Come definiresti il confine tra amore e amicizia?esattamente dove finisce uno e incomincia l’altro?possono convivere?quando c’è l’uno e quando c’è l’altro?
Ora dimmi, come definiresti la felicità nell’esserti vicino, nel parlare come buoni amici che si conoscono da tempo, il guardarsi negli occhi e scoppiare a ridere senza dire una parola, il guardare le tue lacrime e sentirle come acido sulla mia pelle, il cercare con ogni mezzo e forza di esserti d’aiuto, sorridere nel vederti stare meglio? Forse diresti che è amicizia…
Ma adesso invece dimmi, come definiresti quell’ansia indefinibile nel vederti amare qualcun altro, il vuoto che annerisce il cuore quando rientro in quella stanza e non ci sei più, il desiderio…il desiderio di stringerti, di accarezzarti, di sfiorarti dolcemente, la ricerca spasmodica di un segno del tuo passaggio, annusare il cuscino su cui hai dormito alla ricerca del tuo odore da fare mio per sempre, l’immagine del tuo corpo disteso sul mio letto impressa nella mente e quel desiderio represso a forza di toccarlo e accarezzarlo? Amore, risponderesti senza alcun dubbio…eppure in me convivono, com’è possibile?
Non capisco perché quando ti ho vicino mi accontento, mi basta l’amicizia, mi rende felice…ma quando poi manchi, anche solo da qualche ora,l’appagamento dell’amicizia si fa da parte e al suo posto il desiderio che brucia e consuma, eterno altalenare tra il desiderio di cercarti di nuovo e la paura di scoprirsi troppo. Mi accontento di volerti bene?a volte sembra così, vorrei che lo fosse sempre…altre volte vorrei semplicemente o averti o non desiderarti affatto.
Ho avvertito il nascere di quest’amore fin da subito, ne ho avuto paura, ho provato a frenarlo, mi sono ripetuta come una poesia tutti i tuoi difetti, tutti i tuoi lati negativi per compensare quel grande senso di tenerezza che mi ispiravi ogni giorno di più. Ho faticato tanto prima di definirti e sentirmi definire amica. Poi è successo, mi sono lasciata andare…sentivo che mi facevi star bene, che anche l’amicizia mi bastava, che frenarmi anche nel volerti bene era una violenza troppo forte…e allora, come l’acqua che rompe la diga mi hai invasa, sei entrata in ogni parte di me…ormai sei qui nell’anima e non vai più via.
