Uno dei più antichi castelli di Napoli si trova nei pressi di Porta Capuana ed è priprio da tale vicinanza che si fa derivare il nome Castel Capuano. Il palazzo, oggi sede del Tribunale Civile di Napoli, venne fatto costruire da Guglielmo I, intorno al 1165, anche se è probabile che vi fosse già una struttura fortificata.
L'attuale conformazione deriva dai numerosi ampliamenti e interventi che sono stati fatti durante il regno di Federico II e dei sovrani angioini, i quali, in realtà, avevano preso dimora stabile presso Castel Nuovo.
Gli aragonesi, invece, lo preferirono e il castello divenne di nuovo il lussuoso palazzo di corte, ma con il dominio spagnolo iniziò a delinearsi l'attuale funzione istituzionale : il vicerè Don Pedro Toledo, infatti, dispose che questo fosse utilizzato come carcere e come Palazzo di Giustizia.
Con la Regina Giovanna I e Giovanna II, il Castello divenne luogo di misteriose vicende, intrighi di corte e malaffari : sembra, infatti, che Castel Capuano fu teatro dell'assassinio di Ser Gianni Caracciolo, Gran Siniscalco della regina Giovanna II, durante i festeggiamenti per le nozze di suo figlio; Ser Gianni venne poi scaraventato dalla finestra, che dava verso S.Giovanni a Carbonara, e raccolto dai Frati del convento che provvidero a dargli sepoltura, prima che gli venisse realizzato un degno monumento funebre.
All'esterno è posta in evidenza la grande Aquila, stemma degli Asburgo, poi ancora sono conservate le insegne di Carlo V e numerose opere d'arte. All'interno, infatti, si può accedere alla Cappella della Sommaria, al Salone dei Busti e al Saloncino dei Busti, oltre alla Biblioteca.
La Biblioteca, intitolata ora ad Alfredo De Marsico- originario di Salerno, Professore di procedura penale all'Università La Sapienza di Roma e deputato dal 1924- fu inaugurata, ufficialmente, il 19 luglio 1896 e fin da allora rappresenta un simbolo del sapere giuridico, un luogo in cui rinnovare la conoscenza del diritto, per questo, quando durante la seconda guerra mondiale, gli avvocati napoletani, ebbero distrutti case e studi professionali dai bombardamenti, vi trovarono gli strumenti necessari per continuare la pratica forense.
All'ingresso della sala di lettura, a testimonianza di quanto detto, è posta una iscrizione dettata da Enrico de Nicola: "Vi affidiamo i libri che furono compagni fedeli del nostro lavoro perché li custodiate con lo stesso amore col quale li abbiamo raccolti ". E' un monito rivolto non solo a quanti ogni giorno frequentano la biblioteca per i loro studi, ma anche a chi, di volta in volta, si assume per mandato il gravoso compito di amministrare questo inestimabile patrimonio di cultura.
Nel Saloncino e nel Salone, invece, si trovano i busti di coloro che resero celebre il Foro di Napoli : collocati durante una cerimonia del 15 marzo 1882 questi rappresentano la continuità temporale tra il vecchio e il nuovo, la comune appartenenza ad un'unica legge.
Il Salone, noto anche come la Maggior Sala, era stato, fino al 1807, l'aula di udienza della Regia Camera della Sommaria, trasferita in Castel Capuano nel febbraio 1538 quando il Gran Viceré Don Pedro de Toledo volle riunire in unica sede le corti di giustizia sparse per la città. Accanto vi è la Cappella Sommaria, così definita essendo questa il luogo in cui i Magistrati della Sommaria si raccoglievano in preghiera, prima di riunirsi collegialmente per le loro deliberazioni.
Ora, mentre le Sezioni Penali sono state trasferite nel Nuovo Palazzo di Giustizia, presso il Centro Direzionale di Napoli, Castel Capuano continua ad assolvere alla funzione, benché in modo limitato, affidatagli da Don Pedro Toledo nel XVI secolo.
