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Autore Topic: Il bambino seduto sulla spiaggia  (Letto 3294 volte)

Offline Juliet

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Il bambino seduto sulla spiaggia
« il: 23 Novembre 2010, 20:18:09 pm »
Avrei dato la mia anima, avrei dato il mio cuore per quel bambino seduto sulla spiaggia. Se ne stava lì tutte le sere, a sognare chissà quale futuro per se stesso e la sua famiglia assente, mentre le lacrime gli imperlavano il viso. Teneva le gambe piegate, avvolte tra le braccia; stava rannicchiato così a lungo, con i pantaloni appesantiti dall’acqua e fatti a brandelli dal tempo, come quelli di ogni altro bambino che viveva in quel ghetto eterno, dove la gente era vittima del pregiudizio e della crudeltà che solo l’uomo sa mostrare. E il bambino immaginava il sole tramontare nel mare. Cercava di vedere nella sua testa le descrizioni che sua madre gli aveva fatto del mare, del sole, del rosso del cielo. E si chiedeva se quello che vedeva lui, con gli occhi della mente, fosse lo stesso di quello che vedevano gli altri, ma sapeva che la risposta era no: non conosceva i colori e non c’era modo di immaginarli. Era diventato cieco pochi giorni dopo la nascita e nessuno era mai stato in grado di descrivergli una tinta, una sfumatura. Ed era in questi momenti che parlava a se stesso come se fosse stato un’altra persona. “Ti sei mai sentito ferito o abbandonato, come se tu non appartenessi a questo posto, come se questa non fosse casa tua, come se la vita si stesse divertendo a prenderti in giro? Hai mai provato la sensazione di essere emarginato, di sentirti diverso, incompleto?”, domandava alla sua anima e ascoltava la risposta che gli veniva dal mare e dal vento; dalle gocce salate che cadevano sulle sue mani, dalle lacrime che scendevano sulle sue guance. Si lasciava abbracciare completamente dalle voci che udiva attorno a lui, voci di persone, di animali, di cose. Si lasciava coprire dai suoni e chiudeva i piccoli occhi bianchi, cercando di dipingere un quadro di tutto ciò che lo circondava semplicemente ascoltando i rumori che produceva. E in cuor suo pregava che qualcuno lo aiutasse a sconfiggere la bestia che giaceva in lui, soffocandolo, aggredendolo con i suoi artigli, costringendolo a sentirsi inferiore; supplicava che qualcuno scacciasse quella bestia che si era impossessata di lui, ancora così piccolo, che si nutriva di lui, lasciandogli ferite indelebili, come quelle che lo avevano reso cieco e che ora brillavano sul suo viso nella luce della luna come piccoli fili di diamante. E si domandava, lì, di fronte alla distesa del mare, se ci sarebbe mai stato qualcuno che avrebbe fatto promesse per lui, giuramenti davanti alla luna, senza mai rinnegare le parole dette. Si chiedeva, quel bambino seduto sulla spiaggia, se davvero era così difficile ricominciare tutto dall’inizio, ora che era così vicino a capire la sua vita.   
"L'effetto trigger" esiste,ma nessuno può dimostrarlo.Perchè nessuno è immune da esso.Tutti abbiamo rimosso dalla nostra mente una brutta esperienza.E allora come sappiamo che esiste davvero?Provate a chiedere alla vittima di una guerra,di un abuso,di una violenza e scoprirete che non sto mentendo.Perchè un viaggio nella mente umana è come un viaggio all'inferno,nel più profondo degli incubi..Anzi, peggio!

Offline Alamuna

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Re: Il bambino seduto sulla spiaggia
« Risposta #1 il: 24 Novembre 2010, 09:46:09 am »
Lo sai che questo scritto è molto bello? Innanzitutto perchè è profondo, non è soltanto un bel raccontino commovente per via della categoria di protagonista scelta, ma proprio perchè il senso della vita, l'essenza del racconto ed il significato dell'esistenza secondo me sono racchiusi nelle ultime parole, in questa chiusa meravigliosa:

Si chiedeva, quel bambino seduto sulla spiaggia, se davvero era così difficile ricominciare tutto dall’inizio, ora che era così vicino a capire la sua vita.   

Chi ha un deficit di questo genere o qualsiasi altra malattia, credo possa essere ancor più di qualunque essere "senza problemi" (magari di coloro, come moooolti di noi, che non hanno problemi gravi e che si lamentano comunque) in grado di "capire la vita" e la sua essenza. Perciò ritengo che questo brano sia profondo.
E poi, Juliet, io vedo davvero un tuo miglioramento a vista. La sensazione, in quanto a scrittura, che questo brano mi ha suscitato, è che tu riesci molto meglio in brani in cui non ci dev'essere molta "architettura", in cui cioè puoi essere libera di esprimerti liberamente, con un flusso di pensieri non impedito da nessuna trama o da nessun obbligo. Ultimamente mi piace notare come i più bei scritti (vedi Clay) mi attraggano proprio per la particolarità di essere scritti con così tanta "facilità", semplicemente seguendo il proprio flusso di pensieri, il "flusso di coscienza", che permette di esprimere davvero la nostra personalità :-) .
E complimenti davvero.
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Offline kant.51

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Re: Il bambino seduto sulla spiaggia
« Risposta #2 il: 24 Novembre 2010, 10:45:43 am »
Cara Juliet, mi è piaciuto il tuo brano, segue un percorso di pensieri "importante", di quelli che investono i significati fondamentali della vita.
Non so se un non vedente dalla nascita possa immaginare i colori, certo attraverso le sensazioni tattili ( caldo, freddo, liscio, ruvido, vibrante...) e uditive (rumore, suono, nota, ronzio, eco, voci ...) delle immagini mentali si formano e differenziano comunque il mondo esterno, ma, qui, l'importante non è certo la realtà medico-scientifica, quanto invece l'occasione di stesura e approfondimento psicologico, da te reso molto bene.
Concordo con Alamuna sulla bellezza degli scritti spontanei, che non sono scritti non curati , come ho letto in alcuni pareri, ma scritti fluidi nati dal profondo...e questo è un dono, un grande dono! :-)
cKappa ^*°^*°^*°^*°^*°^*°^*°^*° Sì che ti voglio bene, bene davvero...

Offline livia82

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Re: Il bambino seduto sulla spiaggia
« Risposta #3 il: 24 Novembre 2010, 12:24:52 pm »
Che bello Jiuliet!Concordo con le mie coinquiline =) (LOL)
non so ditemi voi

Offline Alamuna

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Re: Il bambino seduto sulla spiaggia
« Risposta #4 il: 24 Novembre 2010, 15:15:45 pm »
Si, si, nel modo più assoluto intendo dire ovviamente che si scrive con "facilità" nel senso che si ha qualcosa dentro (un dono appunto) che permette la bellezza di brani di questo tipo. Scritti fluidi nati dal profondo, esatto.  :-)
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Offline kant.51

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Re: Il bambino seduto sulla spiaggia
« Risposta #5 il: 24 Novembre 2010, 16:04:32 pm »
Alamuna, certo lo so, io mi riferivo a una piccola discussione avuta recentemente con un amico, che non ammette poesia troppo spontanea, ma solo elaborata e rielaborata, mentre io do sostegno, a parte la normale non-sciatteria, a una maggiore spontaneità... :-)
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Offline Fabykiss

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Re: Il bambino seduto sulla spiaggia
« Risposta #6 il: 24 Novembre 2010, 20:04:28 pm »
Bella la immagine  che di questo bambino hai saputo dare...
Ogni bambino è il dono più grande e più fragile che il mondo possa avere,è la scommessa più importante che l'uomo possa decidere di fare.
Sono certa che anche questo bambino avrà la forza di ricominciare tutto dall'inizio...
Il dolore è una terraferma.La gioia è errabonda.
A.Merini

Offline Juliet

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Re: Il bambino seduto sulla spiaggia
« Risposta #7 il: 25 Novembre 2010, 09:17:24 am »
 :"> Grazie a tutte ragazze!! Grazie di cuore del vostro sostegno e delle vostre parole!  :-X

Non so se un non vedente dalla nascita possa immaginare i colori

Kant, è vero che in un racconto di questo tipo, puramente "simbolico", la perfezione scientifica e medica non è necessaria, ma vorrei comunque dire che conosco una persona cieca dalla nascita, più esattamente è divenuta cieca a tre mesi...descrivendole un tramonto, un paesaggio, un animale o qualsiasi altra cosa, lei immagina tutto a modo suo....a volte per farle capire la forma di un oggetto le tracciamo un "disegno" sul braccio con la punta delle dita...ma se lei prova a riprodurlo, beh, un cane non assomiglia ad un cane e  una tazza non sembra una tazza...e con i colori è peggio ancora...nonostante abbia vissuto "normalmente" per tre mesi, era comunque troppo piccola per ricordare...e trovo molto complicato descrivere un colore, ma ciò non toglie che lei non cerchi di immaginare...ma il suo immaginare significa associare alla parola Viola altre parole che in qualche modo le ricordano quel colore...e non so se nella sua mente veda in effetti il "Viola"... purtroppo con i concetti "astratti" è molto complicato... :-)

Grazie ancora a tutte!  :-* :-*
"L'effetto trigger" esiste,ma nessuno può dimostrarlo.Perchè nessuno è immune da esso.Tutti abbiamo rimosso dalla nostra mente una brutta esperienza.E allora come sappiamo che esiste davvero?Provate a chiedere alla vittima di una guerra,di un abuso,di una violenza e scoprirete che non sto mentendo.Perchè un viaggio nella mente umana è come un viaggio all'inferno,nel più profondo degli incubi..Anzi, peggio!