Sono cullata dal movimento del treno...regolare, monotono.
Ogni tanto chiudo le palpebre e subito mi invade il pensiero di te. Reagisco violentemente, spalanco gli occhi e conto i filari di alberi che scorrono veloci a fianco del vagone.
Ma prepotente ritorna la tua immagine, non quella odiosa di quando mi hai mandata via dalla tua vita, sbattendomi in faccia il tuo amore per lei...no.
Torna l'immagine del primo Te che ho conosciuto, quello allegro, che portava un mazzetto di fiori di mercato come fossero orchidee selvagge...quello che era sempre pronto a farmi ridere, a scherzare su come metto il broncio, a regalarmi un bacio in mezzo alla gente, ovunque...
Il dolore mi coglie soffocante.
Quanto ci metterò a dimenticare chi non mi vuole più.
Quanto ci metterò a sentir pronunciare un nome uguale al tuo senza sussultare...
Quanto ci vorrà perchè incontrarti o non incontrarti siano solo una cosa della mia giornata e non ragione di vita...
Ci vorrà, ci vorrà...
Non sono la prima, nè l'unica. Ma intanto il dolore soffocante è dentro di me, raccolgo il respiro profondamente ed emetto l'aria piano piano, cercando sollievo al peso che ho nel petto.
Fuori scorrono alberi, campagna, filari di viti.
Il sole batte forte, vitale, inebria tutto l'estate.
Vorrei che ubriacasse anche me sulla via di questo ritorno.