Ieri sera, al teatro Piccinni di Bari, " L'histoire du soldat", testo di C.F.Ramuz, musiche di I.Stravinskij-
Lo spettacolo, promosso dall'Associazione Musicale Pugliese si è valso del maestro Pelliccia direttore d'orchestra, di Riccardo Rossi voce recitante,della regia di M. Znaniecki e dell'interpretazione di un gruppo di attori provenienti da luoghi di detenzione.
Lo spettacolo è stato tale nel più degno dei modi: ottima l'esecuzione musicale, misurata, ma spontanea, la recitazione, vivaci e curati i movimenti di scena, perfette le luci a illuminare i giochi di teli elastici che, in un misto evocante Momix e il mondo circense, hanno donato movimento e poesia alla scena.
Queste le mie impressioni, da profana, che volevo condividere con voi.
Chiudo con una frase di Calvino nella quale possiamo identificare il carcere, un "non-luogo per eccellenza"( F.P.Sagace)
L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è uno,
è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme.
Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facilmente a molti: accettare l'inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più.
Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui:cercare di sapere riconoscere chi e che cosa, in mezzo all'inferno, non è INFERNO, e farlo durare, e dargli spazio.