Salve a tutti!
Ho recentemente avviato una discussione, ma non sono qui per parlare di problemi del mondo... Ho visto che tutti mettono in rete le loro Opere, e molti non sanno che anche io, nel mio piccolo, provo a far lo stesso.
Questo racconto lo ideammo io e un mio amico. Doveva continuare, ma lui si annoiò e per me andava bene come è adesso, senza seguiti. Come Manzoni, mi piace ipotizzare di aver trovato, dentro la sua cella il giorno dopo esser stato giustiziato, un pezzo di carta con queste memorie di un condannato a morte, ed è difficile capire i suoi pensieri e seguirli fino ai significati più reconditi.
Quindi vi lascio alla lettura di questo sogno che dovevamo perseguire in due, io e Erny, senza preoccuparmi di prendere le cautele necessarie. Lo dono a Voi, come ringraziamento di tutto e Vi lascio liberi di usufruirne come volete. Se nel caso nessuno coglierà questo sogno, allora finirà nella raccolta dei miei racconti, quando la completerò...
Allora, buon viaggio nella strana mente di un detenuto!!!
Memorie di un condannato
"Verrà. La Morte non ha bisogno di avvisi per presentarsi. Quello che ho fatto io non ha importanza. L’importante è che domani sarò giustiziato. Non vale la pena pregare, e non sarebbe giusto nascondersi dietro parole recitate per tutto il caos che ho portato a Manatthan in quel nefasto giorno di settembre.
Pioveva, come oggi. Niente mi aveva colpito nell’animo, ma ero triste. E non mi importava della pioggia che mi cadeva addosso, pensante come mattoni. Non sono un nevrotico, né uno psicopatico, come invece mi piacerebbe essere (e a questo punto sorrido!). Della mia vita sociale poco ricordo, poco mi interessa. Se sono le amarezze sul lavoro a creare gli assassini, non ve lo so dire. So solo che mentre la pioggia mi colpiva forte, mentre quella ragazza in quel vicolo scuro incrociò casualmente il mio sguardo, io la colpì, prima alla testa, poi al basso ventre. Sapevo che non sarebbe sopravissuta. Lo avevo fatto altre volte. Lei fu la terza vittima del maniaco di Manatthan.
Berrò un po’ d’acqua, stavolta, e non del wisky, prima di recarmi sulla branda della mia solitaria cella, per chiudere gli occhi e riposare. Potrò sognare ancora in questa notte. L’ultimo mio sogno di domani sarà quello eterno.
E in fondo non mi interessa del mio destino. Innocente mi presentai, ma colpevole mi giudicarono. Assassinato sarò da altri assassini e coloro che, là fuori, credono inumana la mia condanna, come umani si presentano, colpevoli io li giudico.
Stolti coloro che credono nella parola del loro Dio; stolti, saranno presi in giro dalla triste realtà del dopo morte, quando anche i migliori in vita troveranno il nulla nell’aldilà. Credetemi, vale la pena non farsi molti problemi. Alla fine, ciò che è fatto non può essere cambiato e la Morte è ciò che ci aspetta.
Non ascolterò le parole del reverendo, domani. Non credo che Dio possa perdonare le azioni di un criminale. Perché se un Dio capace di tanto mi aiutasse, domani solo mi troverei, perché tutti odio e di tutti cito i pregi. Sono i difetti a spingermi a uccidere, quando nemmeno ci penso. Non sapevo nemmeno chi fosse quella ragazza, né avevo progettato di uccidere qualcuno. Ma vedendo i suoi occhi, seppi che era quello che dovevo fare.
Domani mi aspetta lo stesso destino delle mie vittime. Se lo avessi saputo, avrei smorzato le loro sofferenze".
Chi ha letto qualcosa delle mie opere, dice che son bravissimo, ma non credo di meritarmi, poi, tale commento. Sono cmq interessato ai Vostri, quindi siate numerosi!!!