auto e, arrivato a casa, cercò inutilmente di mandar giù qualche boccone davanti al padre che, anche se faceva l’uomo duro, sapeva tutto quello che il figlio stava passando e si preoccupava per la sua salute.
Mentre mangiava Leo diresse lo sguardo verso il padre… aveva i capelli grigio topo, segno che la giovinezza stava per sparire, le sopracciglia folte come poche e il naso aquilino… Più lo guardava più si rivedeva in lui come se uno specchio gli avesse fatto il dono di vedersi nella vecchiaia.
Finito il pranzo, Leo andò direttamente a farsi una doccia rigeneratrice.
Si tolse la maglietta e si guardò riflesso nello specchio. I capelli neri ormai erano bianchi di calce, gli occhi erano spenti e poi rivide quella cicatrice sulla fronte, quella che si fece quando in un vicolo arrivò per la prima volta un ragazzo che gli chiese dell’erba, ma appena Leo gli diede quello che aveva chiesto, questo ragazzo raccolse da terra un pezzo di metallo e glielo gettò alla testa; per fortuna la ferita non era grave, tanto che appena colpito Leo gli si gettò addosso e lo mandò dritto all’ospedale, tre giorni di coma…
Momenti passati di beata gioventù, si disse.
Guardandosi nello specchio però si accorse di qualcosa che non andava…
La sensazione era strana, forse per la prima volta cercava di ragionarci su…
Aveva diciotto anni, la maggiore età l’aveva raggiunto. Che futuro avrebbe avuto se avesse continuato a fare la vita che faceva… che futuro avrebbe potuto dare ai suoi figli, un giorno, se oggi aveva solo la sua panda, una pistola e qualche grammo di fumo… forse nessuno… forse non sarebbe arrivato a fare i capelli grigio topo e raggiungere suo padre… ma era l’unica vita che gli si presentava davanti…
Un brivido gli corse giù per la schiena…
Entrò nella doccia e ne uscì soltanto dopo che l’ultimo granello di polvere fosse scesa dalla sua testa.
Si rivestì e diede un occhiata all’orologio da polso che portava sempre al braccio. Erano già le quattro, era già in ritardo per il suo appuntamento.
Salutò il padre e corse dritto in macchina, fece la sua solita sgommata di partenza e partì.
Ma arrivato al bar non c’era nessuno, per fortuna. Sapeva quanto quei due fossero meticolosi in fatto di orari.
“una birra e tre bicchieri…”
Seduto al tavolino esterno e fumandosi la sua sigaretta aspettava in solitudine assoluta. Girò lo sguardo verso il locale.
Non era un locale per Leo e gli altri, era un centro di ritrovo. Era l’unico locale che andava bene nel suo paese, in quanto si trovava al centro dalla cittadina.
I tavoli erano tutti di plastica rossa e targati Peroni, come le sedie. Il telone che faceva da riparo dal sole nel periodo estivo era stato tolto, visto che ormai era settembre e l’autunno era già inoltrato. Di fronte a Leo c’era un viale pieno di aceri e le foglie, che ormai erano secche, cadevano ricoprendo anche le panchine, creando un paesaggio di dolce silenzio. Ma altro attirava l’attenzione di Leo.
C’era una casa al lato del viale, una casa modesta ma al tempo stesso discreta e viva. Sul balcone c’era una ragazza che accudiva i suoi fiori. Aveva la pelle chiara e i capelli neri. Era indaffarata nelle sue cose ed era tutta sporca di terra ma a Leo diede una sensazione strana, come se quella ragazza fosse venuta da un altro pianeta, aveva un qualcosa di inumano ma allo stesso tempo dolce…
Gli sembrò che quella ragazza fosse un angelo caduto dal cielo.
Aveva una precisione assoluta e la passione che metteva nelle sue piante dava l’impressione che fosse nata solo per accudirle, aveva delle mani fini e gentili con le quali accarezzava i petali delle sue rose.
Leo rimase colpito. Doveva conoscerla.
Lei, forse sentendosi osservata, si girò di scatto verso di lui. Aveva uno sguardo intenso e profondo, e gli occhi verdi come le foglie delle sue rose.
Si scambiarono un occhiata.
Leo per la prima volta si sentì in difetto, non riuscì a tenere lo sguardo e lo abbassò girandosi di lato
“che ca**o sto facendo…” si disse
Era la prima volta che gli capitava. Tutti lo conoscevano per i suo sguardo tagliente e sprezzante di ogni pericolo, come se la sua anima fosse vuota all’interno, e molto spesso chi guardava si allontanava da lui, impaurito e spaventato.
Ma quella volta era diverso, anche se non si riusciva a capacitare di cosa gli avesse fatto.
“la birra… tieni Leo”
“grazie”
Leo prese la sua bottiglia ed incominciò a riempire i tre boccali. Nemmeno il tempo di riempire l’ultimo quando sentì il rombo dei due scooter di Franco e Ciccio. Non avevano ancora preso la patente, avendo ancora diciassette anni.
Franco aveva un Mbk Nitro di colore nero con cerchi e particolari verde fluo, Ciccio aveva un Aprilia Sr del 2006 di colore blu con i particolari rosso acceso. Li avevano modificati fino all’osso ed erano due scooter da pista che potevano partecipare, per la loro elaborazione, a qualsiasi torneo di 70cc. Il primo preferì la polini il secondo la malossi.. ogni volta che passavano impennando in coppia facevano un rumore che faceva tremare la terra sotto i piedi e tutti i ragazzi che li guardavano sbavavano come dei sambernardo. I due scooter erano stati rubati “in giro”, come amavano dire loro. Ma nessuno sapeva davvero dove li avessero presi, ma infondo non interessava nemmeno.
“vedi, sentono odore di alcool e si precipitano…” sogghignò Leo
“beh siamo sempre cani cinofili noi … lo sai” rispose Ciccio
“vabbè ma ora parliamo d’affari… hai portato tutto?”
“si, c’ho tutto lì” disse Franco indicando lo scooter “dopo andiamo nella Casa e dividiamo”
Franco aveva una casa lasciatagli dalla nonna dopo che è partita per la Svizzera, per andare a vivere con i figli, visto che aveva quasi diciotto anni e che era autonomo. Viveva da solo in quella casa e molte volte la usavano come deposito dove tenere la roba prima di tagliarla e “smaniciarla”, come dicevano loro.
“ok Franco… ci andiamo tra un po’…”
“che hai Leo? Di solito ti precipiti quando ci sono affari del genere…”
I due si accorsero che stava fissando quella ragazza sul balcone…
“cristo Leo… non ci pensare nemmeno” sbottò Ciccio “quella è la sorella minore di Giovanni”
“Giovanni?”
“Giovanni Cristiano”
Al pronunciare del nome Leo aprì di colpo gli occhi, come se qualcuno gli avesse dato una mazzata sulla nuca. Ma poi si riprese subito.
“devo conoscerla comunque… non mi interessa…”
“non ci pensare nemmeno, è per il tuo bene… adesso andiamocene da qui…”
Ciccio picchiò sul tavolo il suo boccale.
“ok dai… vedremo un'altra volta”
Presero le loro cose e se ne andarono, ma Leo sapeva che non poteva finire così…
Aveva fisso ancora negli occhi quello sguardo, quel verde… si sentì perso nella bellezza di quella ragazza…
No non doveva finire così…
il secondo capitolo...
com'è?
comunque potete chiamarmi come volete :P B)
anche Leo se vuoi (anche se il mio nome è Michele... :-" )
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GRANDE!!!
Tu sai scrivere Leo! VAIVAIVAIVAI...vai a mille!
grande tifo, farai un best seller!
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veramente a me non piace questo secondo capitolo...
non so... o_O
entra troppo in fretta nella storia.... cioè non l'ho nemmeno descritta la ragazza ma subito se ne innamora... poi non mi soffermo nei momenti di riflessione per passare subito alla narrazione.......
o_O
o_O
o_O
o_O
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A me sembra in stile con il resto, però se ti va un maggiore approfondimento di alcuni punti, puoi sempre tornarci su e modificare qualcosa, oppure approfondire in seguito: non sembra scarsamente descritto( a me) il suo interesse per la ragazza, anche perché è ancora semi-celato sotto la voglia di "sfida" quando apprende di chi è sorella...
Ti ripeto: REGGE , questo è l'importante...
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beh, in realtà la descrizione la voglio preservare per i prosimi capitoli, per far si che il lettore abbia la curiosità di proseguire e di avere il racconto vivo, come per il fatto di spiegare chi è "giovanni" (chi è tatianaaaaaa! o_O (LOL))... però non è troppo definirla un angelo? o_O :s
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Stai descrivendo delle sensazioni soggettive, quindi devi chiederti se un tipo come il tuo protagonista userebbe un'immagine simile per una ragazza che lo colpisce, o forse sottolinea il fatto che normalmente non la userebbe, ma in questo caso è straordinariamente colpito...
o_O o_O o_O...beh, comincio a dare i numeri, è quasi più complesso dei test di Caramellina.. :-d (LOL)
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beh questo è vero, ma anche le descrizioni devono essere soggettive per il protagonista, definirla 1 angelo senza descriverla mi sembra sbagliato... o no? :s :s
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No, può andare, è chiaro che la sta idealizzando, secondo me puoi riservarti di descriverla in seguito, magari giocando sulla curiosità di chi legge, come hai detto...
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la volevo riservare per il momento del primo kiss tra i due :-" :-" ok non anticipo niente :-" :-"
a domani (forse) il terzo capitolo >:)
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non ho avuto tempo di leggerlo tutto,ma bene,bene,la storia incuriosisce! W00T! per la descrizione di lei,la definizione angelo può benissimo rimanere,ma se il primo bacio tra i due è un po' troppo in là nel racconto,forse è meglio anticipare un po' la descrizione...poi,tu sai ciò che vuoi trasmettere. ;)
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Dai su sbrigati aspetto il terzo capitolo ;) ;) ;) =)
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Capitolo 3
La vecchia panda si parcheggiò nello spiazzale antistante alla casa. Scesero uno dopo l’altro.
Si trovarono di fronte un vecchio condominio di colore biancastro e con qualche scritta vicino al portone di quando il “piccolo” Franco faceva il filo alla ragazza del piano di sopra, che aveva ventisei anni, scrivendo i soliti “ti amo” e le solite firme che lo contraddistinguono , ma alla fine capì che la cosa non poteva andare avanti, avendo lui solo dieci anni.
Iniziarono a salire le scale.
Le gradinate si presentavano abbastanza pulite a confronto dell’esterno, in quanto tutti si davano da fare almeno per conservare quel minimo di onore che la propria casa necessita, anche se ogni tanto un topolino tagliava la strada a quelli che passavano tranquilli, spesso e volentieri facendoli sobbalzare e gridare.
Terzo piano prima porta a destra. Ormai lo sapevano a memoria, erano di casa.
Entrarono senza esitare nella casa e trovarono lo stesso spettacolo che fin ora li aveva accompagnati. Era tutto in semidegrado, c’erano pezzi di pizza ancora inscatolati e gettati in un angolo, cicche di sigarette sparse in giro e ruggine un po’ dappertutto, segno che Franco non era molto dedito alla pulizia, se non a quella minima per lo spazio in cui abitava e quella personale, in cui era molto meticoloso.
Entrarono nella cucina/sala da pranzo e si sedettero su alcune vecchie poltrone.
“Raga vado a prendere l’ampolla, aspettatemi qui”
Ciccio e Leo rimasero un po’ attoniti, di solito preferiva rollare…
Forse voleva farsi male quel giorno.
Ciccio volse lo sguardo verso Leo, per scambiare qualche parola nell’attesa, ma vide lo stesso sguardo nei suoi occhi, lo sguardo di desiderio che lo accompagnava quando fissava quella ragazza.
“Leo, ti ho mai detto che mi sono afferrato un giorno con Giovanni e la sua compagnia?”
Ciccio in quella occasione si ritrovò solo contro una ventina di persone, il tutto soltanto perché aveva buttato un’occhiata al tavolo da gioco di Giovanni, nella rissa si fece rispettare mandando dritto all’ospedale tre persone, ma gli effetti gli rimasero ancora su tutto il corpo…
“ca**o si, lo so benissimo a che vado incontro”
“ho ancora una cicatrice di 30 cm sulla schiena e 40 punti sparsi sul corpo”
“non è che me ne sbatto dei tuoi consigli, ma …”
“ascolta… davvero vuoi conoscerla? Davvero vorresti rischiare la pelle per una puttana?”
“per lei si, non me ne frega”
Ciccio prese il suo nokia 8310 dalla tasca, un telefono non a colori ma che all’interno conteneva tutta la sua vita, scritta sotto sms.
“copiati sto numero”
Gli passo il cellulare e quando guardò sullo schermo vide una scritta.
Eva…
“di chi è questo numero?”
“prova ad indovinare Genio”
“come ca**o fai ad averlo tu?!”
“tempo fa mi scrisse perché mi confessò di avere una cotta per me, ma alla fine la cacciai proprio per il fratello”
“ca**o… secondo te adesso ci starebbe?”
“beh, credo di si… tentar non nuoce…”
In quel preciso istante arrivò Franco con l’ampolla in una mano, una bottiglia di vodka nell’altra e si accomodò al tavolino. Mentre gli altri due lo guardarono con aria attonita, lui iniziò col riempire con tutta calma l’ampolla di vodka, la chiuse e mise un po’ di erba sopra, già mischiata col tabacco.
“dove cristo l’hai presa quell’erba?” chiese Ciccio con gli occhi fuori dalle orbite
“sono come la ditta del parmigiano reggiano, ho sempre qualche riserva da stagionare”
Accesero sopra l’ampolla ed iniziarono a tirare dal tubo.
Un giro, due giri, tre, quattro, cinque…
Ormai avevano perso il conto.
Alla fine era tutto finito e si ritrovarono a guardare in aria con la testa che impazziva.
Ma Franco voleva di più, e iniziò a buttare giù vodka senza complimenti.
“cristo Fra finiscila” disse Leo “non bere che poi stai male”
“tanto ormai…” gli rispose Franco
Ciccio e Leo stettero dieci minuti a ridere e a sparare ca**ate prima che il loro amico non gli rispose
più. Si era accasciato con la faccia in giù sul fianco sinistro.
Lo guardarono con aria perplessa.
“ca**o Franco svegliati, non è ora di fare sti scherzi… Franco!”
Lo girarono… aveva gli occhi completamente bianchi.
“cristo Leo dobbiamo portarlo all’ambulatorio!”
Lo tirarono su in due e se lo portarono di corsa giù dalle scale fino a farlo entrare in auto.
Leo si mise alla guida. Non era nelle condizioni ottimali per correre come lui faceva da sobrio e ne era cosciente.
Ma quella volta era diverso, lo faceva per un Amico.
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Non ti smentisci Leo, mantieni le tue caratteristiche di stile, va bene...
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ma va bene come è scritto? scusate le mie paranoie :P ma sto ancora storto da ieri sera >:)
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C'è qualche ripetizione in più, sei un po' più distratto, non so se per un tuo stato d'animo personale...
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mah.. mi gira ancora la testa... quando avrò tempo lo rivedrò un pò... :'(
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Finito di leggere secondo e terzo... ^_^ stilisticamente non ti possiamo dire niente,perchè ognuno ha il suo,chi più narrativo,chi più immediato...la storia mi piace,finalmente ho letto la descrizione della ragazza ed è fatta molto bene! ;) ,per il resto dovresti rivederlo un po' grammaticalmente,per esempio:
a sparare ca**ate prima che il loro amico non gli rispose
più.
è più corretto...
a sparare ca**ate finchè non si accorsero che il loro amico non rispondeva più.
continua a scrivere,perchè siamo curiosi!!!!!! W00T!
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da uno a dieci, obbiettivamente com'è questo inizio? tenete conto che è la prima volta che scrivo, quindi è preferibile essere sinceri, magari così mi "aggiusto" un pò... B)
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Se sul serio è la prima volta......... atutta birra allora!!!!!Bando agli scherzi mi piace, è scorrevole e immediato,infatti non vrdo l'ora di leggere il quarto cap. quindi aspetto diligentemente. Bravo
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Capitolo 3
La vecchia panda si parcheggiò nello spiazzale antistante alla casa. Scesero uno dopo l’altro.
Si trovarono di fronte un vecchio condominio di colore biancastro e con qualche scritta vicino al portone di quando il “piccolo” Franco faceva il filo alla ragazza del piano di sopra, che aveva ventisei anni, scrivendo i soliti “ti amo” e le solite firme che lo contraddistinguono , ma alla fine capì che la cosa non poteva andare avanti, avendo lui solo dieci anni.
Iniziarono a salire le scale.
Le gradinate si presentavano abbastanza pulite a confronto dell’esterno, in quanto tutti si davano da fare almeno per conservare quel minimo di onore che la propria casa necessita, anche se ogni tanto un topolino tagliava la strada a quelli che passavano tranquilli, spesso e volentieri facendoli sobbalzare e gridare.
Terzo piano prima porta a destra. Ormai lo sapevano a memoria, erano di casa.
Entrarono senza esitare nella casa e trovarono lo stesso spettacolo che fin ora li aveva accompagnati. Era tutto in semidegrado, c’erano pezzi di pizza ancora inscatolati e gettati in un angolo, cicche di sigarette sparse in giro e ruggine un po’ dappertutto, segno che Franco non era molto dedito alla pulizia, se non a quella minima per lo spazio in cui abitava e quella personale, in cui era molto meticoloso.
Entrarono nella cucina/sala da pranzo e si sedettero su alcune vecchie poltrone.
“Raga vado a prendere l’ampolla, aspettatemi qui”
Ciccio e Leo rimasero un po’ attoniti, di solito preferiva rollare…
Forse voleva farsi male quel giorno.
Ciccio volse lo sguardo verso Leo, per scambiare qualche parola nell’attesa, ma vide lo stesso sguardo nei suoi occhi, lo sguardo di desiderio che lo accompagnava quando fissava quella ragazza.
“Leo, ti ho mai detto che mi sono afferrato un giorno con Giovanni e la sua compagnia?”
Ciccio in quella occasione si ritrovò solo contro una ventina di persone, il tutto soltanto perché aveva buttato un’occhiata al tavolo da gioco di Giovanni. Nella rissa riuscì a mandare dritto all’ospedale tre persone… gli effetti però rimasero ancora su tutto il corpo…
“ca**o si, lo so benissimo a che vado incontro”
“ho ancora una cicatrice di 30 cm sulla schiena e 40 punti sparsi sul corpo”
“non è che me ne sbatto dei tuoi consigli, ma …”
“ascolta… davvero vuoi conoscerla? Davvero vorresti rischiare la pelle per una puttana?”
“per lei si, non me ne frega”
Ciccio prese il suo nokia 8310 dalla tasca, un telefono non a colori ma che all’interno conteneva tutta la sua vita, scritta sotto sms.
“copiati sto numero”
Gli passo il cellulare e quando guardò sullo schermo vide una scritta.
Eva…
“di chi è questo numero?”
“prova ad indovinare, Genio”
“come ca**o fai ad averlo tu?!”
“tempo fa mi scrisse perché mi confessò di avere una cotta per me, ma alla fine la rifiutai proprio per il fratello”
“ma… secondo te adesso ci starebbe?”
“beh, credo di si… tentar non nuoce…”
In quel preciso istante arrivò Franco con l’ampolla in una mano, una bottiglia di vodka nell’altra e si accomodò al tavolino, mentre gli altri due lo guardarono con aria attonita. Iniziò col riempire con tutta calma l’ampolla di vodka, la chiuse e mise un po’ di erba sopra, già mischiata col tabacco.
“dove cristo l’hai presa quell’erba?” chiese Ciccio con gli occhi fuori dalle orbite
“sono come la ditta del parmigiano reggiano, ho sempre qualche riserva da stagionare”
Accesero sopra l’ampolla ed iniziarono a tirare dal tubo.
Un giro, due giri, tre, quattro, cinque…
Ormai avevano perso il conto.
Alla fine era tutto finito e si ritrovarono a guardare in aria con la testa che impazziva e un sorriso quasi da ebete stampato sul volto.
Ma Franco voleva di più, e iniziò a buttare giù vodka senza complimenti.
“madò Fra finiscila” disse Leo “non bere che poi non ho tempo per portarti nella bara”
“tanto ormai…” gli rispose Franco
Ciccio e Leo si guardarono negli occhi e si misero a ridere, stettero più di dieci minuti a ridere e a sparare ca**ate finchè non si accorsero che il loro amico non rispondeva più. Mentre loro due parlavano Franco si era accasciato con la faccia in giù sul fianco sinistro.
Lo guardarono con aria perplessa. Ciccio si alzò di scattò e si mise a scuoterlo, seguito poi a ruota da Leo.
“ca**o Franco svegliati, non è ora di fare sti scherzi… Franco!”
Gli alzarono la testa per farlo respirare meglio… aveva gli occhi completamente bianchi.
“cristo Leo dobbiamo portarlo all’ambulatorio!”
Lo tirarono su in due e se lo portarono di corsa giù dalle scale fino a farlo entrare in auto.
Leo si mise alla guida. Non era nelle condizioni ottimali per correre come lui faceva da sobrio e ne era cosciente.
Ma quella volta era diverso, lo faceva per un Amico.
l'ho aggiustato un pochettino... :-" va meglio?
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Sì, quel pizzico di rifinitura in più lo rende migliore.
Ma il pregio maggiore è il ritmo: quello è un dono, secondo me non c'è tecnica che tenga.
E tu ce l'hai!
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questo è perchè ho il difetto di parlare molto, e per questo tutto quello che scrivo ha il mio ritmo di quando parlo :-"
-
buon per te, Leo!
-
questo è perchè ho il difetto di parlare molto
non dirlo a me.... (LOL) (LOL) (LOL)
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Ok, devo confessare una cosa: ancora non gli ho letti i capitoli "nuovi". Domani rimedierò. Promesso.
Anzi, parola di Scolta ^_^
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adesso mi serve un aiuto femminile...
qualcuna di voi mi potrebbe dare un consiglio di un messaggio "carino" con cui Leo può invitare questa ragazza ad uscire con lui??? :P :P
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Leo, forse sarebbe meglio che sfoderassi tu le tue "tecniche maschili", no? :P
Cerca solo di capire se a quel tipo di ragazza può piacere più un modo di fare deciso o un po' da timido-romantico...e poi...vai a scrivere, ti sei riposato abbastanza! :-d (LOL) :P
Noi aspettiamo, hai visto quante fans?
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quoto kant :-d
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veramente non sono in pausa.. sono malato.. influenza O:)
comunque non ci ho mai saputo fare in queste cose o_O :"> :s
mi serve una manina O:)
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Aspetta, rileggo tutto e vediamo se si accende una lampadina... O:)
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...Mmmm...ovviamente sarà un sms...vediamo..." ti ho visto sul balcone, ma non siamo più ai tempi di giulietta e romeo, esci con me?"
oppure "devo decidere se sono più verdi i tuoi occhi o le foglie dei tuoi fiori...esci con me?"
Oppure " vieni a mangiare una pizza con me? Ho una vecchia panda, un pessimo carattere e una immensa voglia di conoscerti.."
O:) O:) O:) O:)...ragazzi, basta! Mi sento più cretina ad ogni frase...giuro che non mi rendevo conto di quanto sia difficile prendere una iniziativa del genere...
Michele, meglio che fai tu...
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emm :s
ti confido che inizio ad avere paura (LOL)
no dai scherzo...
"ciao.. sono il ragazzo che ti guardava davanti al bar... so che non ci conosciamo ma avrei una grande voglia di farlo (da notare i doppi sensi :P).. verresti con me da (???)?"
secondo voi? :s
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ecco...bravo...è molto più realistico!
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mah.. io questo messaggio non lo invierei mai... :s
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e allora falli incontrare e parlare...più naturale, no?
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ma se non riesce manco a guardarla negli occhi o_O :P
(LOL)
va beh ci penserò su :P
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Leo potrebbe inventarsi un espediente per conoscerla...magari s'inventa che ha la passione per i fiori :P ...così le chiede d'incontrarla per chiederle suggerimenti xD ...certo l'incontro diverrebbe un po' comico (LOL) O:)
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oppure la fa scendere x 1 aperitivo (va a suonare alla casa "c'è eva?" "no" "c'è la cremeria?" "salga" :P) e poi si conoscono meglio o_O
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mah.. io preferirei qualcosa di originale... comunque..
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Michele, e se il ragazzo e la ragazza avessero un piccolo, casuale ( o no ) tamponamento con l'auto e da lì.....?
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mah... mi sa troppo di "usato" e "vecchio"...
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ultimissima idea! W00T!
Le scrive sms anonimi molto romantici, poi si rivelerà!... :-X
Questa com'è?
( però tu intanto non scrivi! Come va l'influenza? )
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l'influenza? febbre a 39! :'( :-O
boh mi sa anche questa di usato... :-" :s :P
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Leo sta passando sotto il suo balcone (intenzionalmente :-d ) ma a lei scappa di mano un vaso di fiori che rischia di fracassarsi sulla testa del malcapitato,lui inizia a sbraitare su un po' d'attenzione ma non appena si accorge che il vaso è caduto dalle mani di lei...si zittisce :-d :P O:)
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Allora Michele, spero non ti dispiaccia se ti chiamo anche io cosi', mi piace di più, come va la febbre? Sono tre o quattro giorni di tormento e poi va via tutto, ci stai lavorando al quarto capitolo? Buona guarigione, ciao piccoletto
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michele va benissimo :-d
comunque ho trovato una soluzione... all'inizio volevo dare una sfumatura comica al racconto facendo si che mentre accompagnavano Franco all'ambulatorio tiravano sotto la tipa e se la caricavano anche lei... alla "tutti insieme appassionatamente" (LOL)
invece ho trovato un altra soluzione... ma non svelo niente.. ^_^
saprà un pò di 3msc ma alla fine è la più originale che ho trovato :P ora vedo se posso lavorare un pò :-"
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scusate il doppio post ;)
Capitolo 4
Leo senza pensarci su due volte schiacciò sull’acceleratore, nemmeno il tempo che Ciccio si fosse girato per dare un’ occhiata a Franco che già erano usciti dallo spiazzale per ritrovarsi sulla strada. Franco dietro si manteneva a malapena, aveva perso i sensi ma fortunatamente respirava.
“cristo Leo… come facciamo ora?”
“perché scusa… lo portiamo lì e lo rimettono a nuovo…”
“si ma se c’è gente? Mica ci possiamo far sgamare che fumiamo…”
“ca**o ti frega scusa… lo fai per Franco… non per fare il bellissimo… se è una cosa che si deve fare la facciamo… e che poi Dio ce la mandi buona…”
“hai ragione…”
Arrivarono finalmente sulla curva che precedeva l’entrata dell’ ambulatorio… sul viso di Leo si accese un fuoco che sembrava quasi demoniaco…
“ca**o fai Leo……”
Non riuscì a finire la frase che Leo tirò il freno a mano e scalò di marcia, facendo alzare il pandino su due ruote.
“madò da quanto che sognavo di farlo…”
“Leo, tu sei da curare…”
Parcheggiarono l’auto nel piazzale e si caricarono Franco in spalla, non era pesante come persona, uno di loro l’avrebbe portato senza fatica su per le scale, ma il problema più grande era la sua altezza.
Salirono le scale ed entrarono senza complimenti.
Non era la loro giornata fortunata.
Giorno di vaccinazioni, tutti i bambini li guardarono con faccia spaventata e le mamme già mormoravano in silenzio qualche maldicenza.
“dov’è il medico?!?”
“sono qui…”
Gli spiegarono brevemente l’accaduto, omettendo il fatto che avevano fumato.
Il medico consigliò agli amici di uscire… ciò che sarebbe accaduto lì dentro al loro amico non gli sarebbe piaciuto…
Difatti appena chiusero la porta sentirono Franco che si lamentava e che vomitava. Ciccio abbassò lo sguardo.
“che hai mo?”
“è colpa mia… non dovevamo farlo bere… e se non ce l’avrebbe fatta? E se non c’eri tu? Che ca**o avremmo fatto?”
“siamo fortunati per come è andata… e poi comunque lo abbiamo avvisato sul fatto del bere…”
“si però… non me lo perdonerò mai…”
Leo gli diede una pacca sulla spalla e sul suo viso si aprì un sorriso a malapena accennato. Sapeva quanto i due erano legati.
Finalmente il medico aprì la porta, al suo fianco c’era Franco in piedi e con gli occhi di chi ha gettato l’anima sul pavimento.
“eccolo a voi, fate attenzione, ancora non sta bene…”
Non appena finì di dire ciò Ciccio si alzò di scatto e mollò un ceffone a Franco, facendolo finire a terra con una spalla poggiata al muro, poi lo prese per la maglia e lo alzò; lo guardò fisso negli occhi e lo abbracciò, stava piangendo. Franco non era da meno.
Se l’erano davvero vista nera quel giorno.
Salirono tutti sulla panda e Leo li accompagnò davanti al bar dove i due avevano lasciato i loro scooter. Ormai era sicuro che non avrebbero combinato niente di male, l’effetto dell’ampolla era finito.
Appena scesero girò l’auto nello spiazzale e si ritrovò davanti la casa di Eva. Aspettò quei cinque secondi sperando forse che si fosse affacciata, ma ciò non avvenne.
In testa aveva ancora i suoi occhi, si chiese se un giorno forse fosse riuscito a farli brillare per lui.
Accelerò e si diresse verso casa, dove lo aspettava un meritato riposo.
l'ho fatto proprio ora... voto? :-d
ora mi vado a godere anche io un pò di meritato riposo :-"
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Ok Michele, aspetto il quinto dopo il meritato riposo. Ci resto sempre male quando finisce, vorrei che continuasse......
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" Sei sempre all'altezza!" ....evvvvvvaiiii!
Bravo Leòn!
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grazie a tutti :">
proverò a non ripetermi troppo :">
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è stata troppo bella la reazione di Ciccio quando ha rivisto Franco!!!Mi sono intenerita!!! :-X Complimenti Leo n^1,continua così! :-d ;)
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Mi unisco a Sem, Michele, aspettiamo con pazienza e con fiducia... :"> :">
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mi dispiace deludervi ma per un pò non ci sentiremo, il progetto salta, o meglio, si congela...
colgo l'okkasione per ringraziarvi e x salutarvi... vi vogllio bene >_< <3 ;)
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:( :( :( :( :( :(
oh, che peccato!
Come vuoi Michele, anche io ti voglio bene e continuerò ad aspettare!
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Michele spero che vada tutto bene, non proccuparti sapremo aspettare, congelalo bene mi raccomando =) =), in bocca al lupo, ciao piccoletto
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sono passato per vedere come andava... grazie a tutti... :(
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Ciao, Michele!
Anche senza "romanzo" fatti "vedere"...sei una bella presenza qui nel forum...spero tu possa trovare tempo e voglia...ti aspetto!
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Ehm... Ehm... Ehm... Ok, si, lo confesso... La parola di scolta si è andata a far friggere... L'ho letto tutto solo adesso. Ogni volta che iniziavo dovevo scappare e puntualmente, la volta dopo dovevo ricominciare dal primo capitolo.
Beh, che dire? E' fantastico! Veloce, fresco, particolare... Mi piace davvero! Dai, Deleo, torna presto così la storia va avanti! ^_^