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Autore Topic: storia di un libro  (Letto 3531 volte)

Offline kant.51

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storia di un libro
« il: 30 Marzo 2007, 15:08:21 pm »
IL LIBRICCINO ROSSO






Era un libro piccolo e ormai malandato, forse perché era passato per tante mani…
Per prima, lo aveva avuto Anita.
Anita aveva quindici anni, un faccino di porcellana, i denti un po’ storti e la fissazione di essere grassa.
Il libro glielo aveva regalato un’amica di sua madre: Elena, una con la mania di scrivere, appunto, che aveva realizzato questo libriccino “ Rime di un sogno”, quindici poesie, piuttosto melense, scritte naturalmente da Elena, con grande passione…ma poi, sai com’è….il matrimonio, i figli, tanta fatica,qualche guaio…e il talento va sprecato!
Così, a cinquant’anni, Elena ritrova l’entusiasmo giovanile, ripesca il testo, pesca l’editore ( un cugino tipografo, specializzato in partecipazioni di nozze ) ed ecco realizzato il sogno di una vita: copertina rossa, titoli in neretto, profumo di stampa fresca.
- Prendilo, Anita, è per te, leggilo, leggilo, mi raccomando! Gli adolescenti si assomigliano tutti, sai, anche a distanza di trent’anni! Ti piacerà!
E Anita, educatamente, aveva ringraziato e,quando quella si voltò, sbuffò e fece una linguaccia:
- Io? Somigliare a quella grassona? Piuttosto mi sparo!
E, così, appena arrivata a casa, lo appoggiò sul ripiano alto dello scaffale in camera sua e se ne dimenticò.
In seguito non vide più Elena, che aveva avuto ben altro da fare: infatti suo marito, in piena crisi legata ai cinquanta, per la serie “ che-mi-sono-perso “ , si era invaghito di Margherita, trentenne e prosperosa impiegata della sua ditta, una che “ finalmente una donna che mi capisce! E poi, dolce, disponibile, ama la musica che amo io…mia moglie invece…”
E così, una bella crisi familiare, con tanto di scenate, lacrime, avvocati e veleni, tutto ottimo materiale per le chiacchiere nel quartiere.
Elena aveva cambiato città e del libro di poesie si era dimenticata, proprio come Anita.
Quel pomeriggio di luglio Anita piangeva, singhiozzava disperata, preda di una rabbia fortissima: l’avevano bocciata.
L’AVEVANO BOCCIATA!
Ma che schifo, i soliti raccomandati sì che ce l’avevano fatta! Quella cretina della Marzulli, la prof, con lei aveva fatto l’intransigente, ma alla preside mica aveva detto di no quando le aveva raccomandato Nisi, Gallo e pure quella smorfiosa di Mazzantini…certo, perché figli del prof, del dott, del cav e tutti amici di.
E poi, lo sapeva di esserle odiosa: la Marzulli non la sopportava da quando, quella volta, le aveva suggerito di fare la dieta-zona per dimagrire:
- Perché, Anita, pensi ne abbia bisogno?- le aveva chiesto con voce speranzosa la prof
E lei, per sacro amore della verità:
- Scherza, professorè? Almeno dieci chili!
La prof non era svenuta, ma sicuramente da allora la odiava.
Che vergogna, che vergogna! Non ci sarebbe andata più a scuola, ecco. Mai più…




E presa dalla rabbia aveva cominciato a buttar giù dallo scaffale tutta la roba, così anche “ Rime di un sogno” era caduto a terra e si era malamente squinternato…copertina sbiadita dalla polvere, pagine uscite dalla rilegatura…povero sogno ammaccato, era finito in un bustone- Standa-extra –forte-rispettiamo-la-natura , con altri libri vecchi, accanto al cassonetto.
Da lì era passato Pietro.
Pietro non aveva avuto un’istruzione. Aveva sessantotto anni, veniva da una famiglia contadina, nemmeno era riuscito a “prendersi la terza media”.
Poi aveva fatto l’apprendista, poi il meccanico. Ora era in pensione e i suoi due figli erano uno laureato e uno diplomato e lui portava scritto in faccia l’orgoglio di aver camminato con le gambe sue nella vita.
- Ma guarda qua! Vardè’ che roba! Ma disi mi…
Scuotendo la testa raccolse la grande busta standa-extra-strong con dentro una decina di libri vecchi.
Ma come faceva la gente a non avere rispetto per i libri? I libri…ne avesse avuti, lui, ai tempi suoi! Li avesse spesi i soldi la sua famiglia per farlo studiare, invece di andare ad ammazzarsi di lavoro per contribuire al pane di casa…e questi qui, i ragazzi d’oggi, che avevano tutto( ma proprio tutto, eh! Il motorino, il cine, la discoteca, la pizza e quelle cuffie strane, incollate sempre alle orecchie, che ne costavano di skei, eh!) questi qui, insomma, invece di apprezzare la cultura che avevano la fortuna di vedersi servita sul piatto d’argento…ecco…
- Vedi lì… buttati vicino al cassonetto!
Pietro se li prese e li portò a casa.
C’era un libro di religione, due di fisica( teoria ed esercizi), due di latino, altri di lingua straniera ( Pietro pensò “ Inglese?” ) e poi il libriccino rosso squinternato.
- Elena Rovelli…Chi xela… ea scrive come il Carducci…- pensò Pietro, che il Carducci se lo ricordava, perché le lunghe poesie da imparare a memoria erano il suo incubo durante i pochi e confusi anni scolastici.
Comunque, Pietro lesse le poesie di Elena, qualcuna non la capì, ma quella dedicata alla mamma ( e ti rivedo china/ sul lettone/ ove bambina/ mi rifugiavo lesta…) la capì e si commosse e quel libro rosso e squinternato trovò posto sul suo comodino e tutte le sere rileggeva la poesia per la mamma e pensava :
- Che bea che xe…Voleria dir anca mi ‘ste cose a’ me’ mama…
Dieci anni il libro rimase lì.
Poi Pietro morì e la sua casa fu venduta, mobili e tutto, dai due figli, quello laureato e quello diplomato ( che nemmeno venne al funerale, perché aveva riunione al sindacato, roba di licenziamenti e, pace all’anima del povero papà, la vita è vita e il lavoro è lavoro…)
Il rigattiere selezionò le povere cose di Pietro e il libriccino finì nelle mani di un ambulante, di quelli che girano per i mercati: tre libri mille lire, oggi un euro.
Gianfranco era molto seccato quella mattina…ma quando Millì, sua moglie, si metteva in testa qualche cosa…! Miseria…non c’era modo di dissuaderla!
E così erano al mercato, tutti e due, dopo sarebbero passati da Vanna, la figlia e si sarebbero goduti un po’ i nipotini: ormai il piccolo, Gianni, doveva averla imparata la poesia di Pasqua…che intelligenza quel bambino…
Al mercato tutti e due…quando mai…Millì incontrava sempre centomila amiche e conoscenti con cui doveva commentare minuziosamente mercanzie e pettegolezzi del giorno, lui restava indietro, da solo, annoiandosi a morte.
Così, bighellonando sotto un caldo solicello primaverile, si era avvicinato a spulciare i libri usati della bancarella “ tre libri mille lire, oggi un euro”.





Ed eccolo lì: Rime di un sogno, poesie di Elena Rovelli.
- Rovelli? Rovelli…Elena…ma sì, si chiamava così quella mia compagna di scuola…
E, incuriosito, Gianfranco sfoglia e legge qui e là..” All’amor mio dagli occhi verdi”
Mi specchio / nel lago dei tuoi occhi / come vorrei / annegarvi / divorata dal tuo amore / ma per me non c’è posto / nel tuo cuore…
E più sotto: dedicata a” G. B.”
-Gianfranco Bordin! Io! Proprio io! Allora mi amava! E io, fesso, che non ho mai avuto il coraggio di parlare…
Tutto rosso diventò, Gianfranco, ripensando al suo antico amore e il cuore gli batteva come quando, in seconda G, incontrava Elena Rovelli, con i suoi capelli rossi e quelle lentiggini che, nei suoi sogni, riempiva di baci per ore…
E gli sembrò di aver messo a posto qualcosa che nella sua vita era rimasta in sospeso fino allora, e che il sole fosse un po’ più caldo e la vita un po’ più bella.
Il libriccino sembrava contento. Ci aveva messo tanto tempo, ma finalmente era arrivato a destinazione, lo scopo recondito per cui il buon Dio dei libri aveva voluto la sua nascita, era raggiunto.
- Ehi, mister? Qui non si legge gratis!- gridò l’uomo della bancarella- Tre libri un euro, forza! Paghi, se vuol leggere!
Gianfranco fece “sì” con la testa, tirò fuori la moneta e pagò.
Pagò volentieri, contento.
Forse per la prima volta da quando la lira si era trasformata in euro…
« Ultima modifica: 30 Marzo 2007, 15:48:16 pm da Manfry »
cKappa ^*°^*°^*°^*°^*°^*°^*°^*° Sì che ti voglio bene, bene davvero...

Offline Emmy'94

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storia di un libro
« Risposta #1 il: 30 Marzo 2007, 20:21:36 pm »
:o capperi che bella storia!
e poi che fine ha fatto Anita?
è riuscita a finire la scuola?
« Ultima modifica: 30 Marzo 2007, 20:58:00 pm da Manfry »
Nec spe, nec metu...

Offline Young dreamer

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storia di un libro
« Risposta #2 il: 30 Marzo 2007, 22:01:20 pm »
Kant....ma è bellissima!!! :wub:  Troppo simpatico il gioco del destino per cui il libro arriva a Gianfranco! :rolleyes: Ma dimmi,o fantastica e misteriosa scrittrice,tu che conosci tutti i segreti dei tuoi personaggi...Elena e Gianfranco...si rincontreranno???  ^_^  O è una di quelle storie lasciate liberamente in sospeso??? ^_^    
E dopotutto ci sono tante consolazioni! C’è l’alto cielo azzurro, limpido e sereno, in cui fluttuano sempre nuvole imperfette. E la brezza lieve […]
E, alla fine, arrivano sempre i ricordi, con le loro nostalgie e la loro speranza, e un sorriso di magia alla finestra del mondo, quello che vorremmo, bussando alla porta di quello che siamo.
(Fernando Pessoa)       Blog: http://sogna-ragazzo-sogna.blogspot.com/

Offline kant.51

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storia di un libro
« Risposta #3 il: 31 Marzo 2007, 01:49:28 am »
:blink: mmm...non saprei! le storie sono come il vento, godiamo le folate con i profumi e i sentori che ci portano...lo ha detto qualcuno che non ricordo!
Siete sempre carine nei vostri commenti...secondo voi come continua?

(THANKS)
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Offline Young dreamer

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« Risposta #4 il: 31 Marzo 2007, 15:17:46 pm »
mmmhhh...Non ne ho idea....secondo me è bella anche così,lasciata in sospeso... :)  
E dopotutto ci sono tante consolazioni! C’è l’alto cielo azzurro, limpido e sereno, in cui fluttuano sempre nuvole imperfette. E la brezza lieve […]
E, alla fine, arrivano sempre i ricordi, con le loro nostalgie e la loro speranza, e un sorriso di magia alla finestra del mondo, quello che vorremmo, bussando alla porta di quello che siamo.
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Offline *Tinkerbell*

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storia di un libro
« Risposta #5 il: 31 Marzo 2007, 15:50:32 pm »
WOW!!!!
che bella questa storia!!! complimenti! :lol:  
Per avere qualcosa che non hai mai avuto devi fare qualcosa che non hai mai fatto

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Offline Istar

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« Risposta #6 il: 1 Aprile 2007, 17:53:06 pm »
Davvero bella... Scorre velocemente, sembrava molto più lungo a prima vista! Complimenti, fatto davvero bene!  :)  :)  :)  :)  
Possiamo soltanto decidere cosa fare con il tempo che ci viene concesso...
Figli di Gondor, di Rohan, fratelli miei! Vedo nei vostri occhi la stessa paura che potrebbe afferrare il mio cuore! Ci sarà un giorno, in cui il coraggio degli uomini cederà, e abbandoneremo ogni legame di fratellanza, ma non è questo il giorno! Ci sarà l'ora dei lupi, e degli scudi frantumati, quando l'era degli uomini arriverà al crollo, ma non è questo il giorno! Quest'oggi combattiamo! Per tutto ciò che ritenete caro su questa bella terra, vi invito a resistere, uomini dell'Ovest!

Offline kant.51

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« Risposta #7 il: 1 Aprile 2007, 21:12:53 pm »


grazie a tutti, ma non incoraggiatemi troppo, ho l'anima del grafomane e vi inonderò di storie... :lol:  :P  
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Offline Istar

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« Risposta #8 il: 1 Aprile 2007, 21:51:39 pm »
E dov'è il problema??? Scrivi, scrivi!
Possiamo soltanto decidere cosa fare con il tempo che ci viene concesso...
Figli di Gondor, di Rohan, fratelli miei! Vedo nei vostri occhi la stessa paura che potrebbe afferrare il mio cuore! Ci sarà un giorno, in cui il coraggio degli uomini cederà, e abbandoneremo ogni legame di fratellanza, ma non è questo il giorno! Ci sarà l'ora dei lupi, e degli scudi frantumati, quando l'era degli uomini arriverà al crollo, ma non è questo il giorno! Quest'oggi combattiamo! Per tutto ciò che ritenete caro su questa bella terra, vi invito a resistere, uomini dell'Ovest!

Offline Young dreamer

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« Risposta #9 il: 2 Aprile 2007, 14:46:39 pm »
Citazione
grazie a tutti, ma non incoraggiatemi troppo, ho l'anima del grafomane e vi inonderò di storie... :lol:  :P
 :blink:  :blink: Davvero?!? :blink:  :blink:  :blink:

Beh,allora......FORZA KANT! FORZA KANT! ESIGIAMO LE TUE STORIE!!! :lol:  :lol:  ;)  
E dopotutto ci sono tante consolazioni! C’è l’alto cielo azzurro, limpido e sereno, in cui fluttuano sempre nuvole imperfette. E la brezza lieve […]
E, alla fine, arrivano sempre i ricordi, con le loro nostalgie e la loro speranza, e un sorriso di magia alla finestra del mondo, quello che vorremmo, bussando alla porta di quello che siamo.
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