La stanza di Nadia,
ormai vuota,
mentre ascolto il silenzio dei ricordi,
il silenzio di una vita non vissuta.
Piccoli oggetti, sparsi qua e la',
riportano la mia memoria
a quand'era bambina
ed i suoi sorrisi erano linfa per il mio cuore.
La chiamavo "Nanà",
non so perchè,
forse per farla rimanere bambina,
forse perche' non volevo che il cordone ombelicale,
anche se virtuale, si rompesse.
Quanti forse adesso che non c'è più,
ha trovato la sua strada,
lontana da me,
lontana dal mio amore sofferente.
Mi bastava un suo piccolo sorriso,
un suo piccolo bacio,
una piccola carezza,
un " papà come stai oggi?"
ed ogni mio dolore spariva,
ogni giornata cattiva, diventava bella.
Mi manca terribilmente!
Un giorno, chissà, quel muro crollerà
ed il vuoto,
non sarà più padrone della mia anima
e le lacrime si trasformeranno in fiori,
per riempire quella stanza
che rivuole la sua presenza,
per riempire la sua anima.